Nella prestigiosa Sala Gronchi del Parco Naturale di Migliarino, San Rossore e Massaciuccoli, il 20 ottobre alle ore 16, avrà luogo la cerimonia di premiazione della dodicesima edizione del concorso artistico-letterario "Area Protetta", organizzato da MdS Editore, Associazione La Voce del Serchio e Unicoop Firenze Sezione Soci Valdiserchio-Versilia.
Vista la grande massa di informazioni, dibattiti, nuove norme, pareri di scienziati e non (compresi filosofi e giuristi) che confondono anche le menti più preparate forse conviene dare qualche consiglio utile per sapere come comportarsi se e quando compaiono alcuni sintomi di malattia: un po’ di mal di gola, febbre da lieve a moderata, dolori muscolari e spossatezza.
Una prima distinzione va fatta a seconda dello stato vaccinale del soggetto. I vaccinati con due dosi da tempo o con tre dosi prima di tutto possono stare tranquilli, la malattia difficilmente sarà grave, specie in assenza di patologie pregresse importanti come diabete, cardiopatia, obesità, ipertensione, insufficienza respiratoria o renale grave.
In un soggetto invece non vaccinato la progressione della malattia è piuttosto imprevedibile per cui il paziente dovrà valutare con molta più attenzione un eventuale peggioramento dei sintomi, a maggior ragione se sono presenti anche altre importanti patologie, e nel caso mettersi subito in contatto col proprio medico curante.
Comunque alla prima comparsa dei sintomi la prima cosa da fare è considerarsi malato, mettersi a riposo o addirittura a letto, isolarsi per quanto e possibile e aspettare per vedere l’evoluzione della malattia.
Poi ci sono alcune cose da non fare.
La prima è evitare di fare immediatamente un test antigenico per sapere subito se si tratti di un contagio da Covid. Il test ha una attendibilità sufficiente ma non assoluta e non viene positivo, in caso di contagio, se non dopo alcuni giorni dall’inizio dei sintomi. Farlo precocemente può dare una falsa sicurezza di non essere contagiosi e rischiare di trasmettere la malattia ad amici e parenti.
Una seconda cosa da non fare è quella di prendere subito farmaci senza un preventivo consulto col medico curante. Se i sintomi sono lievi non serve prendere niente ed anche la febbre, se non supera i 38,5°, va possibilmente mantenuta essendo la principale forma di difesa contro il virus. Il virus è attivo e si riproduce facilmente alla temperatura normale di 37°, una temperatura più elevata diminuisce la sua capacità di riprodursi e moltiplicarsi.
Se la febbre supera 38,5 si può intervenire con i farmaci fra cui da preferire è un antinfiammatorio non steroideo (Brufen, ad esempio come nome commerciale) mentre il paracetamolo (Tachipirina) è messo in secondo piano per il suo effetto negativo sul glutatione.
L’antinfiammatorio pare riduca in maniera significativa l’insorgenza di complicazioni nel caso di infezione da Covid, ma può essere ugualmente utile anche in caso di forme influenzali e parainfluenzali.
Assolutamente sconsigliato è il cortisone nelle prime fasi di malattia (sia questa il Covid o una normale influenza) perché riduce le difese naturali dell’organismo favorendo la proliferazione del virus. Nel caso del Covid può diventare molto utile solo dopo la prima settimana quando può comparire una grave reazione, definita tempesta citochinica, che può complicare il decorso della malattia.
Si tratta solo quindi di aspettare l’evoluzione dei sintomi, con pazienza e attenzione, usando solo dei sintomatici contro la tosse o il catarro o una temperatura troppo elevata. Se il paziente possiede un apparecchio per il controllo dell’ossigenazione del sangue può controllare periodicamente che i valori restino costanti e nella normalità.
Se la febbre persiste troppo elevata e compaiono segni di riduzioni di ossigenazione del sangue e/o affanno respiratorio diventa indispensabile il contatto con il proprio medico curante che prenderà i provvedimenti necessari al caso specifico.
Su l’uso degli antibiotici, molto usati espresso a sproposito tanto che l’azitromicina pare non si trovi addirittura più in Italia, è bene ricordare che non hanno alcun effetto sui virus. Non solo sul coronavirus ma su tutti i virus in generale. Gli antibiotici funzionano su cellule organizzate come i batteri mentre sono inefficaci sui virus che non hanno strutture proprie ma utilizzano, per la loro vita, quelle dell’ospite che attaccano e infettano.
Si usano per prevenire complicazioni batteriche su un apparato respiratorio che può essere colpito e danneggiato, nelle sue difese, da una malattia virale. Le famose superinfezioni batteriche in cui diventano utili, direi anche indispensabili, ma che solo il medico curante è in grado di valutare e prescrivere il farmaco più adatto.
Per l’uso dell’eparina in caso di malattia da Covid è da evitare un uso generalizzato e personale e va riservata a casi particolari dietro consulto col proprio medico curante.
In conclusione quindi si può dire che in caso di infezione da Covid 19 il vaccinato può stare abbastanza tranquillo perché i suoi anticorpi, anche se non specifici, sono in grado di proteggerlo almeno dalle forme più gravi della malattia che può ridursi anche ad un semplice raffreddore.
Il non vaccinato invece deve prestare maggiore attenzione e specie se più anziano, o portatore di patologie pregresse importanti, non sottovalutare una eventuale aggravamento dei sintomi di malattia e mettersi precocemente in contatto col proprio medico di fiducia.
Per quanto riguarda i test diagnostici antigenici se può essere utile valutare personalmente un’ eventuale positività per rispetto di amici e familiari, solo i test molecolari dietro prescrizione specifica del medico curante possono garantire quella accuratezza diagnostica indispensabile per seguire le disposizioni di legge, riguardo a isolamento, quarantena e altro in caso di infezione da Coronavirus 19.
Per i comportamenti su isolamento e quarantena può essere utile dare un’occhiata a questo sito:
https://www.today.it/attualita/sintomi-covid-positivo-tampone-cosa-fare.html?fbclid=IwAR3APlqbiepDdsGuOim6LU8udBGMvfW1SD-pJuCYD_R6VWAy6Wwza9VAQtg