Se la guerra si dovesse decidere in televisione probabilmente sarebbe una guerra infinita, stante le diverse e spesso divergenti opinioni. Su tutto, sulle cause, le strategie, le soluzioni. Ma ogni opinione è di per sé, per definizione, rispettabile, se non presa per interesse personale o strategia politica. Ognuno ha il diritto costituzionale di esprimere la sua evitando sempre di offendere gli altri.
Quando la poesia chiama bisogna rispondere.
(di Nadia Chiaverini)
Credo che nascondere o modificare il proprio corpo che invecchia, faccia parte di un agire - imparato - che non vuole farci accedere con agio alla saggezza dell'invecchiamento.
Quando ero bambina aspettavo con entusiasmo la seconda domenica di maggio perché era la festa della mamma e coincideva con quella del paese di Migliarino dove vivevo con la mia famiglia.
La Voce ha tante sfumature e il Serchio le fa sue.
O il contrario.
Non è una foto fatta con artifizi al piccì, ma fatta nell’Oncino all’alba.
I colori vibrano come corde di arpa, toni alti, medi e bassi e l’acqua del Serchio li modula come suoni da vedere con gli occhi e sentire con il cuore.
Ognuno scelga la canzone che preferisce e guardi fissamente lo schermo: si adatterà alla vista.
Ora tolga l’audio: si adatterà al battito del cuore.
No, non sono né malato né pazzo, ma solo innamorato del mio Serchio!
I latini dicevano: "Vox Auseri”, i francesi “La voix de Serchio”, quasi come gli spagnoli che dicono “La Vox del Serchio” e con la nostra italica Voce finisce la bellezza del Serchio e del suo nome.
È inutile che gli inglesi cerchino di avvicinarsi con “The voice of the Serchio”, ci mancherebbe altro!
Se volessero poi partecipare ai nostri giochi verbali anche i tedeschi saremmo alla frutta, anzi alla “torba”!
Ci pensate a “Die Stimme des Serchio”?
O al cinese “Sài er ji ao de shengyn” o allo stranamente affine “Sawt al sirt shyu” arabo?
Meglio allora il samoano/hawaiano “Ka leo o Serchio”!