La Pro Loco Ripafratta “Salviamo La Rocca” organizza per sabato 18 maggio una conferenza dal titolo “Crocevia di cammini - Il confine pisano-lucchese tra itinerari e cammini, beni storici, turismo sostenibile e volontariato culturale”. L’evento si terrà a Villa Roncioni, nel borgo di Pugnano, comune di San Giuliano Terme, alle ore 10
Figli di Putin L’Italia si smarca a fatica dal putinismo imposto dai populisti (e dal gas)
Matteo Salvini e Giuseppe Conte hanno condannato l’invasione del Cremlino, ma evitando di prendersela con il dittatore russo, come invece ha fatto Enrico Letta. Per fortuna Quirinale e Palazzo Chigi hanno indirizzato il nostro Paese nella parte giusta della storia, ma resta il grande problema energetico
Mentre sull’Europa cala una nuova cortina di ferro per volere della Russia di Vladimir Putin, l’Italia per una volta si ritrova senza grandi smagliature di qua dalla cortina, a fianco dell’Ucraina invasa e contro il Cremlino incendiario. Non era scontato.
Il primo partito in Parlamento, il Movimento 5 stelle, è da sempre solcato da simpatie putiniane in odio all’ordine mondiale fondato sui principi dell’atlantismo democratico e multipolare; il partito più forte della destra, la Lega, è (stata) una delle pedine sovraniste che Mosca ha sempre guardato con favore, per non dire sostenuto in vario modo e che infatti tradisce un qualche fastidio in tutta questa vicenda che vede Putin (definito da Matteo Salvini nel 2019 «il migliore uomo politico del mondo») sul banco degli imputati nel Tribunale della Storia.
Mentre è stata più netta Giorgia Meloni, che ha condannato Mosca senza giri di parole, ma la cosa non deve sorprendere: non risulta un particolare legame ideologico tra Fratelli d’Italia e il Cremlino – chissà, forse per una sorta di transfert anticomunista – che pure non vede certo male i vari pezzi sovranisti qua e là per il mondo.
È dunque soprattutto il cuore dei gialloverdi a non battere per Kiev. Il Fatto è come al solito l’organo di riferimento dell’antiamericanismo della destra e della sinistra estrema, nelle sue diverse forme. Il trucchetto usato da Salvini e da opposti ambienti di sinistra sta nell’assicurazione di essere contro la guerra ma senza fare nomi e cognomi di aggressori e aggrediti, e c’è chi rispolvera il vecchio pacifismo pilatesco, come Emergency che in un comunicato non cita Putin e la Russia.
In questo quadro il capo leghista, gran tessitore delle trame Cremlino-via Bellerio (ricorderete il caso Gianluca Savoini) avrebbe potuto trovare nell’aggressione russa all’Ucraina un momento di protagonismo, di eccitata partecipazione, di sottile godimento per l’inusitato attacco all’Europa. Ma sarebbe stato clamorosamente solo. E quindi i putiniani d’Italia stavolta hanno dovuto mettere la coda tra le gambe.
Quindi senza alcuna enfasi, Salvini e Giuseppe Conte hanno condannato l’aggressione, pur evitando di attaccare frontalmente l’autocrate di Mosca come invece ha fatto Enrico Letta, che ieri ha avuto la prontezza di chiamare la gente in piazza sotto l’ambasciata russa a Roma – un semplice sit in senza bandiere se non quelle della pace – invitando «all’unità del Paese e del mondo libero contro la follia di Putin».
Una linea dura che è poi quella di Mario Draghi e ovviamente di Sergio Mattarella. Il Capo dello Stato ha convocato ieri pomeriggio il Consiglio supremo di Difesa che ha emesso un comunicato in cui dopo la condanna della Russia si parla di «misure severe» da assumere nel contesto delle decisioni dell’Unione europea.
Il presidente della Repubblica e il capo del governo hanno schierato dunque l’Italia – e non c’era da dubitarne – dalla parte del mondo libero, e in questa scia soprattutto il Pd ha dato la linea alla politica italiana. Impedendo dunque sul nascere posizioni ambigue del M5s.
Resta il tema delle sanzioni più dure, volte al colpire il sistema di pagamenti internazionale swift, richieste da Joe Biden. L’Italia e la Germania sono dipendenti dal gas russo, che pagano con il sistema swift, per questo chiedono un approccio meno radicale, oppure di escludere dalle sanzioni i pagamenti per l’approvvigionamento energetico.
Ecco perché stamane Draghi riferirà in Parlamento in una situazione abbastanza ottimale, addirittura con tutte le forze politiche d’accordo nella condanna dell’invasione e nel sostegno all’Europa e ai suoi alleati in difesa dell’Ucraina – «Paese amico», ha sottolineato il Consiglio supremo di difesa. Naturalmente Pd, Italia viva, +Europa, LeU, Forza Italia (e Fratelli d’Italia!) lo faranno convintamente e sinceramente, mentre grillini e leghisti si accoderanno obtorto collo.
Meglio così, merito di Mattarella, Draghi e Letta. Sempre per la serie che è stata davvero una fortuna la conferma del primo al Quirinale (potevano esserci Frattini o la Casellati…) e di SuperMario a palazzo Chigi.