Il mese scorso è stato presentato un nuovo libro pubblicato dall'Editore MdS, "Il coraggio tra i fiori di ortica", un'opera intensa e profonda cheracconta l'infanzia non solo nella sua dimensione più luminosa, ma anche nelle sue ombre, fatta di giochi e risate, ma anche nelle sue ombre, tra segreti, paure, abusi e battaglie quotidiane che i più piccoli affrontano con straordinaria forza.
Un libro che ci ha subito colpito e per il quale si preannunciava un sicuro interessamento e successo a livello nazionale.
Conoscevo Andrea Verdigi e la sua famiglia da oltre trent'anni, molto prima di ricoprire questo incarico. Dopo la tragedia che tutti conosciamo, vale a dire il gesto da eroe che è costato la vita a Domenico Marco il 21 agosto del 2004, la nostra conoscenza è diventata più profonda.
Da quel momento abbiamo avuto un rapporto pressoché quotidiano, a partire dalla costituzione dell'associazione che porta il nome di suo figlio. Tutte le legislature che si sono avvicendate hanno dato grande risalto e sostegno al premio "Domenico Marco Verdigi", nato per aiutare i bambini in difficoltà, un momento che ha rappresentato e rappresenta al meglio i valori su cui si fonda la nostra comunità.
Ed è proprio questo che mi ha sempre colpito: la capacità di Andrea e Carla di convertire il dolore in generosità e altruismo.
Andrea era una persona buona.
Una persona che non meritava di subire il più grande dei dolori che possa subire un genitore: sopravvivere ai propri figli.
Vale anche per Carla, ovviamente, che ci ha lasciati qualche mese fa e alla quale estendo questo pensiero commosso.
Andrea e Carla hanno dimostrato che possiamo essere persone migliori nonostante il dolore.
Che la vita merita di essere vissuta e condivisa, nonostante tutto.
Se è vero che il modo migliore per onorare chi non c'è più è occuparci di chi è ancora tra noi, è nostro dovere, come comunità, stare vicini alle persone che in questi diciassette anni hanno portato avanti l'associazione, aiutando concretamente tantissimi bambini in situazioni di difficoltà.
Lo dobbiamo a Marco, a Carla e ad Andrea, che non sono più tra noi, ma che vivranno in ogni gesto disinteressato e discreto.
(Nella foto scattata da Il Tirreno, un momento dell'edizione 2014 del premio Verdigi al Teatro Rossini di Pontasserchio).