none_o


L'articolo di oggi non poteva non far riferimento alla festa del SS. Crocifisso che Pontasserchio si appresta a celebrare, il 28 aprile.Da quella ricorrenza è nata la Fiera del 28, che poi da diversi anni si è trasformata in Agrifiera, pronta ad essere inaugurata il 19 aprile per aprire i battenti sabato 20.La vicenda che viene narrata, con il riferimento al miracolo del SS. Crocifisso, riguarda la diatriba sorta tra parroci per il possesso di una campana alla fine del '700, originata dalla "dismissione" delle due vecchie chiese di Vecchializia. 

. . . quanto ad essere informato, sicuramente lo sono .....
Lei non è "abbastanzina informato" si informi chi .....
. . . è che Macron vuole Lagarde a capo della commissione .....
"250 giorni dall’apertura del Giubileo 2025: le .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
Colori u n altra rosa
Una altra primavera
Per ringraziarti amore
Compagna di una vita
Un fiore dal Cielo

Aspetto ogni sera
I l tuo ritorno a casa
Per .....
Oggi è venuto a mancare all’affetto di tutti coloro che lo conoscevano Renato Moncini, disegnatore della Nasa , pittore e artista per passione. .....
L’esercito delle lavoratrici invisibili

1/5/2022 - 6:00


Il 28 aprile è la Giornata mondiale per la salute e sicurezza sul lavoro (World Day for Safety and Health at Work), istituita nel 2003 dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro (International Labour Organization - ILO) al fine di sensibilizzare la comunità e promuovere il dibattito sulla prevenzione. Il tema della campagna 2022 è “Agiamo insieme per una cultura positiva della salute e sicurezza” (Let’s act together).
La Giornata internazionale del lavoro, celebrata il primo maggio per ricordare le lotte per i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici, ci riporta molto più indietro nel tempo. Il primo maggio 1867 in Illinois entrò in vigore la prima legge delle otto ore lavorative giornaliere, approvata l’anno precedente a Chicago, e fu organizzata un'importante manifestazione, con almeno diecimila partecipanti. In occasione del diciannovesimo anniversario dell'entrata in vigore della legge, il primo maggio 1886 fu deciso dalla Federation of Organized Trades and Labour Unions come il giorno di scadenza limite per estendere tale legge in tutto il territorio americano, pena l'astensione dal lavoro, con uno sciopero generale a oltranza. In quel giorno, anche Chicago partecipò allo sciopero generale, in particolare la fabbrica di mietitrici McCormick. Al Congresso Internazionale di Parigi del 1889 il primo maggio fu dichiarato ufficialmente come la Festa Internazionale dei Lavoratori, e fu adottata da molti paesi nel mondo. La decisione europea fu ratificata in Italia soltanto due anni dopo.
Non potrebbe essere aperto da ricorrenza più adatta il mese di maggio, dedicato ai caregivers, le persone che prestano cura sia a titolo lavorativo (caregivers formali) che come familiari (caregivers informali). Negli ultimi due anni, a causa della pandemia, l’attenzione si è concentrata sul personale sanitario, ma esiste un esercito invisibile di milioni di persone, costituito soprattutto da donne, che da sempre lavorano in condizioni stressanti per ben più di otto ore al giorno anche per molti anni: sono i familiari caregiver. Tuttora lottano per il più fondamentale dei diritti: essere riconosciuti come lavoratori. Essere caregiver è sempre un vero e proprio lavoro, che richiede competenze tecniche multidisciplinari e caratteristiche personali anche quando non è presente una qualifica professionale ed un contratto, e che espone a dei rischi.
Nel 2009 la biologa australiana Elizabeth Blackburn vince il Premio Nobel per la Medicina con una ricerca che dimostra scientificamente che lo stress al quale sono sottoposti i familiari caregiver provoca la riduzione delle loro aspettative di vita fino a 17 anni.
Nel 2015 il Coordinamento nazionale famiglie con disabilità (CONFAD), fondato e presieduto da Maria Simona Bellini, familiare caregiver, si attiva con una raccolta firme di denuncia, in forma cartacea, da indirizzare all’Unione Europea. Ne vengono raccolte, attraverso numerose manifestazioni in tutta Italia, oltre 40.000 in meno di due mesi. La denuncia contiene il mancato riconoscimento di tutele che dovrebbero essere garantite sia dalla Costituzione Italiana che dai trattati internazionali firmati dall’Italia. Di fatto in Italia per i familiari caregiver il diritto alla salute, ad una vita sociale, al riposo sono ancora solo parole. I rappresentanti di tutti i Paesi dell’Unione non ritengono tollerabile che in Italia non esista alcun tipo di supporto per questa categoria. La Commissione invia così richieste di chiarimento su una tempestiva attivazione al Governo italiano.
Bellini è promotrice anche del ricorso presso l'ONU contro lo Stato italiano per la mancata applicazione della Convenzione ONU sui Diritti del Persone con Disabilità nel nostro Paese. Il Comitato ONU per i Diritti delle Persone con Disabilità ha recentemente formalizzato l’impiego del rapporto ombra (Alternative Report) elaborato dal CONFAD, pubblicandolo tra i documenti ufficiali dell'ONU, chiamata a monitorare l'Italia sull'applicazione della Convenzione stessa proprio nel corso del 2016.
Sulla spinta di queste sollecitazioni sono stati presentati disegni di legge e proposte di legge al Senato della Repubblica e alla Camera dei Deputati, finalizzati al riconoscimento della figura del caregiver familiare.
Ogni due anni l’Osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere (Onda) pubblica un Libro bianco con l’obiettivo di fare il punto sullo stato di salute della popolazione femminile, offrendo di volta in volta uno sguardo di approfondimento su uno specifico e attuale tema. Per la sesta edizione (2018) è stato scelto il caregiving per il suo impatto sulla salute e sulla qualità di vita, e per il suo valore sociale. Il documento riporta che un terzo delle donne caregiver lavora senza aiuti e circa la metà fa affidamento su collaborazioni saltuarie in famiglia: questo incide sulla propria soddisfazione personale e, come evidenziato da molti studi, il carico di incombenze diventa fonte di forte stress psicofisico.
La Regione Toscana ha attivato un Centro di ascolto per il caregiver familiare promosso con lo slogan “Aiutiamo chi aiuta”. Il servizio è accessibile attraverso il numero 055 4385270, attivo dalle 9.00 alle 15.00 dal lunedì al venerdì, e attraverso l’indirizzo e-mail: ascolto.caregiver@regione.toscana.it. Il personale appositamente formato fornisce ascolto e supporto psicologico, informazioni e orientamento sui servizi offerti dal servizio sanitario regionale e dalle associazioni operanti nel settore della disabilità del territorio.
La mia esperienza di caregiver inizia come familiare e prosegue come operatrice, occupando gli ultimi diciotto anni della mia vita. Non si smette di essere caregiver quando i nostri cari ci lasciano o quando finisce l’orario di lavoro, diventa un modo di essere. Invito le persone che vivono questo tipo di esperienza a condividere le loro storie, perché la loro situazione non è un problema privato ma dell’intera comunità.

 

Anna Capaccioli

+  INSERISCI IL TUO COMMENTO
Nome:

Minimo 3 - Massimo 50 caratteri
EMail:

Minimo 0 - Massimo 50 caratteri
Titolo:

Minimo 3 - Massimo 50 caratteri
Testo:

Minimo 5 - Massimo 10000 caratteri

1/5/2022 - 22:15

AUTORE:
Gina Bonomi

Il titolo rende l'idea di quanto ancora oggi ci siano persone che si sostituiscono alle strutture pubbliche. I caregivers si prendono cura al 100% del proprio familiare non autosufficiente, disabile... in solitudine e con tanta forza fisica e mentale

1/5/2022 - 14:36

AUTORE:
Nadia Chiaverini

Articolo molto interessante ed aggiornato . Voglio solo porre l’attenzione sul fatto che i familiari di chi soffre di disabilità sono troppo spesso lasciati soli dalle istituzioni, e non tutti hanno la possibilità di essere formati con corsi appositi, senza tacere il fatto che il familiare caregivers presta assistenza gratuita continuando ed arsplicare tutte le altre mansioni . Ben venga quindi la normativa che tutela questo tipo di lavoro, perché la cura non può essere sempre gratuita, o prestata da “ badanti “, ma necessita di una prestazione professionale specifica

1/5/2022 - 12:31

AUTORE:
Lorena

L’amore a volte non basta per accudire i nostri cari, la forza di volontà cerca di incoraggiare quello sfinimento che nel tempo è sempre più logorante.

In alcuni giorni ho pensato e penso che non ce la posso fare a sostenere la situazione di stare 24 ore su 24 ore dietro un uomo grande con difficoltà psichiche e cognitive. Quando il cervello non ragiona scava una traccia così profonda dentro la nostra anima che anche la fede viene messa in dubbio.