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Il mese scorso è stato presentato un nuovo libro pubblicato dall'Editore MdS, "Il coraggio tra i fiori di ortica", un'opera intensa e profonda cheracconta l'infanzia non solo nella sua dimensione più luminosa, ma anche nelle sue ombre, fatta di giochi e risate, ma anche nelle sue ombre, tra segreti, paure, abusi e battaglie quotidiane che i più piccoli affrontano con straordinaria forza.

Un libro che ci ha subito colpito e per il quale si preannunciava un sicuro interessamento e successo a livello nazionale.

Cooperativa Teatro del Popolo- Miglarino
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Massimiliano Angori, Presidente
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Doppio evento a Vecchiano per l'80esimo anniversario della Liberazione d'Italia.
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•Governo Renzi
Presidente Mattarella
•Governo .....
Ricordate il tubo di refrigerazione della nuova pista .....
. . . come minimo si risponde due volte altrimenti .....
. . . siamo a M@ sterchief. Sono anni che giri/ ate .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Raccontino di Giancarlo Montin
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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di Angela Baldoni
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Magnifico salvivico silenzio
È il primo maggio, uno slpendore
Grazie all'esodo di tutte le persone
che lontane da casa
vivon la percezione
di fruire .....
ad oggi la situazione è peggiorata
ora anche tir, pulman turistici , trattori, camion con cassoni per massi,
etc. . E ad alta velocita,
inquinamento .....
di Umberto Mosso
TUTTO SI MUOVE, ORA LA STRADA E’ APERTA.

27/9/2022 - 11:49

TUTTO SI MUOVE, ORA LA STRADA E’ APERTA.

 

Che la destra avrebbe vinto non è stata una sorpresa. Più che i sondaggi ce lo dicevano, da mesi, le ansie vere o procurate della società italiana, pressata da una situazione economica difficile da superare e soprattutto da spiegare in modo non demagogico.

I processi elettorali non sono improvvisi, maturano a lungo nella testa o nella pancia degli elettori e Meloni ha capitalizzato il suo stare all’opposizione e sfavorito chi stava al governo. Un automatismo che scatta nella parte meno riflessiva e razionale dell’elettorato. Toccherà anche a lei.

Il dato positivo è che la maggioranza di destra travasa i voti al suo interno, a danno di Lega e FI, e non ha avuto la capacità espansiva per essere in grado, ora, di modificare da sola la Costituzione o eleggere un Presidente della Repubblica.

Di qui la “cautela” di Meloni nell’affrontare la prova di governo. Userà molto del suo tempo per tenere insieme una maggioranza nella quale ogni componente è determinante per farla andare avanti o cadere.

Il collante del potere può venire a mancare se chi se ne dovesse sottrarre può ritenersi, nel corso degli avvenimenti, troppo sottovalutato, penalizzato dai futuri sondaggi o trovare altre convenienze.

La prima cosa negativa sulla quale riflettere è che oltre il 60% dei voti sono andati alle forze contrarie a Draghi. Confesso che lo trovo sorprendente, sia come rifiuto di una linea giusta, che ci ha portato a governare le crisi passate e in atto, che è l’unica in grado di continuare a farlo, Draghi o non Draghi. Sia perché ci dice la volubilità dell’elettorato che dava tra il 60% e il 70% il gradimento a Draghi dopo la sua uscita da palazzo Chigi. Una linea difficile la sua, realistica e non demagogica, di piena onestà politica nei confronti degli italiani che, evidentemente, preferiscono sentirsi dire da certi politici belle bugie invece di crude verità.

In questo quadro l’8% del Terzo Polo, che ha sfidato la “legge” dei processi elettorali lunghi e profondi di cui ho scritto, lo considero un ottimo risultato, in controtendenza rispetto a tutti. Nessuno si è affermato in così poco tempo, soprattutto considerando l’ostracismo generale decretato nei suoi confronti da destra e sinistra insieme.

L’altro fatto negativo è il risultato del M5S, appena mitigato dal fatto che dimezza i voti del 2018. Fatto negativo non solo per la natura velleitaria, ribellistica e sovversiva, più della destra, del partito di Conte, ma perché un partito di questa natura ha promosso una spaccatura nel Paese tra nord e sud, accreditando opportunisticamente la cultura clientelare, omertosa e collusiva di uno pseudo meridionalismo retrogrado, patriarcale e neoborbonico. Ma ciò più che demerito di Conte, che ha solo raccolto furbescamente le mele cadute dall’albero, è grande responsabilità di chi, il PD, ha lasciato marcire quelle mele poi cadute, coltivando a sud la stessa cultura clientelare e familistica che ha fatto scappare giovani e talenti garantiti solo dalla loro voglia, sempre frustrata, di progredire senza assistenzialismo o statalismo.

Una cultura che non è stata combattuta, quando si sarebbe potuto e dovuto, ma che il PD ha accettato per sé e soprattutto, da ultimo, per non contraddire il suo alleato strategico che oggi gli ha tagliato l’erba sotto i piedi.

Farsi battere così da uno come Conte non è solo frutto di un prevedibilissimo, errore politico, ma anche la dimostrazione bruciante di un livello bassissimo d’intelligenza politica.

Anche in questo caso il Terzo Polo rappresenta la rottura di quello schema culturale prima che politico.

 

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