Il mese scorso è stato presentato un nuovo libro pubblicato dall'Editore MdS, "Il coraggio tra i fiori di ortica", un'opera intensa e profonda cheracconta l'infanzia non solo nella sua dimensione più luminosa, ma anche nelle sue ombre, fatta di giochi e risate, ma anche nelle sue ombre, tra segreti, paure, abusi e battaglie quotidiane che i più piccoli affrontano con straordinaria forza.
Un libro che ci ha subito colpito e per il quale si preannunciava un sicuro interessamento e successo a livello nazionale.
Sono un amante del dialetto, il vernacolo, che alla pari con quello romanesco, riesce con uno stile satirico ad evidenziare i difetti e le debolezze dell’animo umano.
Sono affascinato dal maggior poeta “de Roma”, Trilussa, all’anagrafe Carlo Alberto Camillo Mariano Salustri, e dalla sua serie di poesie che lasciano il pensiero dopo il sorriso. Gli animali sono usati per similitudini e/o riferimenti comportamentali e, come il famoso Esopo, ha usato la tartaruga senza però raccontarla come novella morale, ma come fatto reale.
Tutto questo mi è venuto alla mente quando ho visto il nipotino (sempre lui direte!) giocare con la sua tartaruga.
La Tartaruga disse a la Lucertola:
— Abbi pazzienza, férmete un momento!
E giri, e corri, e svicoli, e t'arampichi,
sempre de prescia, sempre in movimento.
Me fai l'effetto d'una pila elettrica...
Te piace d'esse attiva? Va benone.
Però l'attività, quanno s'esaggera,
lo sai come se chiama? Aggitazzione:
forza sprecata. È la mania der secolo.
Correno tutti a gran velocità:
ognuno cerca d'arrivà prestissimo,
ma dove, propio dove... Nu' lo sa.
Gioele scusami se ti faccio far la parte della lucertola!