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Evento davvero memorabile a san Giuliano Terme il 25 luglio a partire dalle ore 18, all'interno del Fuori Festival di Montepisano Art Festival 2024, manifestazione che coinvolge i Comuni del Lungomonte pisano, da Buti a Vecchiano."L'idea è nata a partire dalla pubblicazione da parte di MdS Editore di uno straordinario volume su Puccini - spiega Sandro Petri, presidente dell'Associazione La Voce del Serchio - scritto  da un importante interprete delle sue opere, Delfo Menicucci, tenore famoso in tutto il mondo, studioso di tecnica vocale e tante altre cose. 

Che c'entra l'elenco del telefono che hai fatto, con .....
Le mutande al mondo non le metti ne tu e neppure Di .....
Da due anni a questa parte si legge che Putin, ovvio, .....
È la cultura garantista di questo paese. Basta vedere .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Mauro Pallini-Scuola Etica Leonardo: la cultura della sostenibilità
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APOCALISSE NOKIA di Antonio Campo
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Il mare
con le sue fluttuazioni e il suo andirivieni
è una parvenza della vita
Un'arte fatta di arrivi di partenze
di ritorni di assenze
di presenze
Uno .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
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Dall’Alcyone di Gabriele D’Annunzio

13/3/2023 - 21:41


Libro Terzo delle Laudi del Cielo del Mare della Terra e degli Eroi


Bocca di Serchio


Ieri era il 160° compleanno di Gabriele D’Annunzio e avrei voluto festeggiarlo con Voi, ma la foto che avevo in archivio non riuscivo a trovarla più (immaginatevi il perché). Solamente ora ho trovato il poco noto scritto del Vate, addirittura autografato.
La poesia dannunziana non è sempre facile a farla nostra, ma questa volta, complice lo stesso amore che noi abbiamo per il luogo descritto, vale la pena di cercarlo su internet.
Io riporto solamente la fine, ma vi è un altro amore che si manifesta in questa laude: la passione per i cavalli e cosa c’è di più bello che cavalcare in una pineta litoranea diversa da quelle di Bocca d’Arno o San Rossore,
Nella nostra ovviamente e il Vate si adatta a seguire la via diplomatica con questa lettera da consegnare al Duca Salviati.


(n.d.r.) il duca al quale deve farsi la richiesta è Antonino, unico figlio maschio del notissimo illuminato Scipione.


[…] Ecco l’erba, ecco il verde, ecco una canna.

Ecco un sentiere erboso.Guarda, al fondo,

guarda i monti Pisani corrucciati

sotto le vaste nuvole di nembo.

Non  odi gracidìo di corvi

là verso il mare? Scendono alla foce

del Serchio a branchi, e tesa v’è la rete,

dissemi il cacciatore di Vecchiano.

Il Serchio è presso? Volgiti all’indizio.

Ecco la sabbia tra i ginepri rari,

vergine d’orme come nei deserti.

Si nasconde la foce intra i canneti?

La scopriremo forse all’improvviso?

Ci parrà bella? No, non t’affrettare!

Lascia il cavallo al passo.È dolce l’ansia,

e viene a noi dal più remoto oblio,

vien dall’antica santità dell’acque.

Liberi siamo nella selva, ignudi

su i corsieri pieghevoli, in attesa

che il dio ci sveli una bellezza eterna.

Non t’affrettare, poi che il cuore è colmo.

Bocche delle fiumane venerande!

Lungo le pietre d’Ostia è più divino

il Tevere. Soave è nei miei modi

l’Arno. Il natale Aterno, imporporato

di vele, splende come sangue ostile.

E l’Erìdano vidi, e l’Achelòo,

e il gran Delta, e le foci senza nome

ove attardarsi volle invano il sogno

del pellegrino. Ma che questa, o Ardi,

sia la più bella mi conceda il dio;

perché non mai fu tanto armonioso

il mio petto, nè mai tanto fu degno

di rispecchiare una bellezza eterna.

ecco il nato dei monti.Oh, mistero!

La verde chiostra accoglie i vóti,

qual vestibolo di tempio silvano.

I pini alzan colonne d’ombra intorno

al sacro stagno liminare che ha

per suo letto un prato di smeraldi.

Nel silenzio l’imagine del cielo

si profonda: non ride né sorride,

ma dal profondo intentamente guarda.

Odi la melodia del Mar Tirreno?
Tra le voci dei più lontani mari,

nell’estrema vecchiezza, nell’orrore del gelo,

il sangue mio l’imiterà.

E la cerula e fulva Estate

sempre io m’avrò nel mio cuore.

Odi sommesso carme che ci accompagna

per l’esiguo istmo sembiante al giogo d’una lira.

Tutto è divina musica e strumento

docile all’infinito soffio.

Guarda per la sabbia le rotte canne, guarda

le radici divelte, ancor frementi di

labbra curve e di leggiere dita!

I musici fuggevoli con elle

modulavano il carme fluviale. […]


[…] Scendi dal tuo cavallo, Ardi Ecco il fiume,

ecco il nato dei monti. Oh meraviglia!

Ei porta in bocca l’adunata sabbia

fatta come la foglia dell’alloro.

T’offriamo questi giovini cavalli,

o Serchio, anche t’offriamo i nostri corpi

ov’è chiuso il calor meridiano.

Anelammo d’amore per trovarti!

Sgorgar parea che tu dovessi, o fiume,

dal nostro petto come un sùbito inno.

Dio tu sei, dio tu sei; noi siam mortali.

Ma fenderemo la tua forza pura.

La più gran gioia è sempre all’altra riva.
 

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