Il mese scorso è stato presentato un nuovo libro pubblicato dall'Editore MdS, "Il coraggio tra i fiori di ortica", un'opera intensa e profonda cheracconta l'infanzia non solo nella sua dimensione più luminosa, ma anche nelle sue ombre, fatta di giochi e risate, ma anche nelle sue ombre, tra segreti, paure, abusi e battaglie quotidiane che i più piccoli affrontano con straordinaria forza.
Un libro che ci ha subito colpito e per il quale si preannunciava un sicuro interessamento e successo a livello nazionale.
E sì...
"Vi ricordate il caso De Masi, il racconto del professore a cui sarebbe stato confidato che Draghi avrebbe fatto pressioni su Grillo per togliere di mezzo Conte? Per giorni non si parlò d'altro, fino a esporre il premier alla figuraccia di un precipitoso ritorno in patria nel bel mezzo del vertice della Nato a Madrid, con annessa foto desolante dal museo del Prado. Quella storia è evaporata nel nulla di cui era composta, perché era solo un pretesto per litigare e per rompere. Un modo per screditare Draghi agli occhi del popolo grillino e propiziare l'addio alla maggioranza di un M5s offeso nell'onore del suo leader. La legislatura finì lì, perché Draghi era determinato a non accettare defezioni nel perimetro a sostegno del suo governo, sapendo benissimo - senza bisogno di buoni o cattivi consiglieri - cosa può succedere a un esecutivo nell'ultimo semestre prima delle elezioni, se viene cannoneggiato da destra e da sinistra, da un'opposizione (Fdi) che
sente il profumo della vittoria, e da un'altra (il M5s) che per non morire ha bisogno di recuperare una dimensione antagonista (come peraltro, col senno di poi, si sta vedendo). E con forze di maggioranza (la Lega in primis) che pescano elettoralmente nel loro stesso bacino, e che sarebbero subito entrate in fibrillazione. Draghi avrebbe potuto far finta di niente, tirando dritto senza Conte e i suoi, con qualche concessione a Salvini e qualche segnale agli altri, sotto lo sguardo protettivo del Quirinale. Ha scelto la strada della chiarezza e ha rassegnato le dimissioni. Poi ci sono stati i tempi supplementari, gli appelli interni e esterni, fino al pasticcio del 20 luglio, ma a quel punto il dentifricio era già uscito dal tubetto: gli animal spirits elettorali si erano già materializzati, soprattutto in chi si sentiva favorito per un voto improvvisamente vicinissimo. Ma De Masi e la sua storia erano svaniti già da un pezzo".
Enrico Mentana