Il mese scorso è stato presentato un nuovo libro pubblicato dall'Editore MdS, "Il coraggio tra i fiori di ortica", un'opera intensa e profonda cheracconta l'infanzia non solo nella sua dimensione più luminosa, ma anche nelle sue ombre, fatta di giochi e risate, ma anche nelle sue ombre, tra segreti, paure, abusi e battaglie quotidiane che i più piccoli affrontano con straordinaria forza.
Un libro che ci ha subito colpito e per il quale si preannunciava un sicuro interessamento e successo a livello nazionale.
continuiamo la pubblicazione degli scritti che ci arrivano sulla maternità.
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È Putin, non Zelensky, che deve essere fermato
Putin è un despota antico.
Nel XXI secolo pretende di combattere la guerra del XIX secolo: conquistare territori con la forza del numero di soldati, la paura dei governanti e dei cittadini nemici e la resa per le morti civili. Una utopia.
Sul campo lui la guerra l’ha già persa: non ha preso Kiev, si è impantanato e si è rivolto a prendere il Donbass.
Dal punto di vista militare l’armata russa si è dimostrata un colabrodo. Supplisce con la ferocia e la barbarie all’evidente frustrazione delle sconfitte sul campo. Ha ottenuto il risultato politico di riaccreditare il bisogno di NATO e di riaffermare, per il futuro, la necessità della difesa e delle spese militari.
Come fanno a non capirlo i residui pacifisti nostrani e i giornalisti putiniani delle nostre Tv? Putin, che è un unno, ha sfidato la tecnologia. E questo lo perderà. L’affondamento della Moskva lo dimostra. La tecnologia permette di avvistare e colpire mezzi di offesa a qualunque distanza e condizioni. E di colpire, chirurgicamente, senza come una volta la necessità di usare uomini o bombardieri. O missili lanciati da basi individuate dal nemico e messe fuori uso. E’ l’epoca dei satelliti, dei radar e dei droni.
Il barbaro russo ha preteso di fare la guerra antica: deprimere l’avversario con la legge del numero, con morte e distruzioni e fiaccando la popolazione civile. Gli ucraini si difendono con la tecnologia, fornita dai paesi NATO. Per questo Putin, sul campo, può vincere solo a costo di una distruzione immane e del genocidio dei civili. Militarmente non ha possibilità.
Ma lui è un criminale. La frustrazione può portarlo a usare l’arma nucleare. Che ci metterebbe in un altro scenario. Putin va fermato: è un barbaro, non un politico del ventesimo secolo. Va fermato smettendo di credere che il negoziato sia frutto di un appello ai due contendenti. Come, forse, è obbligato a fare il Papa.
Gli ucraini si stanno solo difendendo. E con la tecnologia, militarmente, lo fanno con molta efficacia. È su Putin che andrebbero rivolti cortei, manifestazioni pacifiste e appelli. E con le sanzioni per strozzare il suo bilancio di guerra. È Putin, non Zelensky, che deve essere fermato.
Umberto Minopoli
Presidente dell’Associazione Italiana Nucleare. Ha lavorato nel Gruppo Finmeccanica e in Ansaldo nucleare. Capo della Segreteria Tecnica del Ministro delle Attività Produttive tra il 1996 e il 1999. Capo della Segreteria Tecnica del Ministro dei Trasporti dal 1999 al 2001. Consigliere del Ministro dello Sviluppo Economico per le politiche industriali tra il 2006 e il 2009.