Il mese scorso è stato presentato un nuovo libro pubblicato dall'Editore MdS, "Il coraggio tra i fiori di ortica", un'opera intensa e profonda cheracconta l'infanzia non solo nella sua dimensione più luminosa, ma anche nelle sue ombre, fatta di giochi e risate, ma anche nelle sue ombre, tra segreti, paure, abusi e battaglie quotidiane che i più piccoli affrontano con straordinaria forza.
Un libro che ci ha subito colpito e per il quale si preannunciava un sicuro interessamento e successo a livello nazionale.
NON SONO SOLO CANZONETTE.
Quello che Laura Pausini non ha capito è che “Bella ciao” non è una canzone politica, ma un canto che ricorda la guerra di liberazione dal nazifascismo, una lotta che restituì la libertà a tutti gli italiani, senza alcuna distinzione.
Tant’è che ancora ne godono tutti.Come dire che l’inno risorgimentale “La bandiera di tre colori” o la “Canzone del Piave” sono canzoni politiche, sottintendendo divisive, perché nel Risorgimento c’erano italiani che combattevano contro italiani e nella prima guerra mondiale molti italiani erano non interventisti.Altri tempi e altre estetiche, ma il senso è lo stesso.
La destra ha lasciato alle forze democratiche il merito della Resistenza e dei suoi valori.
Non poteva fare altrimenti dato che rappresentava gli eredi della dittatura fascista sconfitta. Da qui l’ovvio distacco della destra da quei valori e dai suoi simboli.Spacciare, come ha fatto Pausini, Bella ciao come una canzone politica della sinistra e non quella della liberazione di tutti gli italiani significa condividere quella deformazione storica e quel distacco.Significa mettere sullo stesso piano una espressione di libertà e l’idea criminale opposta, da rispettare secondo un’agghiacciante personale par condicio.
Pausini non crede che pensare a questo sia anche affar suo? Oppure pensa che ci siano ancora fascisti da rispettare risparmiando anche le loro orecchie?