L'articolo di oggi non poteva non far riferimento alla festa del SS. Crocifisso che Pontasserchio si appresta a celebrare, il 28 aprile.Da quella ricorrenza è nata la Fiera del 28, che poi da diversi anni si è trasformata in Agrifiera, pronta ad essere inaugurata il 19 aprile per aprire i battenti sabato 20.La vicenda che viene narrata, con il riferimento al miracolo del SS. Crocifisso, riguarda la diatriba sorta tra parroci per il possesso di una campana alla fine del '700, originata dalla "dismissione" delle due vecchie chiese di Vecchializia.
La Famiglia è subordinata alla Mamma e Migliarino ha scelto questa data per omaggiare tutte le Famiglie e tutte le Mamme.
Noi migliarinesi siamo molto attaccati a questa festa e a tutti coloro che ne hanno sempre approfittato per riunire parenti e amici lontani, tavolate di leccornie e vorticose girate poi sul calcionculo e fra i banchi della fiera.
Ultimamente tutto ciò si è affievolito, le macchinine a trucco sono scomparse e sono rimaste alcune bancarelle di poca attrattiva.
Quello che non calerà mai, e al contrario si rinforza, è l’amore per coloro che non ci sono più e che hanno lasciato la “festa di maggio” per il “regno dei cieli”, detto senza attingere dalla religione ma dal convincimento che chi è stato una persona onesta non può sparire dentro una tomba e ricordato il due novembre.
Siamo alla “Festa di Maggio” di mezzo secolo fa, il nostro compaesano Pippo (Roberto Petri) rientra nel paese natale da Udine dove ha trovato lavoro, moglie e avuto un bel figlio. Amante del suo paese e appassionato fotografo gira un filmino sulla festa di maggio del 1973 dove, fra i tanti personaggi che filma, c’è suo padre Giuseppe, detto Beppino, e suo figlio Lorenzo.
Maggio, mese meraviglioso, mese nel quale si approfittava della festa per fare il primo bagno, mese delle rose che facevano pergola al bar della stazione gestito da Beppino (sì, avete capito bene, la stazione di Migliarino aveva un bar!), mese che preannunciava la fine delle scuole; ebbene Pippo ci ha lasciato due anni fa proprio alla fine di questo mese e questo è un ricordo incancellabile.
Roberto ascolta: come non eri nel filmino ma ne eri l’artefice, ora non sei con noi a mangiar la torta, ma lo sei e lo sarai, SEMPRE, nel nostro cuore.
Mamma, non ti dimenticherò MAI e quando babbo mi sgridava e tu mi difendevi e lui diceva: “di già siete du’ slavacci”, anche quello era amore.