E' davvero con grandissimo piacere che pubblico il profilo di questa settimana, uscito come sempre dalla penna di Stefano Benedetti, ma con un valore in più.Quello delle storie compiute, che nascono in quel passato che abbiamo preso come riferimento, ma che arriva fino ai giorni nostri, dando completezza alle vite e alle vicende dei personaggi che vengono ricordati. Ancora di più quando si racconta la storia di un emigrante, quale che ne sia il motivo all'origine. Mi unisco perciò a quanto scrive Stefano, dedicando questo articolo all'amico Leo Gargi
Vi porto con me.
Nel 1994 mi trovavo a Londra per lavoro. In albergo i portiere sapeva della mie esperienze di teatro amatoriale e quando una troupe televisiva cercava "comparse esperte" per girare uno spot pubblicitario gli segnalò il mio nome.
La troupe proveniva da Seul e stava girando uno spot sul gioco del calcio per promuovere questo sport nella Corea del Sud. In programma c'erano i set delle località più famose del mondo dove ambientavano una breve scena di calcio tra la gente impegnata nelle normali azioni quotidiane come il passeggio, la conversazione o la sosta per un caffè. L'interprete principale era un giovane ed atletico ragazzo moro che si limitava a palleggiare ed a correre tra le comparse.
Prevedevo che poi un sapiente montaggio avrebbe oltre che arricchito di musiche la pellicola avrebbe anche lanciato il messaggio per amare lo sport in generale e il calcio in particolare come veicolo di amicizia tra i popoli e benessere fisico personale.
Mi dissero che avevano già girato in numerose città europee e americane; per Londra avevano scelto il prato antistante il London Bridge.
Organizzazione perfetta. Partenza in pullman dall'hotel insieme alle altre persone selezionate. Arrivati sul luogo con alle spalle una delle vedute più celebri del mondo provai una intensa emozione. La regista ci indicò le poche e semplici azioni da fare con precisione.
Abbigliamento quello che ognuno di noi indossava normalmente.. Ripetemmo il breve spot per alcune volte.
E anche per questo io tendo a preferire, e di gran lunga, il palcoscenico !
Durante la pausa arrivarono i cestini per la colazione e le bevande calde che furono ben accettate perché la temperatura era molto fredda. Al termine, prima dl ritorno in albergo ricevemmo il compenso con tanto di ricevuta per quietanza.
E' stata, senz'altro, una esperienza unica che ricordo con particolare piacere.