In questo nuovo articolo di Franco Gabbani le vicende storiche, incentrate tra la fine del '700 e l'inizio dell'800, travalicano i confini della Valdiserchio, come già accaduto in diverse occasioni, e d'Italia, espandendosi in Europa.E' la storia di un giovane costretto a seguire la carriera militare per problemi e ripicche amorose, con l'inevitabile nefasta conclusione, raccontata utilizzando le stesse parole dell'ussero, che ci danno uno spaccato di un'esistenza iniziata negli agi della famiglia gentilizia e terminata sui campi di battaglia
Io non sapevo
figlio mio
di portarti con me
durante il viaggio.
Quando insieme a tuo padre
ho iniziato il cammino
attraverso un deserto
di sabbia e d’inganni,
quando il sole ed il vento
ci artigliavano gli occhi,
eri solo un silenzio che sognava.
Quando ho sentito
crescere il tuo peso
al centro della mia vita
ho immaginato per te
un nome che fosse un auspicio.
Dalla riva ho interrogato
l’acqua irrequieta, infinita
il suo fiato salino
ho fissato la barca sfiancata
su cui ci siamo stretti
respirando a stento
l’aspro odore di paura e sudore,
lo sguardo consumato
a cercare la terra.
Mai l’abbiamo veduta.
Perdonami figlio
non ho potuto lasciarti andare.
Continuerai a dormire nel mio abbraccio
in questa culla liquida e profonda
con dita d’acqua
t’ intreccerò i capelli.
Alessandra Favilli