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L'analisi del nuovo articolo di Franco Gabbani si sposta questa volta nel mondo di un associazionismo antesignano, le confraternite, necessarie per togliere dall'isolamento e dal mutismo le popolazioni delle campagne, anche se basate esclusivamente sui pricipi della religione.

E d'altra parte, le confraternite, sia pur "laiche", erano sottoposte alla guida del parroco.Sono state comunque i primi strumenti non solo di carità per i più bisognosi, ma soprattutto le prime esperienze di protezione sociale verso contadini ed operai.

Il fu presidente Biden lascia la carica e fa un bel .....
E non c'è da cambiare idea. Dopo aver sostenuto la .....
. . . sul Foglio.
Secondo me hai letto l'intervista .....
L'intervista a Piazza Pulita è di 7 mesi fa, le parole .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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di Andrea Paganelli
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di Umberto Mosso
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di Andrea Paganelli
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di Tonino Serra Contu
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di Niram Ferretti
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di - Maestra Antonella
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Arabia Saudita
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Dalla pagina di Elena Giordano
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Indaco il colore del cielo
non parimenti dipinto
Sparsi qua e là
come ciuffi di velo
strani bioccoli di bambagia
che un delicato pennello
intinto .....
tutta la zona:
piscina ex albergo
tutto in stato di abbandono

zona SAN GIULIANO TERME
vergogna
ATTIESSE ASSOCIAZIONE TEATRO SPETTACOLO
ALFONSINA. LA DONNA CHE ARRIVAVA SEMPRE ULTIMA

4/4/2022 - 19:36

ATTIESSE ASSOCIAZIONE TEATRO  SPETTACOLO E
 ASSOCIAZIONE CULTURALE IL GABBIANO PRESENTANO:
 
ALFONSINA. LA DONNA CHE ARRIVAVA SEMPRE ULTIMA
 
 
Testo originale di Stefano Benedetti
Con Daniela Bertini,
Matteo Marranini, Francesco Giacomelli
Regia di Federico Meini
Fonica/luci Marina Pieroni, Antonio Vettraino
Consulenza musicale Sara Nannipieri
 Scenografia di Associazione Il Gabbiano  e Simone Pallini
Si ringrazia per gli oggetti di scena CicliMoto Francesco Longo
Foto di scena Francesco Sinni
Con la partecipazione di
Simone Cioli, Ambra Matteini, Stefano Nencini, Michelangelo Roncella
 
 
<< Fare un allenamento, allenarsi in bici, voleva dire soffrire, sudare, sporcarsi, ed infine soffrire.(…)
Cosa si doveva fare. Pedalare. Macinare pedalate su pedalate, non sperare mai di scendere con i piedi a terra, non agognare mai di fermarsi, di arrivare a finire il tragitto.>>
 
Le parole che Stefano Benedetti mette in bocca ad Alfonsina, ben si prestano ad essere applicate anche al lavoro di preparazione dello spettacolo che porta in scena la vita della famosa ‘’Regina della pedivella’' che unica donna, corse al Giro d'Italia del 1924: racconta la sua passione per la bici, grandissima e importante, fin da bambina, le sue difficoltà in quanto femmina a vedere accolta la sua scelta di correre in bici, questa sua passione che la accompagnò per tutta la vita, fino a quando aprì una bottega di riparazioni a Milano. E la protagonista è proprio una bottega di riparazioni di biciclette: un luogo di ricordi, dove il racconto si snoda in un modo che potremmo azzardare a definire ‘brechtiano’. L’attrice è talvolta narratrice, talvolta personaggio; potrebbe essere una sorta di fantasma di Alfonsina, che torna nella sua bottega e ritrovando i suoi attrezzi, i fascioni, la sua bicicletta, si accende nel racconto che non è lineare, ma costruito per flashbacks che attraversano gli episodi più significativi della sua vita, personale e sportiva.
Un team di tutto rispetto si è formato con le due Associazioni, Attiesse Teatro Spettacolo e  Il Gabbiano, per questo spettacolo, che ha avuto anche l’approvazione e un finanziamento della Fondazione Pisa, per portare in scena una storia unica, bella, emozionante. E Daniela Bertini, sostenitrice del motto ‘ non si finisce mai di imparare’, ha cominciato nei primi giorni di Luglio ad andare a fare pratica in un laboratorio di riparazioni di biciclette per poter meglio capire e provare la fatica ma anche le sensazioni della protagonista della storia, che negli ultimi anni della sua vita (una vita vissuta sempre di corsa, in bici sulle strade e anche, per un periodo, in un circo) aveva aperto una bottega di riparazioni di biciclette a Milano. E così ha passato diverse mattine a fare ‘apprendistato’ con Francesco Longo e Leonardo Geri, nella storica bottega in piazza Toselli a Pisa.
Fatica, sudore, cadere, rialzarsi, sporcarsi le mani: ecco, la metafora della vita ciclistica di Alfonsina è la stessa che ha vissuto Daniela con la guida di Federico Meini, regista e attore dell’Attiesse, con la stessa determinazione e volontà di essere in grado di affrontare questa sfida di portare sul palcoscenico, dopo anni (più di trenta!) di teatro comico, di spettacoli per l’infanzia e di teatro di strada, un monologo intenso ed originale, scritto con la profondità e la cura che caratterizza i testi di Stefano Benedetti .

Un testo e quindi uno spettacolo che racconta sì la storia di Alfonsina ma soprattutto ci fa scoprire le sue paure, i suoi tormenti, le sue lotte, le sue sconfitte e le sue rivincite interiori, tra corse, polvere, saliscendi, fatica e forza di volontà. 

Ce la racconta proprio lei, Alfonsina, portandoci nella sua bottega, a Milano, tra ruote di bicicletta, camere d’aria da riparare e la ‘’morca’’ sugli attrezzi e sulle mani. E ci ricorda che nessun sogno è troppo grande per essere inseguito, ci ricorda che con l'impegno e una passione sconfinata, l'impossibile diventa possibile.
Insieme a Daniela, sul palco, ci sono il giovane Matteo Marranini (nella vita appassionato ciclista), e Francesco Giacomelli, che interpreta un piccolo affezionato cliente di Alfonsina. Entrambi fin dalle prime prove hanno dato un contributo importante al lavoro con la loro presenza ed entusiasmo.
In questa replica al Teatro Olimpia di  Vecchiano si arricchisce di una introduzione storica curata dagli attori e attrici dell’Attiesse Simone Cioli, Ambra Matteini, Stefano Nencini e Michelangelo Roncella.


Link alla recensione di Marlo Puccetti su La voce del Serchio del 16/09/2021
http://www.lavocedelserchio.it/vediarticolo.php?id=37113&page=0&t_a=successo-al-teatro-rossini-per-alfonsina&fbclid=IwAR3-jWcmHe2WCgXEyWejinUsHTdg_gMthbweasNWOzQSsmAvTRWollUh7K0





 






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