Il successo di lettura delle precedenti serie di articoli, realizzati da Franco Gabbani e Stefano Benedetti, sulle vicende di persone e famiglie del nostro territorio, ci ha spinto a proseguire nel lavoro, con una nuova serie di articoli, frutto del lavoro di Franco Gabbani, che potremmo definire con il titolo “Persone, vicende e curiosità storiche della valle del Serchio e non solo”.
COMITATO PER LA DIFESA DI COLTANO (PARCO MSRM)
IL PARCO SI FERMI E RENDA PUBBLICI I MATERIALI PREPARATORI DEL PIP
SERVE UNA DISCUSSIONE LARGA E PARTECIPATA
Partiamo da una certezza: il Parco Migliarino San Rossore Massaciuccoli, riserva Unesco per la biosfera, è un grandissimo valore per il nostro territorio, per la Toscana e in generale per l’ambiente e la sua tutela; in una parola, è una assicurazione per il futuro nostro e del pianeta.
I suoi confini sono frutto di approfonditi studi storici e naturalistici condotti dai “padri fondatori” e la sua organizzazione è il risultato di equilibri difficili e proficui, ottenuti attraverso il rapporto tra la politica, i cittadini e gli scienziati. Equilibri che oggi non sembra sensato mettere in discussione in modo frettoloso, confuso e avventato.
La Regione Toscana dotò il Parco, all’epoca, di poteri superiori a quelli delle leggi nazionali, proprio per garantirne l’efficacia in materia di tutela dell’ambiente, e per questo gli conferì il potere e la responsabilità della pianificazione urbanistica anche nelle aree (a tutti gli effetti parco) nelle quali fu permessa la caccia concordata.
Assistiamo oggi ad un maldestro tentativo di rinunciare a quei poteri in alcune aree preziose, con l’obiettivo di restituire ai comuni la pianificazione urbanistica, e ciò, in sostanza, mette in discussione la stessa estensione del territorio del parco. Tutto ciò avviene senza una sufficiente informazione e senza una discussione allargata, pubblica e partecipata, condizione necessaria per portare a termine una pianificazione saggia e condivisa.
Per queste ragioni chiediamo al Presidente della Regione Toscana Giani, in primo luogo, e al Presidente del Parco Bani di fermarsi.
Siano resi pubblici i materiali preparatori del PIP e su di essi si promuova una discussione ampia e partecipata. Solo in questo modo si può rilanciare la mission del parco quale presidio di tutela ambientale e condizione primaria della sopravvivenza del nostro pianeta.