Il mese scorso è stato presentato un nuovo libro pubblicato dall'Editore MdS, "Il coraggio tra i fiori di ortica", un'opera intensa e profonda cheracconta l'infanzia non solo nella sua dimensione più luminosa, ma anche nelle sue ombre, fatta di giochi e risate, ma anche nelle sue ombre, tra segreti, paure, abusi e battaglie quotidiane che i più piccoli affrontano con straordinaria forza.
Un libro che ci ha subito colpito e per il quale si preannunciava un sicuro interessamento e successo a livello nazionale.
Nonostante la mia (lontana) infanzia in un contesto familiare e paesano di povertà e privazioni, sono cresciuto senza nessuna invidia per chi potesse stare meglio di me, anzi di noi, perché eravamo tutti uniti nei sentimenti di amore e comprensione, al punto tale che si sentiva in disagio il “ricco” sentendosi lui diverso dal gruppo e cercava aggregazione, lui, scambiando il suo bel panino fresco farcito di prosciutto con due fette dure di pane unte con olio e sale o con vino e zucchero.
Nessuno invidiava nessuno, nessuno colpevolizzava la famiglia se il giocattolo non arrivava, nessuno era superbioso o prepotente.
L’invidia, (non importa che sia essa uno dei sette vizi capitali) l’esatto contrario di carità (chiamata cristiana, ma invece o meglio universale),
non mi tocca, neanche per l’amica Paola che ha scattato questa “superba” fotografia nel mitico Pantanal.
Per Paola no, ma per la “superba” lontra che si mangia una “superba” anquillona, quello sì!