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L'articolo di oggi non poteva non far riferimento alla festa del SS. Crocifisso che Pontasserchio si appresta a celebrare, il 28 aprile.Da quella ricorrenza è nata la Fiera del 28, che poi da diversi anni si è trasformata in Agrifiera, pronta ad essere inaugurata il 19 aprile per aprire i battenti sabato 20.La vicenda che viene narrata, con il riferimento al miracolo del SS. Crocifisso, riguarda la diatriba sorta tra parroci per il possesso di una campana alla fine del '700, originata dalla "dismissione" delle due vecchie chiese di Vecchializia. 

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Pisa, 17 marzo
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Comune di Vecchiano
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Lei non è "abbastanzina informato" si informi chi .....
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per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Colori u n altra rosa
Una altra primavera
Per ringraziarti amore
Compagna di una vita
Un fiore dal Cielo

Aspetto ogni sera
I l tuo ritorno a casa
Per .....
Oggi è venuto a mancare all’affetto di tutti coloro che lo conoscevano Renato Moncini, disegnatore della Nasa , pittore e artista per passione. .....
Aspettando il 1° maggio.

28/4/2022 - 16:25


Il primo maggio è la festa dei lavoratori e delle lavoratrici.

Le lavoratrici che sono state purtroppo la sottocategoria dei lavoratori uomini. Pagate meno e di solito con un doppio lavoro, di cui uno gratuito. Quello esterno e quello di cura all'interno della propria casa. Affidata quasi esclusivamente a loro la gestione dei figli e degli anziani. A proposito di figli, che dovrebbero rappresentare una risorsa per la società dato che sono il suo futuro, prova ad essere una giovane donna ed una futura mamma. Scatta la mancata assunzione lavorativa o in alternativa quella con clausola di licenziamento prefirmato in caso di gravidanza, e per ultimo un certo mobbing se ti assenti per i figli. Poi qualcuno si arroga pure il diritto di decidere per te se non vuoi tenere un figlio. O perlomeno ci prova, incurante di una legge che le donne hanno conquistato palmo a palmo.

Molte battaglie sono state fatte, molti diritti conquistati... adesso si tratta di difenderli. Mamma ha incominciato a lavorare a 8 anni, come raccoglitrice di olive. La chiamavano la gobba perché era sempre china, qualcuno cercava pure di vuotarle il sacco, difeso con i denti. Poi c'è stato il lavoro in una fabbrica di mattoni, in Mandria, alle serre, come operaia in un calzaturificio. Il suo modo di opporsi ad un sistema di sfruttamento è stato "voglio attaccate le marchette" cioè i contributi lavorativi. Era la sua forma di ribellione. Non mi importa la durezza del lavoro ma voglio il rispetto di questo diritto. Una sua personale lotta di donna. Allo stesso modo mia figlia ribadisce che nessun paziente si dovrà permettere di chiamare lei signorina e il collega uomo dottore. Sono orgogliosa delle mie due donne. Ognuna di loro mette o ha messo un punto fermo su un diritto. Non scontato, credetemi. 

Mia madre si chiamava Franca Rossi, nome e cognome per l’unicità che ha rappresentato.

Che ognuno di noi rappresenta. 

Permettetemi, buon primo maggio sorelle.

Daniela Vanni

 

p.s. articolo scritto molto prima di quello di Mauro…non ho corretto il tiro…sono sempre io, le donne hanno tante sfaccettature… 

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