Nella prestigiosa Sala Gronchi del Parco Naturale di Migliarino, San Rossore e Massaciuccoli, il 20 ottobre alle ore 16, avrà luogo la cerimonia di premiazione della dodicesima edizione del concorso artistico-letterario "Area Protetta", organizzato da MdS Editore, Associazione La Voce del Serchio e Unicoop Firenze Sezione Soci Valdiserchio-Versilia.
Parlare di donne è una imprescindibile necessità, anche in poesia, per far emergere volti e personalità rimaste nell’ombra ma che rappresentano le nostre radici e la nostra memoria e ci hanno accompagnato, dal 900 ad oggi, in questi tempi tortuosi e conflittuali. Questo è l’impegno della rassegna POESIA DIFFUSA, che si occupa di divulgare la vita e le opere di poetesse del 900, che non compaiono nelle antologie e che rischiano di essere dimenticate.
1° incontro
Maria Luisa Spaziani (Torino 1922- Roma 2014) nasce in una famiglia benestante e sin da giovanissima entra in contatto con i maggiori poeti del 900 Umberto Saba , Sandro Penna e Leonardo Sinisgalli . Si laurea in lingue all’università di Torino con una tesi su Proust e la letteratura francese . È lei la Volpe dei Madrigali privati di Eugenio Montale, e dal 1958 al 1960 è stata sposata con Elemire Zolla. Scrive un poema in ottave dedicato a Giovanna d’Arco. E’ stata una delle figure letterarie più affascinanti del Novecento italiano e per tre volte, nel 1990, nel 1992 e nel 1997, viene candidata al premio Nobel.
L’indifferenza L’indifferenza L'indifferenza è inferno senza fiamme.
Ricordalo scegliendo tra mille tinte il tuo fatale grigio.
Se mondo è senza senso,
tua è la vera colpa.
Aspetta la tua impronta
questa palla di cera.
Il destino di Fernanda Romagnoli (Roma 1916- Roma 1986) è stato definito un destino di silenzio. Poetessa grandissima ma dimenticata, ignorata. Soprattutto riveste i ruoli di moglie e madre. La vita e la scrittura seguono strade diverse, che non s’incontrano, e vive ogni ruolo con sensi di colpa. L’inappartenenza, l’esclusione, la doppia identità sono i suoi temi costanti.
Il tredicesimo invitato
Grazie – ma qui che aspetto?
Io qui non mi trovo. Io fra voi
sto come il tredicesimo invitato,
per cui viene aggiunto un panchetto
e mangia nel piatto scompagnato.
E fra tutti che parlano – lui ascolta.
Fra tante risa – cerca di sorridere.
Inetto, benché arda,
a sostenere quel peso di splendori,
si sente grato se alcuno casualmente
lo guarda. Quando in cuore
si smarrisce atterrito “Sto per piangere!”
E all’improvviso capisce
che siede un’ombra al suo posto:
che – entrando – lui è rimasto chiuso fuori.
Margherita Guidacci (Firenze 1921- Roma 1992) è stata docente di letteratura angloamericana. Il soggetto della sua poesia è quasi sempre l’altro, forse per cercare di recuperare quei legami perduti troppo presto. Il tu prende tutto lo spazio della narrazione e la sua parola, tanto intima e cosmica quanto civile, è più comunicativa che evocativa , ” eretica” nel suo antiermetismo e anticrocianesimo rispetto alle correnti dominanti del tempo.
All'ipotetico lettore
Ho messo la mia anima fra le tue mani.
Curvale a nido. Essa non vuole altro
che riposare in te.
Ma schiudile se un giorno
la sentirai fuggire. Fa' che siano
allora come foglie e come vento,
assecondando il suo volo.
E sappi che l'affetto nell'addio
non è minore che nell'incontro.
Rimane uguale e sarà eterno. Ma diverse
sono talvolta le vie da percorrere
in obbedienza al destino.
Nadia Chiaverini