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La Pro Loco Ripafratta “Salviamo La Rocca” organizza per sabato 18 maggio una conferenza dal titolo “Crocevia di cammini - Il confine pisano-lucchese tra itinerari e cammini, beni storici, turismo sostenibile e volontariato culturale”. L’evento si terrà a Villa Roncioni, nel borgo di Pugnano, comune di San Giuliano Terme, alle ore 10

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Correva voce, al Circolo, che Bruno della Baldinacca .....
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di Mario Lavia
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di Biancamaria Coli seg. PD Circolo di Nodica
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di Umberto Mosso
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IMMAGINA San Giuliano Terme
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Crollo mura di Volterra; mozione di Pieroni (Pd)
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A cura di Erminio Fonzo
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da Museo del Bosco
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Di Gavia
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Dal 17 al 19 Maggio ore 10.00 - 20.00
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Forum Innovazione di Italia Economy" II EDIZIONE
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Valdottavo, 17 maggio
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Pisa: quartiere delle Piagge
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Pisa, 16 maggio
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Credevo di riuscirci mare
Ma non ti potei solcare
Ma è vero giuro è vero
Pur cambiando la vela e mura
Se gira il vento dritta
Al cuore
Per amarti .....
La Proloco di San Giuliano Terme, attenta alla promozione e alla valorizzazione dell'ambiente indice il concorso "il giardino e il terrazzo più bello" .....
La resistenza armata è etica.
L’intervento di Luigi Manconi su Repubblica di oggi è semplicemente straordinario.

9/3/2022 - 16:33

La resistenza armata è etica.

 

L’intervento di Luigi Manconi su Repubblica di oggi è semplicemente straordinario.

Dovrebbero leggerlo tutti, soprattutto chi confonde pace con resa e difesa della democrazia e della libertà con cinismo e realpolitik.

Grazie.

“Chi abbia letto i racconti partigiani di Beppe Fenoglio ricorderà con quanta ansia le diverse formazioni della resistenza attendessero e, poi, con quanto sollievo accogliessero i lanci dei rifornimenti (armi, attrezzature, tabacco) da parte degli aerei degli eserciti alleati. E quanto quelle provviste che piovevano dal cielo contribuissero a determinare il morale dei combattenti, la loro capacità militare e l`equilibrio dei rapporti di forza sul campo. Di conseguenza fatico a immaginare perché mai - pur essendo nel frattempo cambiato il mondo - inviare mezzi militari ai resistenti ucraini costituisca un errore irreparabile e un rischio mortale.

Per me l`Associazione nazionale partigiani d`Italia è sacra, ma non riesco proprio a intendere le parole del suo presidente Gianfranco Pagliarulo quando afferma che «l`invio di armi in Ucraina espone il nostro Paese a un grave pericolo».

E, dal contesto, si evince che quanto si teme sia la rappresaglia contro l`Italia, oltre che l`acutizzarsi del conflitto. La conseguenza ultima, ma coerentissima, di un simile ragionamento è quella di chiedere - qualcuno già lo fa - la resa immediata dell`Ucraina.

Ma, con questa logica, si sarebbe dovuto rinunciare a gran parte delle azioni armate della Resistenza, con l`inevitabile mortificazione di qualunque ruolo dell`Italia nella guerra di liberazione e di qualunque successiva ambizione all`indipendenza e alla sovranità nazionale.

Ecco, pur considerando il profondo mutamento intercorso tra l`Europa degli anni Quaranta e quella odierna, credo che il sostegno ai cittadini ucraini per difendere l`identità, la dignità e il ruolo futuro di quel popolo, sia cruciale. Dico questo perché ritengo che le posizioni di quanti si dichiarano pacifisti vadano prese sul serio e trattate con rispetto, al netto di due considerazioni.La prima: mi sembra evidente che, come mi dice Massimo Recalcati, «l`inconscio di una certa sinistra detesta la democrazia». Così si spiega, forse, l`affannarsi di tanti nel precisare puntigliosamente che «Putin non è Hitler».….

In altre parole, la domanda è: cosa fare oggi - proprio oggi - mentre un colpo di mortaio annienta una madre, un padre e i loro figli in una strada di Irpin?

Ecco, fatta salva l`urgenza di tentare tutte le vie politico-diplomatiche, tutte le mediazioni internazionali, tutti i percorsi per negoziati, corridoi umanitari e cessate il fuoco: ecco, tentato tutto questo, perché mai non dovremmo sostenere, anche attraverso la fornitura di armi, gli ucraini che vorrebbero difendere quella famiglia?

È il senso di quella che già trent`anni fa, dopo l`assedio di Sarajevo e la strage di Srebrenica, chiamammo ingerenza umanitaria. Ed è, ancora, nient`altro che la trasposizione - nel ferro e nel fuoco dell`occupazione russa - dell`apologo del Mahatma Gandhi (ricordato da Vito Mancuso su La Stampa di domenica scorsa): un uomo in preda a follia omicida uccide con la sua spada chiunque incontri sul cammino: colui che trova il coraggio di ucciderlo sarà considerato un uomo caritatevole.….

 

Infine, c`è un`enorme questione etica: si deve adottare la massima prudenza per evitare effetti non voluti e che un domani quelle armi, inviate in Ucraina, siano rivolte contro di noi. Ma resta un dilemma ineludibile: davanti all`inerme che soccombe, gli "uomini caritatevoli" possono sottrarsi alle proprie responsabilità in nome del rifiuto della violenza e della guerra?

E consentire - ovvero non impedire - che l`inerme sia cancellato dalla faccia della terra e dalla storia non significa, forse, perpetuare la più grande delle ingiustizie?”

Fonte: Luciano Nobili
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9/3/2022 - 19:00

AUTORE:
Lettore

Invidio chi ha certezze, non è da me.
Mentre "l'inconscio di una certa sinistra detesta la democrazia" mi sembra una enorme cassata.
Da uomo di sinistra la democrazia la ritengo un valore assoluto, come quello di non essere così sicuro che inviare armi sia la scelta migliore.
Più combattimenti significano più morti mentre aiuti umanitari e tanta diplomazia le chiavi per porre fine al conflitto.
Insistere diplomaticamnete perchè ognuno dei due contendenti rinunci a qualcosa dei loro proclami la sola via di uscita senza più armi e più morti e sfollati.