none_o


In questo nuovo articolo di Franco Gabbani viene trattato un argomento basilare per la società dell'epoca, la crescita culturale della popolazione e dei lavoratori, destinati nella stragrande maggioranza ad un completo analfabetismo, e, anzi, il progresso culturale, peraltro ancora a livelli infinitesimali, era totalmente avversato dalle classi governanti e abbienti, per le quali la popolazione delle campagne era destinata esclusivamente ai lavori agricoli, ed inoltre la cultura era vista come strumento rivoluzionario. 

Sei fuori tema. Ma sappiamo per chi parli. . .
. . . non so se sono in tema; ma però partito vuol .....
Quelle sono opinioni contrastanti, il sale della democrazia, .....
. . . non siamo sui canali Mediaset del dopodesinare .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
Pensiero Prismatico
none_a
di Riccardo Maini
none_a
Di Umberto Mosso
none_a
San Giuliano Terme, 18 maggio
none_a
di GIOVANNI SANTANIELLO - Intervista a Stefano Ceccanti (La Sapienza)
none_a
Dal 17 al 19 Maggio ore 10.00 - 20.00
none_a
Forum Innovazione di Italia Economy" II EDIZIONE
none_a
Valdottavo, 17 maggio
none_a
Pisa: quartiere delle Piagge
none_a
Pisa, 16 maggio
none_a
Credevo di riuscirci mare
Ma non ti potei solcare
Ma è vero giuro è vero
Pur cambiando la vela e mura
Se gira il vento dritta
Al cuore
Per amarti .....
La Proloco di San Giuliano Terme, attenta alla promozione e alla valorizzazione dell'ambiente indice il concorso "il giardino e il terrazzo più bello" .....
di Umberto Mosso (a cura di BB, red VdS)
L’AIUTONE DI LETTA A MELONI&.

8/8/2022 - 12:30

L’AIUTONE DI LETTA A MELONI&


La destra non aveva certo bisogno di un aiutino per vincere le prossime elezioni, così il genio politico di Letta ha provveduto a dargli un aiutone.
Certo non era facile sostituire in poche ore una strategia consolidata da tre anni, quella dell’alleanza strategica col M5S, con qualcosa di credibile.
Infatti la proverbiale mancanza di serenità di Letta gli ha preso la mano e invece di una coalizione politica per un governo alternativo alla destra ha messo su una combriccola di abborracciati in gita solo fino al 25 settembre. Che, invece, è durata cinque giorni.
Per il PD due colpi mortali in poche settimane: il divorzio obbligato da Conte e l’implosione del piano B. Niente gita.
Si può commentare in mille modi diversi questa parabola discendente del PD, che sembra non trovare un fondo, ma il dato politico più significativo è che tutta la discesa all’inferno comincia dall’abbandono del PD delle sue ragioni fondative.
Non più la casa dove riunire tutti i riformisti, ma la ricerca del potere per il potere, da mantenere inchinandosi allo spirito populista dei tempi, sostituendo la politica con la somma algebrica degli esiti dei sondaggi. Un iperrealismo cinico e spregiudicato fino all’avventura.
Un cambio di visione che molti di noi si sono rifiutati di condividere, per coerenza e per continuare a dare una possibilità di cambiamento, democratico e riformista, al Paese.
L’errore di Letta è stato di non scegliere, fin dalla sua bizzarra chiamata, di liberare il PD dalla morsa tra l’ala populista e subalterna al M5S e quella, sempre più sbiadita, di una pattuglia di ex riformisti con tanti incarichi, ma poco coraggio.
Non ha saputo neanche utilizzare l’arrivo di Draghi, che ha sostenuto contenendo a malapena il brontolio delle vedove di Conte, per rimescolare le carte. Ha preferito, da politico mediocre e senza coraggio, proseguire la politica dell’addizione dei voti come linea di galleggiamento.
Non si è accorto che la politica determina l’aritmetica, non ne è determinata.
E che oggi l’addizione dei voti non funziona e che per moltiplicare devi passare prima per qualche sottrazione.
La guerra in Ucraina e la “scoperta” che il M5S era una spina filorussa nel suo schieramento, insinuatosi perfino nel suo partito, ha fatto crollare la sua costruzione lasciandogli in mano cocci e schegge.
Che oggi ha tentato di rincollare, perseverando nell’errore della mera somma dei voti, mettendo insieme i sostenitori di Draghi e i suoi nemici, gli atlantisti con gli anti Nato, i riformisti coi massimalisti, gli assistenzialisti spendaccioni con le tasse da aumentare, coi fautori del PNRR come volano di crescita.
Ovvio che non poteva reggere. Né che giocare su più tavoli contemporaneamente, con la scusa della legge elettorale e del fascismo alle porte, non avrebbe retto.
Letta non ha rinunciato solo alla missione riformista del PD, ma ha dato il più grande aiuto alla destra.
E se l’ha fatto inconsapevolmente, sulla linea dorotea sua e di Franceschini, questo è ancora più grave.
Orlando scalpita da mesi, preparatevi al ritorno, dopo l’abbandono acrimonioso di Zingaretti da segretario, al ritorno delle vedove di Conte. Lo faranno già in campagna elettorale parlando in due modi differenti.
Ripeteranno la stessa scena del 2018.

Con la differenza che allora, dopo avere bombardato Renzi per tre anni, tirarono la volata al M5S combattendo da suicidi contro una linea forte, mentre oggi non hanno più niente da bombardare.

Si sono già demoliti tutto da soli.

Coi ringraziamenti di Meloni&C.






+  INSERISCI IL TUO COMMENTO
Nome:

Minimo 3 - Massimo 50 caratteri
EMail:

Minimo 0 - Massimo 50 caratteri
Titolo:

Minimo 3 - Massimo 50 caratteri
Testo:

Minimo 5 - Massimo 10000 caratteri