E’ una frase tratta da “Una storia come questa”, canzone del 1971 interpretata da Adriano Celentano su testo e musica di Goffredo Canarini e Miki Del Prete. Una realtà che molti di noi hanno vissuto e che sembra appartenere ad un passato così lontano da essere quasi dimenticato. Ma forse….
Anche in posti sperduti come questo, un paesino che conta appena 79 abitanti, si può trovare un circolino Arci. Chiuso, come vedete, non perché giornata di festa, ma perché la pandemia ha colpito duro questo tipo di strutture che, tranne rare eccezioni, vivono sempre ai margini della sopravvivenza economica.
Eppure sono stati sempre i luoghi dove la classe meno abbiente, la marginalità sociale e il volontariato hanno trovato il loro punto d’incontro.
Un luogo di accoglienza, di partecipazione, di solidarietà e di cultura, con i limiti delle sempre esigue disponibilità economiche, che ultimamente, con il massiccio aumento delle bollette energetiche, li hanno messi in ginocchio.
Molti sono chiusi, molti sopravvivono a fatica e non sappiamo fino a
quando.
Si sono levate alte le voci dei vari presidenti nazionali di Arci e Acli per invocare attenzione e aiuti con lo scopo di mantenere in vita questi che sono rimasti gli ultimi baluardi dove accoglienza e socialità non sono solo vane parole.
Nick