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Il mese scorso è stato presentato un nuovo libro pubblicato dall'Editore MdS, "Il coraggio tra i fiori di ortica", un'opera intensa e profonda cheracconta l'infanzia non solo nella sua dimensione più luminosa, ma anche nelle sue ombre, fatta di giochi e risate, ma anche nelle sue ombre, tra segreti, paure, abusi e battaglie quotidiane che i più piccoli affrontano con straordinaria forza.

Un libro che ci ha subito colpito e per il quale si preannunciava un sicuro interessamento e successo a livello nazionale.

Quando si recrimina a Prodi e Ciampi di aver accettato .....
. . . v'ha fregato anda e rianda con il no all'Europa .....
Dinno a Livorno : Con leuri e cianno assistemato
. . . gredigi🤔 con la vecchia lira ora una pizza .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Raccontino di Giancarlo Montin
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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di Angela Baldoni
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Lentamente, gradatamente
mi affiorano i ricordi.
La tua testimonianza,
mamma carissima,
e non la donna
cinica e prepotente
ormai assente
e così .....
ad oggi la situazione è peggiorata
ora anche tir, pulman turistici , trattori, camion con cassoni per massi,
etc. . E ad alta velocita,
inquinamento .....
Di Vittorio Ferla/ Umberto Minopoli
La risposta di Putin a Draghi

28/5/2022 - 17:49



Vittorio Ferla sabato 28 Maggio 2022

di Umberto Minopoli
 
Qualcuno ha azzardato a paragonare la guerra di Putin a una lotta di classe internazionale tra ricchi e poveri.
Il sequestro del grano, bloccato dai russi nei porti ucraini, sta piegando le economie più povere dell’Africa e del mondo. Il nostro Premier ne ha fatto la prima delle priorità. La risposta di Putin a Draghi è il ricatto di un malfattore. Incurante del dramma della fame che sta creando ha irriso le richieste di Draghi subordinando l’allentamento della morsa sul grano all’eliminazione delle sanzioni.
Si è rivelata una balla la richiesta principale dei putiniani nostrani: “fate un’iniziativa diplomatica invece che inviare le armi”. All’iniziativa diplomatica Putin ha risposto: “non è il momento”. Segno che lui ha una sua agenda, che prescinde da ogni mossa diplomatica.
Il disfattismo dei putiniani d’Italia che agitano a vuoto le parole “pace e diplomazia” si dimostra anche sul cosiddetto “piano italiano” di pace presentato ai russi: irriso, perché contemplava una soluzione politica delle richieste territoriali dei russi, senza lo smembramento dell’Ucraina. Che invece è l’obiettivo di Putin.
Quindi non c’è diplomazia che tenga, i russi vogliono solo la vittoria militare, incuranti dei tempi (non è vicina) e dei mezzi (distruzioni e macerie ).
La Lega e 5 Stelle cavalcano la paura e l’egoismo di una parte di italiani che, nei sondaggi, dichiarano di preferire la sconfitta dell’Ucraina al prosieguo della guerra. Questi sondaggi sono contraddetti da quelli elettorali dove salgono il Pd e Fratelli d’Italia, i più convinti nel sostegno alla Resistenza Ucraina, mentre Salvini e Conte continuano a scendere.
E’ comunque, squalificante e immorale che il sostegno all’Ucraina venga condizionato, per alcuni partiti e per un pugno di intellettuali disfattisti, da sondaggi elettorali o di opinione che mettono ai voti la dignità di un popolo e il suo diritto a difendere l’integrità del suo territorio.
Con i putinisti italiani la frattura rischia di diventare morale e difficilmente colmabile quando arriverà la pace.
...........................

Vittorio Ferla
Giornalista, direttore di Libertà Eguale e della Fondazione PER. Collaboratore de ‘Linkiesta’ e de ‘Il Riformista’, si è occupato di comunicazione e media relations presso l’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale del Lazio. Direttore responsabile di Labsus, è stato componente della Direzione nazionale di Cittadinanzattiva 



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28/5/2022 - 21:14

AUTORE:
Imparante

...il post dell'insegnante; ma non locca-pito.

Esempio: togliere un dente si capisce, ma togliere un capello?
In che senso? Verdone docet.

28/5/2022 - 20:52

AUTORE:
Insegnante

Non bastano i titoli per avere ragione. Io non ne ho molti ma ho un cervello che ragiona e non sono né putiniano né leghista ma la penso diversamente e sono per sostituire la diplomazia, anche se più difficile, all’invio di armi per ammazzare altri che non siamo noi. Conosco anche alcuni professori titolati da cui non mi farei togliere un capello.