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È possibile dipingere il silenzio?Questa è la domanda che si poneva la nuova mostra di Gavia al Real Collegio di Lucca, cercando una risposta nelle immagini dipinte. 
E la mostra ha rappresentato quello che l'artista stessa ama, uno spazio di incontro e di condivisione di un senso comune all’interno di una situazione pittorica, materiale e artistica ma anche in particolare il luogo dove possa emergere una realtà di emozioni che attingano dentro ogni nostra sensibilità intima e “silenziosa”. 

. . . i bidoni maanche i bagni chimici li trovo sulla .....
Troppe chiacchere per i mi gusti. I bidoni ci sono .....
. . . al mondo intero; però faccio notare che i bidoncini .....
nelle mie lunghe camminate sulla spiaggia ho visto .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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di Emanuele Cerullo
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Quest'aria frescolina allieta,
desta
gìà da quando si traffica in cucina
con la moka, primiero pensiero
dopo la sveglia mattutina
Con queste .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
di Umberto Mosso
MOSCHETTO SENZA LIBRO. DUE PASSI INDIETRO DELLA DESTRA “MODERNA”.

13/12/2022 - 8:46

MOSCHETTO SENZA LIBRO. DUE PASSI INDIETRO DELLA DESTRA “MODERNA”.

 

Il bonus cultura fu istituito da Renzi dopo la strage del Bataclan, quando si disse che il terrorismo nasceva anche dalla mancanza di cultura. Allora l’impegno del governo fu di tendere a investire “per ogni euro in sicurezza un euro in cultura”. Con attenzione soprattutto al mondo giovanile.La logica di quella misura, dunque, non fu assistenziale. Ci furono altri interventi del governo, prima e dopo, per sostenere i meno abbienti (si passò dai 20milioni del governo Letta ai 2,5 miliardi del governo Renzi), ma nella sua universalità quel provvedimento voleva rendere soggetti ancora più socialmente riconosciuti e responsabilizzati, tutti i giovani alla soglia della maggiore età. D’altro canto la sanità e la scuola pubbliche sono servizi concepiti costituzionalmente come universali e considerare allo stesso modo quell’incentivo all’accrescimento culturale dei giovani ha dato anche più rilievo alla cultura, spesso così sottovalutata dalla politica.

Voglio ricordare che la prima legge organica sugli spettacoli dal vivo, attesa da decenni, fu varata proprio dal governo Renzi. Dunque trasformare il bonus cultura in una misura assistenziale non è solo pura demagogia, ma soprattutto indice di una mancanza di comprensione del ruolo della cultura come motore di progresso civile della società, anche a partire dalla promozione dei singoli cittadini.Una concezione retrograda e paradossalmente classista, che riscopriamo propria della destra immutabilmente conservatrice nei suoi principi di fondo. Ma c’è di più.Questo governo si sta caratterizzando come nemico del mondo giovanile migliore. Quello che studia o vorrebbe lavorare e che comunque si impegna a crescere e spende bene, come nel caso del bonus cultura, i soldi che il mondo degli adulti gli mette a disposizione.

Fino ad ora il governo Meloni si è occupato dei giovani come se fossero tutti partecipanti ai Rep o alcolizzati strafatti in discoteca. Ascolti i suoi esponenti o leggi i loro giornali e questa è l’immagine che restituiscono dei giovani. “Ecco come spendono i nostri soldi!”, dicono, eccitando una massa di piccoloborghesi spaventati da tutto quello che non capiscono perché non vogliono capire. Così siamo tornati al fatidico “ci vorrebbe un po' di servizio militare”, una concezione dell’organizzazione sociale che sostituirebbe volentieri la caserma alla scuola.

Moschetto senza libro, due passi in dietro della destra “moderna”.

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