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La Pro Loco Ripafratta “Salviamo La Rocca” organizza per sabato 18 maggio una conferenza dal titolo “Crocevia di cammini - Il confine pisano-lucchese tra itinerari e cammini, beni storici, turismo sostenibile e volontariato culturale”. L’evento si terrà a Villa Roncioni, nel borgo di Pugnano, comune di San Giuliano Terme, alle ore 10

Da quel poco che capisco, leggendo i giornali, mi .....
. . . il sig Marino vuole metter becco dove da anonimo .....
Correva voce, al Circolo, che Bruno della Baldinacca .....
Il tuo forse lo ha guadagnato ultimamente ed il mio .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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di Mario Lavia
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di Biancamaria Coli seg. PD Circolo di Nodica
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di Umberto Mosso
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IMMAGINA San Giuliano Terme
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Crollo mura di Volterra; mozione di Pieroni (Pd)
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A cura di Erminio Fonzo
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da Museo del Bosco
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Di Gavia
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di Michelle Rose Reardon a cura di Giampiero Mazzini
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Dal 17 al 19 Maggio ore 10.00 - 20.00
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Forum Innovazione di Italia Economy" II EDIZIONE
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Valdottavo, 17 maggio
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Pisa: quartiere delle Piagge
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Pisa, 16 maggio
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Credevo di riuscirci mare
Ma non ti potei solcare
Ma è vero giuro è vero
Pur cambiando la vela e mura
Se gira il vento dritta
Al cuore
Per amarti .....
La Proloco di San Giuliano Terme, attenta alla promozione e alla valorizzazione dell'ambiente indice il concorso "il giardino e il terrazzo più bello" .....
Andrea Paganelli
ANCORA DUE CONSIDERAZIONI
E POI PER OGGI BASTA...

23/2/2023 - 18:20


ANCORA DUE CONSIDERAZIONI
E POI PER OGGI BASTA...


Leggendo alcuni resoconti mi cade l'attenzione su tre cose, le butto lì per stimolare la riflessione, e poi per oggi basta...

La prima - è un problema di memoria, la storia del "pacifismo" in Italia viene da lontano, ma aveva creato un principio che poi era diventato anche un ritornello ripetuto migliaia di volte, e un punto fermo, in ogni cosa ricorreva sempre il ben noto motto "YANKEE GO HOME", sul quale sono stati costruiti addirittura film e canzoni, che stabiliva un fatto certo per ogni conflitto, ovvero che l'aggressore se ne doveva tornare a casa sua.
Oggi questa chiarezza non c'è, e si dice solo "fermatevi", quando non addirittura al solo aggredito "arrendetevi"... oppure (e questo è peggio) nella sostanza si esordisce sempre così, quasi a disbrigare una formalità: "premesso che Putin è l'invasore, e ha torto, tuttavia..." e in quel "tuttavia" ci sta tutto un mondo... qualcosa non torna e qualcuno è in malafede.


La seconda - è legata alla successiva, ovvero noto (almeno è una mia impressione) un incremento di giudizi critici rivolti al Presidente Zelensky, quasi a volerne screditare il ruolo, disegnandolo come una sorta di piccolo "guerrafondaio" che vede solo nelle armi l'unica risposta. Ora, oltre a ricordare il Presidente ucraino nei primi due mesi di guerra, che ripeteva "fermioci e incontriamoci" (sempre snobbato, quando non addirittura trattato da "pagliaccio nazista", dalle autorità russe), io mi domando cosa si pretende dal capo di una nazione attaccata, occupata e semidistrutta, che vede, dopo un anno di guerra e bombardamenti, la propria gente (civili) sfollata, uccisa, violentata e torturata (per non parlare dei bambini rapiti e scomparsi), forse che dica "cercate di fare più piano"?


E qui si viene alla terza - parlando di negoziati e di "aperture", anche molti pacifisti nostrani, mettono Zelensky sullo stesso piano di Putin, rivelando o la loro disinformazione, o la loro malafede...
L'ucraina è al momento l'unica delle due parti in conflitto che ha presentato un piano di trattativa in 10punti, sui quali, riguardo allo status delle province "semi-occupate" (perché la Russia ha annesso anche territori che non controlla ) in termini di disponibilità e apertura ha avanzato l'ipotesi che per la Crimea si congeli lo status attuale per 15anni, quindi mantenendola sotto controllo russo, e per le due provincie del Donbass si possa arrivare ad una situazione analoga attraverso un incontro diretto tra i Presidenti. Ora, ed è una mia deduzione.. voglio vedere come sarebbe possibile, dopo 15 anni di controllo russo, rivendicare la Crimea all'Ucraina, a meno di una rivoluzione della popolazione...
Peraltro, persone informate, di cui mi fido e che non mi hanno mai deluso, mi dicono che la proposta cinese terrà conto anche di questa disponibilità... Allora dico.. ma, detto questo, cosa si pretende da un paese sotto attacco e sotto le bombe da un anno (non solo peraltro nei territori contestati).
MA SOPRATTUTTO.. QUALE È, E DOVE È IL PIANO DI PACE DELLA RUSSIA? QUALI ATTI DI DISPONIBILITÀ HA MANIFESTATO AD OGGI LA RUSSIA? NON SAREBBE IL CASO DI DEDICARE PIÙ ATTENZIONI ED ENERGIE ALL'AGGRESSORE ANZICHÉ ALL'AGGREDITO?


P.S. - Le immagini sotto riportate non sono delle città russe....





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4/3/2023 - 22:39

AUTORE:
Bertelli ( l'interlocutore)

Non sono uno storico, mi sono documentato dove si è documentato lei. Nel 1992 la Crimea si proclamò repubblica socialista indipendente pur restando nei confini ucraini. Nel 1995, dopo gli accordi di Budapest, il governo di Kiev abolì tale status, senza interpellare gli stati che avevano stipulato tali accordi vale a dire Usa, Russia e Regno unito, art. 6 anche da lei riportato.
Buon proseguimento anche a lei, professore.

3/3/2023 - 12:03

AUTORE:
Andrea Paganelli

Avevo detto che non sarei più intervenuto ma, ripassando casualmente di qua, noto che non posso evitarlo, in particolare per due affermazioni che "stridono", dando ai lettori una percezione sbagliata, la seconda di queste è addirittura "non vera". Quindi mi limiterò a queste due sole cose.
LA PRIMA:
lei dice che: "non ha mai scritto che la Russia è dalla parte giusta", e da parte mia io posso dire che nessuno ha affermato che lei ha scritto questo... A parte il fatto che basta rileggere, ma ciò che io ho rilevato è proprio la curiosità rappresentata dal fatto che sono diversi a disbrigare frettolosamente la "condanna" della Russia, concentrando poi tutte le argomentazioni sui presunti errori dell'Ucraina, un po' come quelli che in presenza di una donna violentata e stuprata si concentrano sul "si però, anche lei doveva essere più accorta..." io le chiamo "giustificazioni", ma come ho detto basta rileggere, alla ricerca di una argomentazione legata ai comportamenti dell'aggressore.
LA SECONDA:
Sostenere che "nel 1995 l'Ucraina avrebbe cancellato una parte del Memorandum di Budapest". Questo è addirittura falso, non so dove lo abbia letto, il Memorandum è del 1994, l'auto-proclamazione della Crimea (Comunque indotta, dichiarata con la presenza dei carri armati e mai riconosciuta dal resto del mondo, neppure dalla Cina) è del 2014. Nel 1995 i confini internazionalmente riconosciuti vedevano la Crimea come parte del territorio Ucraino, nulla più di questo, non so dove si sia documentato.

Se non bastasse, il corpo del memorandum di Budapest eccolo qua, è reperibile ed è articolato in 6 punti. Prevede che la Russia, gli Stati Uniti e il Regno Unito, i firmatari iniziali insieme all'Ucraina, (la Cina lo ha sottoscritto successivamente) si impegnino a:

1) Rispettare l'indipendenza e la sovranità ucraina entro i suoi confini dell'epoca.
2) Astenersi dalla minaccia o dall'uso della forza contro l'integrità territoriale e l'indipendenza politica dell'Ucraina, eccettuato il caso dell'autodifesa e comunque in accordo con la Carta dell'ONU.
3) Astenersi dall'utilizzare la pressione economica sull'Ucraina per influenzare la sua politica.
4) Impegnarsi a richiedere un'azione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite per portare assistenza all'Ucraina nel caso in cui la stessa fosse vittima od oggetto di minaccia di un atto di aggressione con l'utilizzo di armi nucleari.
5) Astenersi dall'usare armi nucleari contro l'Ucraina, eccettuato il caso in cui sia l'Ucraina stessa, in collaborazione o alleanza con uno stato dotato di armi nucleari, ad attaccare uno degli altri Stati firmatari, i suoi territori o quelli da esso dipendenti, le sue forze armate o i suoi alleati.
6) Ucraina, Russia, Stati Uniti e Regno Unito si impegnano altresì a consultare le altre parti interessate ove insorgessero situazioni che potrebbero sollevare un problema in relazione a tali impegni.

L'Art.6 venne invocato una sola volta, proprio dal governo di Kiev, con la denuncia di violazione da parte di Mosca, in occasione dell'occupazione russa della Crimea nel 2014.
Non vi fu convergenza sulla natura delle conseguenze di tale violazione, in quanto sia gli Stati Uniti che il Regno Unito ritennero che non ricorressero gli estremi per il "casus foederis" (supporto armato degli alleati firmatari di un trattato), preferendo l'azione diplomatica, sempre in sede internazionale.
Buon proseguimento.

26/2/2023 - 22:28

AUTORE:
Bertelli

Apprezzo il suo scritto, molto ben scritto e articolato ma inutilmente lungo. È chiaro che difficilmente ci troveremo d'accordo, ma non è un problema.
Resta il fatto che non ho mai scritto che la Russia sia dalla parte giusta, ne lo penso. Nei famosi accordi di Budapest c'era pure scritto che anche l'Ucraina doveva rispettare alcune questioni, tipo il mantenimento dello status di Repubblica indipendente per la Crimea, che però nel 1995, con atto unilaterale abolì. Ammetto che sono bazzecole rispetto ad una guerra, ma è un fatto.
Io credo nel ruolo delle Nazioni Unite, però non a seconda di chi hanno davanti. Rammento che è lo stesso ONU che credette alle menzogne di Colin Powell sulle armi di distruzione di massa che l'Iraq doveva avere. Sappiamo tutti come è andata. Così come ho già scritto, l'ONU non ha perso tempo a riconoscere il Kosovo come nazione ma non riconosce la Crimea. Due pesi e due misure.
Così va questo mondo, comunque guardi, il termine populista mi piace. La lascio ai suoi impegni, buona serata.

26/2/2023 - 11:26

AUTORE:
Andrea Paganelli

Vedo che non si fa in tempo a scrivere e i quesiti aumentano, mi permetta anche in modo superficiale (non uso mai il termine "populista"), perché tutti sanno che ogni Capo dello Stato, a cominciare da Pertini, ha sempre avuto i propri Consiglieri militari e collaboratori di fiducia, tra i quali anche un nostro concittadino (e per me caro amico) pisano, oltre che su altre materie. In questo caso l'aiuto io, il consigliere è il Generale Roberto Corsini, sul resto basta informarsi.
Ma veniamo a noi.
Evidentemente parliamo due lingue diverse (non c'è nulla di male) e ci riferiamo anche a due storie diverse, penso quindi sia inutile continuare, se si prescinde dalla ricerca o ietti a di ciò che è giusto o sbagliato, le fornisco quindi questo ulteriore contributo alla riflessione e poi mi fermo, se vuole continui pure da solo.

I fatti attestano, come riportato dall'agenzia Ansa (che le ho segnalato sopra) la disponibilità dichiarata dall'Ucraina a "congelare per 15 anni la situazione in Crimea". Ovviamente la proposta fu avanzata quasi subito dal governo Ucraino (da un organo ufficiale), purtroppo in quel periodo Putin, che aveva ancora i carri armati alle porte di Kiev (non in Donbass), e si sentiva in grado di infrangere ogni regola, eliminando Presidente e Governo ucraini, non riconosceva alcun governo, peraltro legittimamente eletto dai cittadini (faccio notare che le elezioni, a differenza dei referendum russi, presidiati dai militari, si sono svolte alla presenza dell'Osce, organismo di cui faceva parte anche la Russia), e riconosciuto dalla Comunità internazionale, e considerava quell'Organo più o meno una "banda di nazisti golpisti, e drogati" quindi non aveva alcun interesse a considerare le proposte Ucraine.
Le proposte avanzate, comunque restano, non necessariamente devono essere riportate nei nuovi documenti (nel caso i 10 punti), restano in ogni caso agli atti (anche della storia) ed eventualmente chi vuole li "riprende" e chi non vuole li ignora.
Un esempio di questo, ovvero del fatto che ognuno dimentica ciò che è più scomodo, per affermare la verità che più gli aggrada, è proprio nel fatto che in molti citano spesso gli accordi di Minsk, addossando la responsabilità della loro mancata attuazione all'Ucraina, ma in realtà disattesi da entrambi, dimenticando inoltre che prima di Minsk ci fu un altro protocollo, quello di Budapest, del 1994, con il quale l'Ucraina accettò di consegnare le 1900 testate nucleari alla Russia (praticamente "auto-disarmandosi", era allora la terza potenza nucleare al mondo) in cambio della inviolabilità dei propri confini. Cosa sia avvenuto dopo è sotto gli occhi di tutti.
Il problema infatti, al di là di ogni "narrazione" è che esistono comunque Organismi internazionali ed anche un "diritto internazionale", che stanno lì apposta, a stabilire, con delibere, atti e sentenze, cosa è giusto e cosa è sbagliato. Che poi, i grandi del mondo trovino talvolta il modo di non rispettare quegli atti, non ho difficoltà ad ammetterlo ma è un altro capitolo, ciò che è giusto e ciò che è sbagliato resta tale.
E qui veniamo al "tuttavia", o al suo "però", inframezzato dal punto... Non si tratta di grammatica, possiamo aggiungere se vogliamo anche un "ciò non di meno", un "ciò nonostante", un "comunque" o un più semplice "ma"... il suo racconto parla di "dichiarazione di indipendenza" (e già si pone fuori dal diritto e dalla giustizia internazionale, ovvero dalla verità), e si concentra su atti "sbagliati" (ovviamente a suo giudizio, che guarda caso coincide ancora con quello dei russi) dell'Ucraina. Ora sicuramente anche l'Ucraina ne avrà compiuti, la cultura di quel popolo è simile a quella russa, ed è più difficile per loro fare "marcia indietro", tuttavia (e stavolta lo metto io) i fatti della storia, e il diritto internazionale stanno da un altra parte rispetto alla narrazione russa (e sua). Per il diritto internazionale non esiste nessuna "dichiarazione di indipendenza" legittima. Il problema infatti, in tutta la sua crudezza, ed anche al di là dei fatti contingenti, è come si pone la Russia, e il rapporto che intende avere con la comunità internazionale e le sue regole, e questo vale anche nel caso della Crimea.

Quella che lei (ed anche i russi) chiama "dichiarazione di indipendenza", la Comunità internazionale (l'ONU per intendersi) non l'ha mai riconosciuta e l'ha cosiderata una "illegittima annessione militare".

Nello specifico, in seguito alla rivoluzione ucraina del 2014, tra il 20 e il 27 febbraio 2014 la Russia inviò proprie truppe (peraltro senza insegne, una abitudine che si ripete spesso anche in altre parti del mondo) ad occupare e prendere il controllo del governo locale, l'11 marzo fu il nuovo governo filorusso (con i carri armati per le strade) che dichiarò la propria indipendenza dall'Ucraina. Il 16 marzo (sempre con i carri armati) fu tenuto in tutta fretta un referendum sull'autodeterminazione della penisola, ovviamente anch'esso non riconosciuto dalla comunità internazionale, nel quale i "SI" registrarono oltre il 95% dei voti, e in una settimana le autorità della Crimea firmarono il 18 marzo l'adesione formale alla Russia.

Quanto al diritto internazionale (ovvero a ciò che è giusto o sbagliato) ci si deve invece rifare alla risoluzione 68/262 dell'Assemblea delle Nazioni Unite adottata poco dopo (27 marzo 2014), col titolo "L'integrità territoriale dell'Ucraina".
La risoluzione condanna l'annessione russa, la ritiene illegale, e riconosce la Crimea e Sebastopoli entro i confini internazionalmente riconosciuti dell'Ucraina, respingendo la validità dello stesso referendum. Inutile dire che i paesi contrari furono come al solito la Russia, la Corea del Nord, la Siria e i pochi altri.
Il problema quindi, che al di là di tutto resta centrale, è: Riconosce o no la Russia gli organismi della Comunità internazionale e il diritto internazionale stesso?

Il Mondo non ce l'ha con la Russia, e nessuno vuole invaderla, una cosa però è certa, il mondo (non il solo occidente) non può a sua volta consentire che la Russia compia soprusi a suo piacimento nei confronti di altri Stati indipendenti, i cui popoli scelgono di autodeterminarsi e non vogliono essere sottomessi.
Il 900 è chiuso, l'URSS non c'è più, non ci sono più due sole "sfere di influenza", il mondo è multipolare, inutile che la Russia continui a porsi come uno dei "padroni del mondo", l'economia russa è attorno al 70° posto nel mondo, ha un sistema industriale arretrato e retrogrado, aggravato da una fuga di cervelli all'estero notevole, il suo Pil è meno della metà di quello italiano (con dieci volte più abitanti), e meno di un decimo di quello europeo, una produzione fondata prevalentemente su estrazione di materie prime, nessuno nel mondo compra prodotti russi. Si configura perciò come "potenza regionale" e si regge solo per le velleità militari.. che costituiscono una eccezione, peraltro sempre meno sostenibili nel tempo.
Il ruolo quindi che Putin vuole ri-assegnare alla Russia, a dispetto di tutte le regole del diritto internazionale, è "fuori dal mondo" nel senso letterale del termine, e solo nella sua testa.

L'ultima carta che poteva giocare era un sostegno e contributo alla crescita e alla integrazione europea (peraltro non vista con simpatia neppure da Stati Uniti e Cina), essendone anche "parte", che gli avrebbe procurato ottimi partenariati per la crescita.
Solo attraverso questi passaggi, e il consolidamento della "difesa europea", si potrà in futuro allentare lo stesso rapporto con la Nato (che svolge al momento funzioni di supplenza di quest'ultima), ma Putin ha fatto esattamente la scelta opposta.
A tutto questo va aggiungo che Zelensky è arrivato nel 2019, e non gli si possono imputare eventuali errori commessi da un sistema politico molto corrotto, ereditato peraltro dai residui del vecchio sistema ex sovietico, quindi ripeto sarebbe meglio più che rivangare narrazioni fuori dalla storia (e dal diritto internazionale) concentrarsi su come fermare un regime che ormai sta agendo fuori da ogni regola e da ogni logica, purtroppo anche di "umanità".
La saluto, buon proseguimento.

25/2/2023 - 22:49

AUTORE:
Bertelli

P.G. mi perdonerà, credo che bisogna spiegare chi è l'Ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone. È " solo " il Capo di Stato Maggiore della Difesa attualmente in carica. Ecco, e prendo a prestito la domanda che si è fatto Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano di oggi, la Meloni, il Presidente Mattarella e il resto del governo a chi chiedono un parere militare quando devono prendere decisioni in merito ? Così, tanto per sapere.

25/2/2023 - 17:23

AUTORE:
P.G_

E' un piacere, ogni tanto, leggere qualcosa di qualcuno che frequenta, e anche risponde, perchè legge.
Di solito compaiono articoli di gente che non sa nemmeno che esiste un fiume di nome Serchio, figurasi un giornaletto online.
Per questo vorrei che lei commentasse questo perchè
leggo che l’ammiraglio Giuseppe Dragone, difficile definirlo putiniano o pacifinto come a qualcuno piace definire chi non si allinea, si unisce all’americano Milley nel dire che è evidente che la Russia non vuole, oppure non può, prendersi l’intera Ucraina difesa dalla NATO e altrettanto l’Ucraina non sarà in grado di riprendersi i territori invasi dalla Russia. Non può esistere quindi una soluzione militare.

Dice Cavo Dragone: “Non possiamo permetterci un altro conflitto ‘congelato’ nel cuore dell’Europa”. Serve “una riflessione sul dopo”: non sul ripristino dello status quo ante 2022, ma “sul mondo nuovo che verrà, diverso da quello che era prima dell’invasione. Non ci sono alternative a superare le macerie e il dolore”, per evitarne altri. E per disegnare un futuro di sicurezza per Kiev, ma anche per Mosca e gli altri Stati dell’Est Europa, urge in Occidente “un esame di coscienza” per capire se si fece di tutto per evitare l’invasione di Putin: “Ci sono stati elementi di instabilità che non abbiamo colto prima del 24 febbraio?”. Si poteva fare di più “nel proporre dialogo e inclusione?”. Ora ogni iniziativa negoziale va colta al volo, anche quella cinese: “Non dobbiamo trascurare nulla”.

Ecco che bisognerebbe, ad un anno dalla guerra, passare dalla fase di chi ha ragione e chi ha torto, da quella delle armi e dei missili, a quella della diplomazia. Per la pace è ancora presto, però si potrebbe tentare un cessate il fuoco e poi passare alla fase successiva.

25/2/2023 - 15:10

AUTORE:
Bertelli

Nella sintassi grammaticale il punto coincide con la chiusura di un periodo. Ecco, il mio " però " è inserito nel periodo successivo, dove cerco di spiegare le mie opinioni sulla guerra, non di spiegare le ragioni di Putin. Che, è ovvio, o non ci sono o le conosce solo lui.
Torno a dirle, che nei 10 punti per un cessate il fuoco di Zelensky, di Crimea non si parla. E probabilmente non se ne parla perche il 6 marzo del 2014 la Crimea si è dichiarata indipendente e dal 18 marzo, sempre 2014, ha aderito alla Federazione Russa, anche se la comunità internazionale non ha riconosciuto il fatto. E qui ci sarebbe spazio per disquisire sull' autodeterminazione dei popoli. Del tipo, il Kosovo si, la Crimea no. Questo al momento è lo stato delle cose.
Per il resto io e lei potremmo stare qui a scriverci all' infinito, senza arrivare al dunque. Qualunque cosa diciamo o facciamo non ha, al momento, il potere di fermare questa follia.
O almeno, questo vale per me...

24/2/2023 - 22:01

AUTORE:
Andrea Paganelli

Riprendo le considerazioni al contrario, parto dalla terza...
Non ha visto la proposta ucraina di congelare la situazione in Crimea per 15 anni, perché come molte cose vengono dimenticate, d'altra parte se prevale la preoccupazione di "non umiliare"
il capo del Cremlino, anche dimenticare può essere utile.
È stata una delle prime, la proposta, CHE È TUTTORA IN CAMPO, fu avanzata poco più di un mese dopo l'inizio dell'invasione, ecco il link con il dispaccio Ansa che ne dava notizia, e nessuno se l'è rimangiata:

https://www.ansa.it/sito/notizie/topnews/2022/0
3/29/kiev-status-crimea-da-decidere-entro-15-anni_a2473364-bdd2-4f6e-865c-354f2635fb85.html

Forse avrà anche dimenticato che proprio in quel periodo era proprio Putin che non voleva riconoscere in alcun modo il Presidente Ucraino, usando peraltro termini disdicevoli come "drogati" ed altro.
Doveva ancora smaltire la collera per il fallimento del blitz a Kiev (che non è in Donbass) con il quale aveva ordinato l'eliminazione dello stesso Zelensky, oltre a tutto il governo.
Ma la proposta ucraina è ancora lì, nessuno l'ha ritirata, e i cinesi hanno scelto, sul piano ufficiale, di non trattare questioni territoriali nel loro piano, indebolendolo, e riducendolo ad una serie di dichiarazioni di principio e nulla più. I cinesi hanno questo modo lento di muoversi, forse perché aspettano un assenso dal leader russo per poter proseguire, speriamo che entrino più nel concreto, anche se occorre dire che a loro fa gioco che, sia la Russia che gli USA, continuino a consumare energie, degli ucraini poi glie ne importa una "cippa". Comunque i margini di manovra i Cinesi li hanno ben chiari, e sanno bene che se si fermano a quel documento (tipo compitino in classe) rischiano di non fare una gran bella figura, speriamo che si muovano sotto traccia, lo possono fare.

Sulla seconda in effetti non c'è molto da dire, effettivamente Zelensky "fa il suo" (cosa che in molti non si aspettavano) e lo fa in mezzo alla propria gente, da questa ricambiato, a differenza del leader del Cremlino che si tiene a distanza da tutti, e non ha più lasciato la sua sede, salvo qualche fugace apparizione di pochi minuti come allo stadio. Non incontra neppure i propri soldati, eppure i territori annessi sono per lui territori russi, prima o poi dovrà anche incontrare le madri e le famiglie dei militari morti spiegandogli per cosa sono morti.

Sulla prima osservazione che dire? Per la "malafede" basta rileggere, mi sembra di essere stato chiaro, basterebbe riprendere a rileggere i commenti "pacifisti" da quando Putin forniva ampie garanzie che non era sua intenzione invadere l'Ucraina, e lo diceva esattamente la settimana precedente all'invasione.. mi risparmio la fatica di andare alla ricerca delle numerose dichiarazioni successive, come la "perla" che la Russia era "interessata solo alle provincie del Donbass", o che "i russi non uccidono i civili" ed altre. Le faccio notare che se lei non usa il "tuttavia" usa comunque il "però"...

24/2/2023 - 19:03

AUTORE:
Bertelli

Ma non le sembra di abusare un po' troppo della parola " malafede ", rivolta ad altri ?
Riguardo alle sue considerazioni, sulla prima sinceramente non capisco cosa vorrebbe che dicessero le persone con cui parla. Anch'io dico che Putin ha torto ed è un aggressore. Non aggiungo " tuttavia ", però cerco di andare oltre questo steccato di idee e cerco di capire, secondo le mie capacità, la questione della guerra.
Non vorrà mica dirmi che lei pensa solo " russi fuori dall' Ucraina e fine della guerra " ? Io credo che anche lei vada oltre, che cerchi di approfondire le ragioni di questa maledetta crisi Europea. Quanto meno me lo auguro.
Sulla seconda non saprei, credo che il presidente Ukraino faccia il suo, come sicuramente farebbero altri. Segnalo però che in data 4 ottobre 2022 è stato emesso un decreto, dal consiglio di Difesa Ukraino, in cui si stabilisce che non si possono fare negoziati con la Russia, almeno fino a quando c'è, o ci sarà , Putin. Campa cavallo mi vien da dire. E guardi tralascio i trattati di Minsk, mai attuati da Kiev.
E veniamo alla terza : parto con una domanda, lei lo ha letto il documento dei dieci punti che dovrebbero riguardare le trattative di pace ? Sinceramente mi pare di no. Le spiego, l'ho appena letto su la rivista " Il Grand Continent, rivista di geopolitica, e delle concessioni di cui lei parla non c'è traccia. C'è invece, e si capisce senza essere in malafede, una chiusura totale da parte di Zelensky, a una qualsiasi concessione che non parta dal ritiro delle truppe russe dal suolo ukraino.
Ho dato un' occhiata anche al piano cinese, Sole 24 ore, e anche lì di concessioni non si parla. Anzi le dirò di più : al primo punto la Cina recita " Al primo punto c'è il rispetto di sovranità, indipendenza e integrità territoriale di tutti i Paesi secondo le leggi internazionali riconosciute, compresi scopi e principi della Carta delle Nazioni Unite. " Un bel passo avanti mi pare, che credo sarebbe gradito più dagli Ukraini che dai Russi. Peccato però che la Nato lo abbia bocciato, pare che Pechino non sia credibile. Come vede, e sa, la faccenda non è proprio semplice da dipanare, ma nemmeno che si possa ridurre il tutto a malafede, solo perchè ci si pongono, e si fanno, domande, a volte, anche scomode.
La saluto non prima di averle raccontato quanto si è visto oggi al Tg1 delle 13.30. Campeggiava alle spalle della conduttrice una gigantografia di Zelensky che teneva in mano l' asta di una bandiera, non era quella gialloblu Ukraina, che rappresentava qualcosa di religioso e dai colori amaranto o qualcosa di simile. Ai suoi piedi c' era un soldato, in uniforme, inginocchiato che baciava quella bandiera. Tutto bello, tutto molto patriottico, solo che sul braccio sinistro dell' uniforme di quel soldato c'era, e si vede chiaramente se si guarda, il simbolo stilizzato delle SS... ecco non vorrei dover ricordare la massima di Andreotti.
Buona serata.