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Anche per il 2024 si terrà il concorso ideato da MdS Editore dedicato al territorio e all'ambiente, attraverso le espressioni letterarie ed artistiche delle sezioni Racconto, Poesia, Pittura.tpl_page_itolo di quest'anno sarà "Area Protetta".Per questa dodicesima edizione, oltre al consueto patrocinio dell'Ente Parco Regionale Migliarino, San Rossore, Massaciuccoli, che metterà a disposizione la bella sala Gronchi per la cerimonia di premiazione, partner dell'iniziativa saranno la Sezione Soci Versilia-Valdiserchio di Unicoop Firenze e l'associazione La Voce del Serchio.

Prefettura di Pisa – Ufficio Territoriale del Governo
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Comune di Vecchiano-DALLE 11:00 ALLE 13:30 (SINO AL TRANSITO FINE GARA)
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Comune di San Giuliano Terme
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L’ultimo atto di Elly Schlein di firmare il referendum .....
Ho 62 anni e più di un terzo della vita passato nell'infido .....
“Berlinguer, la ‘questione morale’ e l’inizio .....
. . . non discuto. Voi riformisti fate il vostro cammino .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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A cura di Erminio Fonzo
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da Museo del Bosco
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Di Gavia
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di Michelle Rose Reardon a cura di Giampiero Mazzini
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C'è qualcosa, un tesoro
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Non è pietra preziosa
ne' scrigno d'oro:
si chiama semplicemente
LAVORO
Se poi al lavoro
si aggiunge .....
La Proloco di San Giuliano Terme, attenta alla promozione e alla valorizzazione dell'ambiente indice il concorso "il giardino e il terrazzo più bello" .....
Editoriale
Christian Rocca
La dottrina Marin - Appunti per i pacifisti: la guerra si ferma solo se la Russia lascia l’Ucraina

10/10/2022 - 9:08

La dottrina Marin-

Appunti per i pacifisti: la guerra si ferma solo se la Russia lascia l’Ucraina


Il governo di Kyjiv sta vincendo ma editorialisti sedicenti democratici e putiniani di ogni ordine e grado gli chiedono di fermarsi, indignati per l’attacco al ponte di Crimea. Il loro cinismo è ripugnante, ma ora c’è il rischio che questo rossobrunismo faccia breccia anche nel Pd, che è stato fin qui un baluardo dei valori della democrazia liberale


Nemmeno un editoriale, una manifestazione, una mobilitazione per provare a imporre o a suggerire la pace a Vladimir Putin, cioè a colui che se si fermasse finirebbe immediatamente la guerra in Ucraina.

Niente. Solo miserabili «Zelensky si fermi», rivolti a colui che se si fermasse finirebbe immediatamente l’Ucraina, non la guerra.

Solo «basta aiuti». Solo «basta armi», armi che nel caso dei sistemi antimissili che non abbiamo ancora fornito a sufficienza a Kyjiv salverebbero migliaia di vittime civili ucraine sotto il tiro dei criminali russi e che per il resto sono l’unica ragione per cui un intero popolo, un’intera nazione, un’intera cultura non è stata ancora cancellata dagli invasori.

Solo equidistanza tra aggressori e aggrediti, che equidistanza però non è. Semmai è una capitolazione all’imperialismo rossobruno, dettato dall’illusione che cedere all’aggressore magari ci risparmierà la sua ira, ci farà pagare meno le bollette e poi in fondo gli ucraini sono mezzi russi, scrivono in cirillico, che ce ne frega a noi.

Le manifestazioni pacifiste convocate dal Conte che da premier durante il lockdown ha umiliato l’Italia, l’Europa e la Nato facendo sfilare l’esercito russo per la prima volta in Occidente dalla seconda guerra mondiale, e poi le mobilitazioni sindacali “I Love Gazprom” e i suggerimenti via editoriale agli ucraini di non difendersi, di accettare lo status quo, di lasciar morire i propri connazionali sotto occupazione non sono una novità di metà ottobre.
Li abbiamo sentiti e letti e sopportati fin dal 24 febbraio, anzi da prima. Sono gli stessi mentecatti che prima negavano come fake news americane le notizie sulla mobilitazione russa ai confini dell’Ucraina, poi spiegavano che mai e poi mai Mosca avrebbe attaccato l’Ucraina, poi che Kyjiv sarebbe caduta in tre giorni, poi a mano a mano che l’invasore veniva allontanato dalla capitale che l’obiettivo russo non era mai stato Kyjiv, poi che la fornitura di armi occidentali avrebbe peggiorato la situazione degli ucraini e così via, di panzana in panzana. Erano bugie, analisi campate in aria e propaganda russa, in prima serata tv.

Ora che il favoloso popolo ucraino riconquista ogni giorno una città occupata illegalmente da Mosca, e che Mosca è costretta a mobilitare la popolazione civile per farne carne da macello in Ucraina, gli stessi sapientoni al servizio consapevole o no della propaganda del Cremlino chiedono senza pudore al governo di Kyjiv di fermarsi in nome della pace. Malimorté!
Sono gli “utili idioti” di Vladimir Putin. Sono tanti. Si trovano ai vertici dei giornali, dei partiti, dei sindacati. Sono gli stessi che nel 2018 avevano un programma elettorale ispirato alla peggiori panzane del Cremlino, gli stessi che sfoggiavano magliette di Putin e firmavano accordi politici col suo partito unico, gli stessi che invocano la resa ucraina dal primo giorno di guerra, gli stessi che tuonano ancora oggi contro la Nato e la globalizzazione con la posa caricaturale da reduci del comunismo.

Sono indifferentemente di destra e di sinistra, sono membri fondatori del bipopulismo perfetto italiano che avvelena il nostro dibattito pubblico.

Per fortuna, ci sono ancora i governi europei e occidentali e le istituzioni internazionali che, a differenza delle società (in)civili che animano il discorso pubblico sotto l’egemonia culturale dei troll russi, continuano invece a difendere l’Ucraina, la democrazia e tutti noi.
Quello che è successo nel weekend segna un punto di non ritorno nell’oscenità morale dei volenterosi complici di Putin. Gli ucraini hanno fatto saltare in aria un pezzo del ponte della Crimea, nello stretto di Kherc, costruito dai russi dopo l’invasione militare della penisola ucraina del 2014 e inaugurato con solennità da Vladimir Putin nel dicembre del 2019, quale simbolo monumentale dell’imperialismo aggressivo del Cremlino.

Un ponte costruito in territorio ucraino da Mosca per facilitare il flusso di mezzi militari russi in un’Ucraina occupata illegalmente secondo il diritto internazionale tranne che per i giuristi salviniani, per i Cinquestelle, per la feccia rossobruna e per gli opinionisti sedicenti democratici.
Un ponte costruito anche per traferire i russi in Crimea e deportare gli ucraini e i tatari dall’altra parte come ai tempi di Stalin, crimini sempre accompagnati dall’ipocrita retorica sovietica – cara anche al Comitato del Nobel che premia russi, bielorussi e ucraini – della fratellanza tra i due popoli che non sono fratelli manco per niente, visto che uno dei due stupra, violenta, affama e massacra impunemente l’altro da secoli.
I volenterosi complici italiani di Putin si sono dunque indignati per l’attacco al ponte che fino a qualche giorno abbiamo visto sui social che i russi hanno usato per trasferire in Ucraina una colonna di carri armati lunga qualche chilometro.
Eppure non hanno espresso alcuna riprovazione per i bombardamenti russi sugli ospedali e sulle scuole ucraine, per le stragi di civili alle fermate dell’autobus e nei centri commerciali, per il rapimento di migliaia di bambini, per le abitazioni private sventrate, per gli stupri, per le razzie. E nemmeno per le fosse comuni e per gli ultimi crimini di guerra commessi nel quartiere residenziale di Zaporizhzhia sabato notte e nel centro di Kyjv questa mattina.
E se gli attuali indignati del ponte hanno parlato o scritto dei crimini di guerra russi lo hanno fatto soltanto per sollevare dubbi sulla veridicità delle notizie, sospettate di essere sceneggiate hollywoodiane come suggeriva la propaganda del Cremlino.
Il fatto che proprio ora che l’Ucraina sta vincendo la guerra sul campo le venga chiesto di fermarsi è ripugnante, ancora più di quando le chiedevano di arrendersi perché tanto avrebbe perso lo stesso. Questi che sfilano in piazza e che postano sui social non sono pacifisti, parteggiano per la parte opposta, quella dei criminali russi.
Il virus della resa a Putin mentre Putin sta perdendo si sta diffondendo anche in ambienti che finora sembravano immuni, come nel Pd guidato da Enrico Letta che è stato il leader di partito piu seriamente solidale con gli ucraini. Ma adesso si è aperto un dibattito sulle ragioni della sconfitta elettorale del 25 settembre, e una di queste, secondo i leader del Pd, sarebbe proprio la scelta di schierarsi con l’Ucraina non apprezzata dagli elettori.
Ci sono già le prime avvisaglie di questa ulteriore capitolazione del Pd a furor di populismo: gli editoriali dei giornalisti d’area, i sette europarlamentari che hanno votato un emendamento dei rossobruni amici di Putin a Bruxelles (prima di rientrare nei ranghi e riprendere a votare insieme con gli altri), i soliti Orlando e Provenzano che inseguono il “leader fortissimo di tutti i partigiani per la pace”, per non parlare dell’alleato Fratoianni (preferito a Calenda) che marcia con Conte e vota contro gli aiuti militari all’Ucraina e contro l’adesione di Finlandia e Svezia alla Nato.
Ovviamente il Pd non è ancora perso. Oggi su Linkiesta ospitiamo l’opinione della vicepresidente del Parlamento Europeo Pina Picierno, la quale spiega che gli elettori non si recuperano certo abbandonando gli ucraini e i principi fondativi del Pd.

La stessa cosa scrive quotidianamente su Twitter Filippo Sensi.
Vedremo come si evolverà la partita per la successione a Letta ma – come dice Sanna Marin, la leader di un Paese alleato, la Finlandia, che per ragioni storiche e geografiche è molto più preoccupato dell’imperialismo russo rispetto a noi – «il solo modo per finire la guerra è che la Russia se ne vada dall’Ucraina».
La “dottrina Sanna Marin” è l’unica ricetta possibile per la pace.





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10/10/2022 - 11:21

AUTORE:
Bruno Baglini, simpatizzante di Enzo Rametti

Nei primi giorni di marzo si alzo un unica voce.. (non metto il nome per esteso per non creare risentimento e rancore endogeno) ..a favore della trattativa subito e doveva essere fatta da una personalità europea autorevolissima e cioè da Angela Merkel che ha guidato l'Europa per 14 lunghi anni su una prospettiva di pace e benessere diffuso ed invece si è sperato in Trippy Erdogan, pensando magari che fra dittatori si intendessero meglio(?)

Ma siamo alle solite, qui in Italia si è creduto "anche" negli ultimi due governi di avere "una cima" che ricopriva il Ministero degli affari esteri(che ha dato subito del maiale all'interlocutore principale)
Quindi di idioti utili e disutili non si è fatto abbricino in questi anni di non voto.

10/10/2022 - 9:51

AUTORE:
Utile idiota

Siamo arrivati alle offese, prima putiniani, ora utili idioti sono tutti quelli, me compreso, che si oppongono al proseguimento del conflitto e per la scelta di un cessate il fuoco e una conferenza internazionale di pace.
Il richio che stiamo correndo è quello di fare come Chamberlain con Hitler e poi, quando saremo contaminati, varrà poco dire "io l'avevo detto"!