L'analisi del nuovo articolo di Franco Gabbani si sposta questa volta nel mondo di un associazionismo antesignano, le confraternite, necessarie per togliere dall'isolamento e dal mutismo le popolazioni delle campagne, anche se basate esclusivamente sui pricipi della religione.
E d'altra parte, le confraternite, sia pur "laiche", erano sottoposte alla guida del parroco.Sono state comunque i primi strumenti non solo di carità per i più bisognosi, ma soprattutto le prime esperienze di protezione sociale verso contadini ed operai.
È piuttosto impegnativo per me, con la mia visione sul territorio che amo, rispondere a Wendy (pisana di nascita, vecchianese di adozione ora abitante altrove), la quale critica aspramente il mio articolo sulla grande bellezza che circonda la nostra vita a Vecchiano. Difficile perché insieme alle molte cose su cui dissento una parte del suo discorso appare condivisibile. Come si può non concordare con questa signora quando critica la piattezza delle idee delle nostre Amministrazioni Pubbliche che sono straordinarie nell’ordinaria amministrazione, ma molto carenti se non ampiamente insufficienti in idee e progetti per il futuro? Come non essere d’accordo quando dice, ad esempio, che pur avendo a disposizione un Parco niente è stato mai fatto perché questo diventasse il volano di uno sviluppo turistico importante del territorio?
L’attuale Amministrazione, riconfermata all’unanimità anche per l’impegno profuso in occasione della recente e presente pandemia, ha la mia stima ma non dimostra, purtroppo e nonostante alcuni solleciti, il minimo interesse ad un cambiamento di rotta verso una politica di più alto livello riguardo allo sviluppo turistico del territorio per uscire da uno stretto e incolore ordinario. E non ci sarebbe bisogno, come nel grande Nord, di file di capannoni nelle periferie cittadine, né grandi centri commerciali per creare opportunità e lavoro, basterebbe sfruttare (brutta parola, meglio utilizzare) quello che abbiamo: un Parco, un Bosco, una Marina, un Aeroporto, città d’Arte, Terme, Lago eccetera.
Dice Wendy
Sa qual è il punto di tutto questo? Il punto è che il piatto è “triste in maniera disarmante” nord ha una cosa che in Toscana, a Pisa, a Vecchiano manca del tutto, ossia la voglia di fare, di mettersi in gioco, di tirare fuori da ambienti e climi ostili ed esteticamente poco appetibili un’economia che funziona e dà da lavorare alla propria gente (e a quella di altre regioni e nazioni). Vecchiano, ma più in generale Pisa e la Toscana cosa fanno? Si crogiolano in quello che hanno, che indubbiamente è di livello …. e non fanno nulla per migliorare ciò che esiste e fare in modo di renderlo redditizio.
È continua
In Toscana gli amministratori e la gente comune sono persi in campanilismi fuori dal tempo che impediscono anche di fare una pista ciclabile che attraversi due comuni diversi o due province, non c’è la volontà (o la voglia) di cambiare, migliorare ciò che esiste già, proiettandosi aldilà di ciò che si ha. Un esempio: da Migliarino a Pisa le corse degli autobus sono sempre agli stessi orari da più di vent’anni e non sono pensate per chi lavora perché dalle 7.30 alle 8.30 non ne passa neanche uno. È normale? Questo perché non c’è una strategia di riduzione del traffico e dell’uso del mezzo privato per raggiungere la città in sinergia con Pisa e gli altri comuni limitrofi. Non c’è un mezzo di trasporto alternativo, non c’è una strada alternativa all’Aurelia. Non c’è nulla da sempre. Chi ha scritto questo articolo è forse una persona non più giovanissima che guarda questi paesaggi con gli occhi di quaranta anni fa, quando la vita era più semplice e bastava poco per accontentarsi ed andare avanti. Ma oggi non è più così, le sfide sono cambiate e sono enormi e servono menti e volontà che siano in grado di affrontarle. Ma in Toscana non ci sono teste per questo. La cosa che più mi fa dispiacere è vedere i ragazzi giovani che si accontentano di trovarsi al bar e passeranno tutta la loro vita qua, senza scoprire com’è realmente il mondo. Segno di un territorio e di gente a cui non interessa scoprire niente oltre il proprio naso, giovani già vecchi. Io sono scappata appena ho potuto e mai scelta fu più azzeccata. Vi guardo da lontano, con un misto di tristezza e compassione, a cullarvi nelle vostre certezze che non vi porteranno da nessuna parte e vi faranno restare ai margini del cambiamento. Contenti voi, io grazie a Dio le mie tasse le pago altrove.
Un giudizio negativo globale su tutto e tutti, sule Amministrazioni che non hanno idee, sui giovani che non vedono un futuro, sugli anziani che sembrano vivere nel passato. C’è in questa signora, un’amarezza di fondo che gli fa scrivere anche cose in parte condivisibili con il tono sbagliato della compassione nei nostri confronti, di noi che restiamo, tanto da porsi nella categoria di coloro che non si sono mai resi conto di quello che hanno avuto intorno di bello vivendo a Vecchiano. Il suo concetto di bellezza è ben diverso dal nostro e lo si capisce quando nella prima parte della lettera denigra senza termini il nostro territorio
Quali sono le montagne di cui parla? Il monte Serra? O forse l’Appennino, che comunque è ben lontano da Vecchiano? E la campagna meravigliosa? A Vecchiano? Ma se è un piattume frutto della bonifica di una zona paludosa. Non spacciamola per quello che non è, per favore. Scrive inoltre che il nostro territorio di Vecchiano “è vario e non piatto come nelle grandi pianure del Nord dove l’occhio spazia per chilometri senza incontrare nessun ostacolo, luoghi di una piattezza disarmante e monotona che fa intristire. Noi possiamo scalare colline, posiamo perderci nelle macchie, passeggiare lungo il mare, andare in barca a nostro piacimento su lago, fiume o mare”: io questa varietà non la vedo, vedo un piattume ben peggiore di quello del Nord, e sa perché? Perché al nord almeno da quel territorio hanno tirato fuori lavoro e pane per la gente che lo abita. Qui come è stato utilizzato il territorio di Vecchiano? Quali colline scaleremmo a Vecchiano, che non ci sono? Non prendiamoci meriti che non abbiamo, le vere colline toscane non stanno a Vecchiano. E il lago? Vogliamo parlare del lago invaso da inquinamento e animali che hanno devastato la fauna lacustre? Tema bicicletta e piste ciclabili: ha mai fatto un giro nel piatto Nord per vedere come funzionano le piste ciclabili? Provi a digitare “Ciclo via del Sole” o “Bicipolitana di Bologna” per capire cosa si intende per piste ciclabili e soprattutto per rendere fruibile un territorio alle bici.
Mia cara signora sicuro che si potrebbe fare di più, sicuro che ci sono delle mancanze qui da noi ma credo che lei debba essere posta su un altro piano, con una diversa idea del modo di essere nel territorio. Noi vecchianesi amiamo il nostro territorio e ne godiamo ogni giorno non invidiando per niente le sue grandi pianure piatte e deprimenti, le vostre nebbie perenni, lo smog delle vostre città.
Forse lei non se n’è mai accorta, non ha saputo guardare, non ha mai provato, quando viveva a Vecchiano, quell’animo leggero che arriva immancabilmente quando si arriva in Bocca di Serchio durante la stagione morta dell’autunno o dell’inverno. Non conosce di sicuro la sensazione del vento in faccia che sa di salsedine quando lo sguardo si perde in quell’azzurro potente. Lei ama forse i centri commerciali e le strade asfaltate e diritte, noi amiamo di più la natura e le strade sterrate tortuose, andare lentamente tra campi di girasoli d’estate o guardare spiagge con montagne innevate in lontananza d’inverno; noi siamo più semplici, amiamo cose più semplici. Lei nata a Pisa e vissuta a Vecchiano non è mai stata dei nostri. Paghi pure le tasse altrove, lei non ci interessa.
Volevo finire con una parola sui nostri giovani. Ce ne sono al bar a non far niente certamente, come saranno sicuramente anche da lei (la terra piatta intristisce e deprime come la nebbia e lo smog) ma ce ne sono molti altri che, qui da noi, fanno volontariato, organizzano feste di rioni, gare sportive, raccolte alimentari, spettacoli per grandi e piccini, giovani che puliscono le spiagge, lottano per la conservazione della natura e qualcuno si occupa anche di politica.
Non è facile per loro uscire dalla gabbia appiccicosa dei social, da una società troppo competitiva, da una percepita mancanza di futuro ma forse lo è di più se si vive in una piccola comunità dove ci si conosce, dove si può chieder un aiuto, dove si può ancora parlare, dove le istituzioni sono ancora vicine. Più difficile nelle città disumanizzanti dove la solitudine è condizione comune, le istituzioni lontane, i vicini nemmeno si conoscono e appena si salutato gli stessi dirimpettai, dove pensare solo a sé stessi e al proprio interesse rappresenta il massimo impegno personale.
Cara signora, abbiamo due idee molto diverse di come si debba vivere, noi forse siamo più provinciali e ci accontentiamo di poco, ma ci sta bene così. Si potrebbe avere di più? Sicuramente, qualche novità ci farebbe piacere e ci porterebbe vantaggi, senza dubbio. Ma rimaniamo contenti di vivere qui e se lei vive altrove le auguro comunque di essere felice dovunque si trovi, perché qui, da noi, era fuori luogo.