Il mese scorso è stato presentato un nuovo libro pubblicato dall'Editore MdS, "Il coraggio tra i fiori di ortica", un'opera intensa e profonda cheracconta l'infanzia non solo nella sua dimensione più luminosa, ma anche nelle sue ombre, fatta di giochi e risate, ma anche nelle sue ombre, tra segreti, paure, abusi e battaglie quotidiane che i più piccoli affrontano con straordinaria forza.
Un libro che ci ha subito colpito e per il quale si preannunciava un sicuro interessamento e successo a livello nazionale.
Lucida Mansi fu una nobildonna, che se non lo fosse stata per nascita la morale dell'epoca l'avrebbe tacciata di puttana. Visse nel 1600 ed i suoi costumi furono alquanto spigliati e libertini. Ma al di là di questo, che poi accomuna una quantità di persone anche di questo secolo e vivaddio rientra nella sfera privata e di solito rappresenta un gran bene personale, fu il culto ammaliato della propria bellezza che la dannò.
A villa Mansi, sua dimora dopo il secondo matrimonio, fece ricoprire una stanza di specchi, in cui rimirarsi da ogni angolazione. Quando sopraggiunse la prima ruga incominciò il suo tormento. La leggenda dice che vendette l'anima al diavolo per restare giovane (per le donne il diavolo c' entra sempre...), io penso che in realtà la perdette in un labirinto di sofferenza e depressione.
Irene Nemirowski, Jezabel, nel profondo di una donna,
Gladys, prigioniera del tempo che minaccia la propria giovinezza e bellezza. Tanto da condurre la propria vita oltre ogni limite, nel tentativo di affermare il predominio, l'incantamento feroce e spietato della propria avvenenza sopra gli uomini. Il loro giudizio non le interessa è la loro sottomissione e dipendenza sessuale che le permette di sentirsi bella e quindi forte. L'ossessione per l'aspetto fisico e per la giovinezza, tanto da sacrificare il rapporto affettivo con la figlia, rappresenta il male oscuro che la condurrà nel baratro. Come Lucida ha ucciso il suo giovane amante, ma, a differenza di lei, questo omicidio è un rito liberatorio. Finalmente potrà essere vista nella sua umana decadenza fisica, potrà essere libera di invecchiare.
Ad oggi ci sono nel mondo milioni di Gladys, prigioniere di un corpo da mostrare ogni giorno al tribunale dell'accettazione sociale. Vietato o almeno non consigliato invecchiare, pena la commiserazione, la subalternità, il passaggio al bidone del dimenticato. Non c'è seduzione nel degrado fisico. Peccato, ci sono delle belle menti, opportunità inaspettate, fascini luminosi in corpi e vite vissute.
Lo sa bene Letizia, che il "peccato" lo sostituirebbe con sicuramente. Libera..mente c'è tanta bellezza nell'invecchiare.
E la morte vi si posa con leggerezza, non vi si accascia sconcia. Riprendetevi il diavolo, certe vite poderose ne possono fare a meno.