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L'articolo di oggi non poteva non far riferimento alla festa del SS. Crocifisso che Pontasserchio si appresta a celebrare, il 28 aprile.Da quella ricorrenza è nata la Fiera del 28, che poi da diversi anni si è trasformata in Agrifiera, pronta ad essere inaugurata il 19 aprile per aprire i battenti sabato 20.La vicenda che viene narrata, con il riferimento al miracolo del SS. Crocifisso, riguarda la diatriba sorta tra parroci per il possesso di una campana alla fine del '700, originata dalla "dismissione" delle due vecchie chiese di Vecchializia. 

. . . non discuto. Voi riformisti fate il vostro cammino .....
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Succede quando alla .....
. . . ipotetica, assurda e illogica. L'unica cosa .....
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Bardi (c. d) 56% e rotti
Marrese ( c. .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Di Gavia
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di Michelle Rose Reardon a cura di Giampiero Mazzini
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di Mollica's
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Di Siciliainprogress
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Non cancellerò
Quella foto tua
Come la gioconda
E la rosa gialla
Sulla pelle mia
Stare insieme a te
In quest anni miei
Insieme a tutto il resto
Tu .....
La Proloco di San Giuliano Terme, attenta alla promozione e alla valorizzazione dell'ambiente indice il concorso "il giardino e il terrazzo più bello" .....
di Claudia Fusani
Lavoro, giovani, sanità, disuguaglianze, ambiente, digitale: l’agenda Mattarella per i prossimi sette anni

2/1/2023 - 9:39

Lavoro, giovani, sanità, disuguaglianze, ambiente, digitale: l’agenda Mattarella per i prossimi sette anni


Cartellino giallo su riforme costituzionali, Autonomie, condoni, sanità. Il riconoscimento a Meloni per “la grande novità sociale e culturale”. La democrazia parlamentare è forte e ha gli anticorpi necessari. La fine del populismo. Il richiamo forte per una sanità pubblica efficace. E per il dovere/piacere di pagare la tasse

In piedi, per sedici minuti, padrone della telecamera, forte di alcune parole chiave come “fiducia”, “lavoro”, “giovani”, “disuguaglianze”, “democrazia parlamentare”,   Sergio Mattarella ha salutato gli italiani indicando la vera agenda del Paese - la sua - per l’anno appena iniziato e per tutto il suo settennato. Chi si faceva domande del tipo “cosa mai potrà dire al suo ottavo discorso alla Nazione”, ha avuto la risposta più chiara e forte. Quello di ieri sera pronunciato  nella Sala della Musica (continua così il tour virtuale nella “casa degli italiani” per cui ogni anno viene scelta una sala diversa) è stato forse il discorso più alto tra gli ormai otto pronunciati dal Capo dello Stato. 

Meloni, “grande novità sociale e culturale”
Dopo aver toccato “la difficoltà e la complessità” dei suoi primi sette anni, Mattarella offre la prima citazione, senza nominarla, a Giorgia Meloni. “Il chiaro risultato elettorale - dice - ha consentito la veloce nascita del nuovo governo, guidato, per la prima volta, da una donna. E’ una novità di grande significato sociale e culturale, che era da tempo matura nel nostro Paese”. Le citazioni dirette al governo finiscono qua. Seguiranno alcune allusioni. Ma se qualcuno sperava in qualche tirata d’orecchie già fatte in passato - ad esempio sull’uso della decretazione d’urgenza, sul ricorso alla fiducia e sullo svuotamento del Parlamento - è rimasto deluso. A seguire, piuttosto, è arrivata quella che potremmo definire una lista di priorità. Una sorta di “agenda Mattarella” dopo aver tanto parlato dell’agenda Draghi e non avendo ancora molto chiaro quale potrà essere l’agenda Meloni. Una cosa si può dire con buona certezza: Mattarella ha accettato il secondo “inaspettato” incarico, “su volere - precisa - del Parlamento e dei delegati regionali”. Ed è un mandato pieno. Per sette anni. A naso, e a Dio piacendo, non sarà questo Parlamento ad eleggere il prossimo Presidente della Repubblica.  
Fine del populismo. Elogio della democrazia parlamentare
Prima di illustrare la sua “agenda”, il Capo dello Stato fa due sottolineature di metodo e a consuntivo. Con la prima certifica il fallimento del populismo inteso come risposte semplici a temi complessi (e quelli della politica lo sono quasi sempre): “Nell’arco di pochi anni si sono alternate al governo pressoché tutte le forze politiche presenti in Parlamento, in diverse coalizioni parlamentari”. Ciascuna di queste coalizioni è stata posta “in tempi diversi, di fronte alla necessità di misurarsi con le difficoltà del governare. La concretezza della realtà ha così convocato ciascuno alla responsabilità e all’urgenza di problemi che attendono risposte”. Gli ultimi sette anni e la fine del populismo sono stati anche uno stress test per la nostra democrazia parlamentare che “si è dimostrata ancora una volta matura e compiuta”, e grazie alla Costituzione che oggi compie 75 anni, perfettamente “in grado di rappresentare e governare un grande Paese”. Tutto questo induce, “nel rispetto della dialettica tra maggioranza e opposizione”,  ad una “comune visione del nostro sistema democratico, al rispetto di regole che non possono essere disattese, del ruolo di ciascuno nella vita politica della Repubblica”. E’ un primo, sottile, warning al governo Meloni che anche due giorni fa ha ripetuto: “Io voglio riformare la Costituzione e arrivare al semipresidenzialismo”. Rforme certo perché adeguarsi è necessario. Ma attenzione perchè la democrazia parlamentare funziona bene così com’è.  
La guerra. Soprattutto la pace
Larga parte, come previsto, è dedicata alla guerra in Ucraina. Mattarella è perentorio:  parla di “folle guerra scatenata dalla Federazione russa” e ribadisce ancora una volta come “la risposta dell’Italia, dell’Europa e dell’Occidente siano di pieno sostegno al Paese aggredito e al popolo ucraino, il quale con coraggio sta difendendo la propria libertà e i propri diritti”. La responsabilità delle tragedie, dei morti, della ferocia “ricade interamente su chi ha aggredito e non su chi si difende o su chi lo aiuta a difendersi. Pensiamoci: se l’aggressione avesse successo, altre la seguirebbero, con altre guerre, dai confini imprevedibili. Non ci rassegniamo a questo presente”. Chiarito questo concetto una volta di più, Mattarella invita alla pace. “Il 2023 deve essere l’anno della pace”. E’ chiaro però che l’Ucraina deve vedere rispettati i propri diritti e confini.  La speranza della pace trova forza soprattutto nel fatto che libertà e diritti sono principi prevalenti ad ogni latitudine. Non è più possibile tacitarli, tenerli soppressi come dimostrano i giovani e le giovani in Iran e la ragazze afgane di Kabul a cui i talebani hanno chiuso scuole e università. Ma anche tra i giovani russi “che sfidano la repressione per dire no alla guerra” a cui Mattarella dedica un passaggio tra i più applauditi (tweet di Matteo Renzi, prima ancora che terminasse il discorso).  
“Il domani con gli occhi dei giovani”. E del Pnrr
Nell’agenda Mattarella i giovani e il Pnrr hanno un ruolo molto importante. Li indica ben dodici volte, giudica la loro condizione spesso “drammatica” e l’invito a tutti è di  “guardare il domani con gli occhi dei giovani” . L’ultimo anno, ad esempio, può essere visto con “fiducia e ottimismo”. La coesione politica (governo Draghi) e nazionale ha generato fiducia e i dati economici lo dimostrano:l 'economia è cresciuta, le imprese sono ripartite, le esportazioni sono aumentate, il turismo è un traino. “Dunque ci sono ragioni concrete che nutrono la nostra speranza ma è necessario uno sguardo d'orizzonte, una visione del futuro”. Bisogna dunque guardare con “gli occhi del domani” alle nuove sfide che sono la ricerca scientifica, la tecnologia, la transizione ecologica, quella digitale (che deve però garantire la libertà di tutti). Ma “dobbiamo stare dentro il nostro tempo, non in quello passato, con intelligenza e passione”.  Pensare di rigettare il cambiamento, di rinunciare alla modernità “non è soltanto un errore: è anche un'illusione. Il cambiamento va guidato, l'innovazione va interpretata per migliorare la nostra condizione di vita, ma non può essere rimossa. La sfida, piuttosto, e' progettare il domani con coraggio”. Insomma, tanto per fare un esempio, basta dire che i pensionati non possono usare la moneta elettronica. Piuttosto insegniamo loro a farlo. Così come ad usare la rete. Una nuova alfabetizzazione digitale. Per gli anziani. Potrebbe essere una mission del terzo settore.  Un altro “grande  investimento sul futuro è quello sulla scuola, l'università, la ricerca scientifica. E’ lì che prepariamo i protagonisti del mondo di domani” e il Pnrr è un'occasione che non possiamo permetterci di perdere. Che “non possiamo tradire” come il Capo dello Stato ha già avuto più volte molto di sottolineare.
Sempre in chiave “giovani” Mattarella vuole dedicare  un appello accorato (lo fa anche con un gesto di preghiera delle mani fuori dal codice non scritto del discorso di fine anno) alle stragi cosiddette del sabato sera. “Siamo tutti colpiti dalla tragedia dei tanti morti sulle strade. Troppi ragazzi perdono la vita di notte per incidenti d'auto, a causa della velocità, della leggerezza, del consumo di alcol o di stupefacenti. Quando guidate avete nelle vostre mani la vostra vita e quella degli altri. Non distruggetela per un momento di imprudenza. Non cancellate il vostro futuro”.
Ai giovani è dedicata anche la parte finale del discorso. Anche “chi giovane non è più” deve guardare al domani con gli occhi dei giovani. “Guardiamo i loro volti, raccogliamo le loro speranza. Facciamole nostre. Facciamo sì che il futuro delle giovani generazioni non sia soltanto quel che resta del presente ma sia il frutto di un esercizio di coscienza da parte nostra. Sfuggendo la pretesa di scegliere per loro, di condizionarne il percorso”. 
Il richiamo su sanità, disuguaglianze e tasse 
Il Covid “purtroppo non è stato ancora sconfitto definitivamente” e in generale anche 2022 ci lascia “una serie di insegnamenti da non dimenticare”. Nell’agenda Mattarella c’è quindi un servizio sanitario forte, capillare, efficiente. Tutte condizioni che invece non si stanno verificando con un milione e mezzo di italiani senza medico di base; 20 mila medici in meno in corsia; 42 miliardi di spesa per la sanità privata. La legge di bilancio non muove un passo in questo senso. “La scienza, le istituzioni, la solidarietà - dice Mattarella - sono state le basi per superare la sfida, insieme al Servizio sanitario nazionale di cui molti temono l'indebolimento e che deve invece essere rafforzato”.
Nell’agenda Mattarella c’è il lavoro “degno e sicuro” mentre  l’inflazione ha prodotto carenza di lavoro che “sottrae diritti e dignità”. C’è la lotta alla disuguaglianze, alla differenze tra nord-sud (anche qui un warning alla legge sulle Autonomie). La Costituzione fornisce gli strumenti per rimuovere queste disuguaglianze che pagano soprattutto i giovani. 
Nell’agenda Mattarella ci sono le tasse. Perchè la Repubblica, la nostra maglia e la nostra forza dotata di armi e anticorpi, “siamo tutti noi. Insieme”. Chi lavora nella Pubblica amministrazione, chi fa volontariato, gli uomini e le donne in divisa, chi studia e chi lavora. “La Repubblica è nel senso civico di chi paga le imposte perche' questo serve a far funzionare l'Italia e quindi al bene comune”. Ancora un warning per gli undici condoni contenuti nella legge di bilancio. E gli scudi penali di cui si sente parlare. 
Fine del populismo  
In questi ultimi dieci anni ogni fine dell’anno c’erano almeno due contro discorsi da commentare: quello di Beppe Grillo e quello di Matteo Salvini. Una tendenza che si è affievolita di anno in anno. Ieri sera ha parlato una persona sola. Come deve essere: il Capo dello Stato.Tutti i leader hanno apprezzato. La premier Giorgia Meloni gli ha telefonato per esprimergli “gratitudine per l'incoraggiamento a governare con la responsabilità che la difficoltà del momento esige”.










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