Il successo di lettura delle precedenti serie di articoli, realizzati da Franco Gabbani e Stefano Benedetti, sulle vicende di persone e famiglie del nostro territorio, ci ha spinto a proseguire nel lavoro, con una nuova serie di articoli, frutto del lavoro di Franco Gabbani, che potremmo definire con il titolo “Persone, vicende e curiosità storiche della valle del Serchio e non solo”.
RISPETTO PER I VIVENTI NON UMANI.
Non sono d’accordo con l’abbattimento dell’orsa JJ4. Lo dico da non animalista militante o da ambientalista irragionevole, ma da essere umano che ha rispetto per i viventi non umani e si rifiuta di far pagare loro, in specie con la morte, i nostri errori. Perché un orso è un orso e la responsabilità di quello che fa secondo la sua natura, che sappiamo essere l’unica legge che conosce, non è sua, ma di chi lo ha in custodia, incaricato di gestirne la vita secondo un progetto di salvaguardia della sua specie che comprende anche garantire la sicurezza delle persone ex ante e non ex post.
Non so a chi o a quale Ente sia attribuita dalla legge questa competenza e la responsabilità dei suoi effetti. Ma, di certo, ha nomi e cognomi che non sono JJ4. La decisione di chiederne l’abbattimento da parte del Presidente della Provincia di Trento la considero un diversivo, crudele e sbrigativo, per sviare l’opinione pubblica dalla ricerca di queste responsabilità tutte umane. Chi doveva monitorare che il progetto di ripopolamento non uscisse dai limiti quantitativi e territoriali previsti?Il dolore e il rimpianto per l’uomo che ha perso la vita e la solidarietà coi suoi famigliari è un sentimento giusto, che deve essere accompagnato da misure concrete, che ci sono, per fare si che non accada più.
L’abbattimento di un’orsa, peraltro madre di tre cuccioli, non garantisce maggiore sicurezza ai cittadini, ma ha il sapore di una faida medievale. Una pena di morte da eseguire per bilanciare agli occhi dell’opinione pubblica l’incapacità degli esseri umani di convivere coi viventi non umani.Spero che il Tar lo impedisca, sapendo che ci sono altri metodi per mettere in sicurezza le persone e anche l’orsa, oltre la legge del taglione.