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In questo nuovo articolo di Franco Gabbani viene trattato un argomento basilare per la società dell'epoca, la crescita culturale della popolazione e dei lavoratori, destinati nella stragrande maggioranza ad un completo analfabetismo, e, anzi, il progresso culturale, peraltro ancora a livelli infinitesimali, era totalmente avversato dalle classi governanti e abbienti, per le quali la popolazione delle campagne era destinata esclusivamente ai lavori agricoli, ed inoltre la cultura era vista come strumento rivoluzionario. 

Sei fuori tema. Ma sappiamo per chi parli. . .
. . . non so se sono in tema; ma però partito vuol .....
Quelle sono opinioni contrastanti, il sale della democrazia, .....
. . . non siamo sui canali Mediaset del dopodesinare .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Credevo di riuscirci mare
Ma non ti potei solcare
Ma è vero giuro è vero
Pur cambiando la vela e mura
Se gira il vento dritta
Al cuore
Per amarti .....
La Proloco di San Giuliano Terme, attenta alla promozione e alla valorizzazione dell'ambiente indice il concorso "il giardino e il terrazzo più bello" .....
Di Antonio Serra (a cura di BB, red VdS)
Mobbing di stato

19/6/2022 - 7:17


MOBBING DI STATO

Ormai da dieci anni mi chiedo come ci si possa sentire nei panni di #MatteoRenzi, fatto oggetto di un attacco concentrico, violento, implacabile e ossessivo da parte della #stampa, della #magistratura, della #scuola e del mondo politico. 

Me lo chiedo da uomo e da padre, prima che da politico e da militante di #ItaliaViva. Mi chiedo cosa possa aver mosso questi #poteri dello Stato e della Repubblica contro un uomo: un Uomo solo, perché la solitudine è la dimensione esistenziale di chi fa politica alla luce del sole, portando sulle spalle il peso schiacciante delle proprie azioni politiche. 

Amato dalla base di un partito nato per innovare innestando coraggiosamente la tradizione  cristiano-democrarica con quella marxista socialista e post comunista; osannato come homo novus dai settori più disparati della comunità nazionale, che gli diedero alle elezioni europee il 40% dei voti; coraggioso legislatore capace di rimuovere i ritardi storici nel campo dei #diritticivili; interlocutore senza complessi dei leader delle più importanti democrazie del mondo.

E poi: trattato come un corpo estraneo da chi lo aveva eletto segretario con un plebiscito, avversato dagli stessi compagni di partito nostalgici del 20%, e poi odiato dagli stessi sostenitori che in parlamento votavano compatti ogni iniziativa legislativa del governo su #riforme, #scuola e #lavoro; e quindi tradito dal suo partito nel #referendum del 2016, proprio quando andava a compimento un disegno di riforma dello Stato, che avrebbe superato i rapporti conflittuali tra Stato e Regioni, rinnovato gli schemi di governo inefficienti e obsoleti, ridato ossigeno alla politica attiva dei cittadini con nuove forme di partecipazione diretta alla vita pubblica. 

Mille giorni di governo illuminato, con una leadership determinata a condurre fuori dalle secche il Paese, imbrigliato nei fondali limacciosi di privilegi medievali, per guidarlo nel mare aperto, verso nuovi orizzonti.

Perché tanto #odio contro quest'uomo? Perché tanto malanimo, tanta acredine?

Per paura di perdere posizioni di potere (magistratura), di dover sottostare a giudizi di merito (scuola), di vedere sorgere un nuovo #Centrosinistra capace di superare il nostalgismo verso un passato segnato da sconfitte clamorose? 

Probabilmente tutto questo, cui si aggiunge l'inveterata allergia nazionale al buongoverno e all'odio verso chi vorrebbe il cambiamento e quindi il sacrificio del proprio "particulare".

Forse aveva ragione chi, rispondendo ad un giornalista inglese che gli chiedeva se fosse difficile governare gli italiani, rispose: "Difficile? No, è semplicemente inutile".

#Renzi non è una caso "politico". È lo specchio dei tempi che viviamo.

È l'esempio di un #mobbing generalizzato, dell'accerchiamento di una preda da parte dei lupi feroci decisi ad annichilirlo e divorarlo, dell'accanimento mediatico da parte dei professionisti dell'odio, dei persecutori fanatici e prezzolati. 

È l'esempio di uno #stalking senza tregua, in cui la vittima è pedinata in ogni suo passo, sorvegliata con opprimente insistenza anche nella sua casa, nei suoi affetti, nei suo viaggi. 

Esempio di #persecuzione, di #violenza, consumate nel silenzio generale di chi dovrebbe vigilare sulla sana informazione e punire chi infrange la legge. 

Nulla gli viene risparmiato.

Ed é odiato da chi, accusandolo di rappresentare una minima percentuale dell'elettorato, non sopporta che sia capace di sommuovere equilibri politici storicamente stratificati, di impedire alleanze spurie tra #populisti e #democratici, di spingere a maggioranze di governo efficienti. 

Renzi rappresenta un bersaglio perfetto da inquadrare nel mirino dei cecchini e dei congiurati. Congiurati spinti contro questo leader dalla "sindrome rancorosa del beneficiato", dalla consapevolezza di essere stati tratti dall'ombra e dall'anonimato da chi ha superiorità politica; e dalla insopportabile consapevolezza di essere nella condizioni di debitore per sempre.

Nulla di nuovo sotto il cielo. È destino dei leader essere traditi, essere pugnalati nella curia. Aveva ragione Churchill quando, alla moglie che non sopportava la sua sconfitta  alle elezioni pochissimo tempo dopo aver distrutto il nazismo, rispose quasi con noncuranza: "I popoli non hanno l'obbligo della riconoscenza". 

Vero, ma qui si esagera.

Se per questo, é vero quello che Nenni diceva della politica, che era "sangue e merda".

Ma qui in Italia si vede solo la seconda. 

Chi non vuole riconoscere le qualità di Renzi si rifugia nel patetico: "Sì, ma non é simpatico, è un narcisista, un egocentrico". Non ricordo che fossero simpatici #DeGasperi, #Togliatti, #Moro, #Nenni, #Craxi o #Berlinguer. E ricordo benissimo che nelle battaglie per il divorzio e per la scala mobile i leader scendevano in campo senza nascondersi, giocandosi il proprio futuro politico. 

Si scambia la responsabilità delle proprie azioni con la loro narcisistica personalizzazione, la rivendicazione dei propri progetti politici con quella dell'egocentrismo dell'uomo "solo al comando". Che poi questo detto da chi si é formato sotto la cappa dello stalinismo, del berlusconismo e del grillismo, fa un po' sorridere. 

Ogni leader degno di questi nome ha un disegno politico che persegue con decisione, con forte cipiglio. Spesso la diplomazia non basta e si va avanti a colpi d'ascia. 

Sta qui la sofferenza e la difficile arte della politica, ma sta qui anche l'alta missione dell'uomo.

Renzi ha vinto #primarie, ha rottamato esponenti politici mummificati nel passato (pochi, secondo me), ha posto il parlamento davanti alle proprie responsabilità superando con spregiudicatezza trappole e steccati pur di far approvare leggi che resteranno nella storia della Repubblica. 

Ha spezzato legami di potere e rendite di posizione. Ha pagato il suo coraggio. 

Che sia stato tradito al traguardo aggiunge onore alla sua persona e disprezzo per i traditori.

È un homo novus, odiato da chi ne teme la capacità di intuire gli avvenimenti e di governarli. 

Tanto avversato tanto e odiato da troppi per non pensare che abbia ragione. E per questo deve continuare nel suo impegno politico, certamente con il nostro aiuto e, perché no, del nostro affetto

Fonte: ANTONIO SERRA
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