Il mese scorso è stato presentato un nuovo libro pubblicato dall'Editore MdS, "Il coraggio tra i fiori di ortica", un'opera intensa e profonda cheracconta l'infanzia non solo nella sua dimensione più luminosa, ma anche nelle sue ombre, fatta di giochi e risate, ma anche nelle sue ombre, tra segreti, paure, abusi e battaglie quotidiane che i più piccoli affrontano con straordinaria forza.
Un libro che ci ha subito colpito e per il quale si preannunciava un sicuro interessamento e successo a livello nazionale.
C’erano politici, intellettuali, giornalisti che un anno fa accreditavano Putin come obbligato alla guerra, ma che raggiunto il Donbass si sarebbe fermato.
Dove sono finiti oggi?
Nei giorni scorsi Henry Kissinger, che aveva fatto aperture di credito a Putin, parlando di neutralita’ dell’Ucraina, ha ritrattato e ora sostiene l’inevitabilità del suo ingresso nella NATO.
E’ passato un anno di guerra: l’Ucraina ha subito danni incalcolabili e Putin ha bruciato ogni ipotesi di trattativa. Tace l’Onu, tace il Papa.
E Putin prepara un’offensiva macellaia, fatta di carne umana alle frontiere dell’Ucraina, Barbara quanto disperata: spera di ribaltare la guerra che ha perso ( si e’ impaludato, non ha soluzioni e fonda tutto sul medievale vantaggio del numero dei soldati).
Europa ed Usa ora, purtroppo, hanno un solo dovere: aiutare l’Ucraina a respingere l’assedio di primavera. Con tutti i mezzi, come dice Macron, di terra e di aria. E’ Putin che, tagliandosi tutti i ponti di negoziato alle spalle, sta lasciando tragicamente, come unica possibilità concreta di pace, quella della sua sconfitta sul campo.
Quella di Putin, l”offensiva di primavera, e’ il contrario di una mossa vincente. E’ quella di un disperato.
Prima o poi, in quella prigione che chiamano Russia, qualcuno se ne accorgerà e gli chiederà’ il conto. Intanto a quella ridotta impresentabile, che ha in Conte il portabandiera, che ancora pensa che disarmando l’Ucraina si fa la pace, resta solo la vergogna.