none_o


In questo nuovo articolo di Franco Gabbani le vicende storiche, incentrate tra la fine del '700 e l'inizio dell'800, travalicano i confini della Valdiserchio, come già accaduto in diverse occasioni, e d'Italia, espandendosi in Europa.E' la storia di un giovane costretto a seguire la carriera militare per problemi e ripicche amorose, con l'inevitabile nefasta conclusione, raccontata utilizzando le stesse parole dell'ussero, che ci danno uno spaccato di un'esistenza iniziata negli agi della famiglia gentilizia e terminata sui campi di battaglia 

Comune di Vecchiano
none_a
Massimiliano Angori sindaco
none_a
La ricerca è attiva in tutta Italia
none_a
Migliarino Nodica Pisa e Vecchiano.
none_a
. . . dalla parte della Palestina ? Perché il governo .....
Com’è noto il generoso 110% e i suoi fratelli, .....
Bravo Bruno da o di ovunque tu sia, sono con te. .....
. . . prima che siano passati almeno 30/ 40 anni chiederà .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.co
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
Vivrò con la faccia che tu amavi
Coi miei giochi sempre nuovi
Col difetto di sognare
Lo so che ho imparato a dirti amore
Quando ormai ci era di andare
Dove .....
Se i limiti di velocità servono a tutelare la sicurezza, non capisco perchè le auto della Polizia Municipale si debbano nascondere per poi rilevare .....
none_o
Il Serchio degli altri.

30/5/2023 - 10:42



Eccoci a passeggiare lungo il nostro (ed il loro) Serchio.

Siamo a Nave, a 4 o 5 Km da Lucca. 
"Nave que dicitur Herivrandi", citava un testo comunale del 1077 e.. fu l'inizio della discordia tra Pisa e Lucca.
Pensateci bene: Lucca aveva un bel bastimento, una "nave", che traghettava i ricchi viaggiatori che venivano dalla Via Francigena ed andavano in città (quanti siete cosa portate un fiorino), e chi li traghettava? Eriprando o Erivrando, nome di longobarda memoria, nome nobile.
Pisa aveva invece a monte, vicino Cascina, una zatteraccia mezza marcia, un navaccio o "navacchio" ed aveva pure, in un suo comune vicino a Migliarino, in una località che ancora ne porta il nome, una misera "barca".
E chi erano i traghettatori? Gano e Minchio, due di branco, di quelli tera-tera (un cavallo con cavaliere un soldo, e mezzo soldo col barroccio).
A Nave passavano due dei molti bracci che il nostro Auser sparpagliava nella piana di Ponte a Moriano e che arrivavano a cingere Lucca come in una morsa.
Tutti sanno cosa vuoi dire "costi più del Serchio ai Lucchesi".
 
Sui due rami che correvano a destra della città, l'Ausercolo e un suo derivato, vi erano due ponti (la nave serviva quando questi erano in riparazione): il Ponte Santi Petri, l'attuale Ponte San Pietro e quello detto Marchionis (cioè del Marchese), ora scomparso.
Una vendita del 1081 cita un terreno messo in mezzo ai due ponti in questione.
Un altro braccio del fiume, l'Auser propriamente detto e che oggigiorno rimane nei resti e nel nome come "canale Ozzeri", si ricollegava al fratello Ausercolo, divenuto poi Auserclo, Serclo, Serchio, vicino ad un paesino il cui nome farebbe ora pensare essere situato in posizione elevata: Montuolo.
Nella pianura vecchianese della tenuta Salviati abbiamo una località detta Isola, ad indicare appunto una zona libera dagli acquitrini creati dal Serchio e sarebbe quindi logico Montuolo, come d'altra parte è logico Antraccoli, alla periferia sud di Lucca, a significare un luogo "fra le acque".
Montuolo però è a livello del fiume, non su un monte sebbene piccolo, e infatti il suo vero ed antico nome era Flexo. Flexsus in latino significa curvo e Montuolo-Flexo era proprio cinto sui tre lati da una curva dell' Ausercolo.
Ancora da un documento del 1140 si trovano descrizioni dei due fiumi confluenti a Ripafratta, dove una controversia vedeva da una parte il pescatore Ubaldo e dall'altra un tal Marchesino che si rinfacciavano di ostacolarsi la pesca alle lamprede.
Il nostro percorso si snoda fra golene verdi, di prati lungo massicci argini e non occorre molta fantasia per rivivere antichi tempi quando, diretti ai luoghi santi, si incontravano viandanti e pellegrini che si riposavano all'ombra degli alberi rivieraschi.
Questi maestosi pioppi bianchi sono i gattici, dalle foglie double-face che lampeggiano ad ogni minimo alito di vento e devono il loro caratteristico nome agli amenti (infiorescenze) che sono appunto chiamate gattini perchè somiglianti a quei bruchi detti "gatte pelose".
O è forse vero il contrario?
Vi sarete senz'altro chiesti il perché della vegetazione e dello stato delle golene lucchesi.
Dal confine di Vecchiano fino al mare e anche nella zona della tenuta di San Rossore, zona selvaggia per antonomasia, la golena è intensamente coltivata, sia sul lato destro che su quello del comune di San Giuliano.
Perché nella Lucchesia si vedono golene verdeggianti di prati (non foraggieri) e fitte di pioppete (non da cellulosa)?
Tutto dipende dall'indole fatalista del Pisano e metodica del Lucchese.
"Vai, semina, se piove s'apre ll ombrello, se gela ci si 'opre e ss 'allaga si prende le 'alosce! " dice il primo.
Il Lucchese (ricordarsi sempre che due Ebrei fanno un Genovese e tre Genovesi un Lucchese) non potrebbe sopportare l'idea di arare, sarchiare, seminare le terre golenali per poi vedersele sommergere e rovinare dalle piene del Serchio.
"Sièo! E qquatrini en quatrini!"
Siamo arrivati ora alla pubblicità.
Guardate nella piccola pianura tra il Serchio e le colline che vanno da Filettole a Castiglioncello e poi Balbano.
C'è un paesino con un castello da favola che sembra quello dell'inizio dei programmi dei cartoni animati della Disney.
E' Nozzano, anello di congiunzione storico, geografico, geologico tra il Monte Pisano e quello di Quiesa.
Esistente già prima del 1000, non è sempre servito a difendere Lucca.
Erano soltanto case elevate dai terreni paludosi di proprietà dei vescovi lucchesi e, solo dopo la donazione ai Marchesi di Toscana e alla contessa Matilde, venne fortificato.
Donato poi al comune di Lucca nel 1126, venne ampliato e di nuovo rinforzato da Castruccio Castracani.
Passato dalle mani pisane a quelle lucchesi, poi fiorentine, poi di nuovo pisane e addirittura milanesi, il bel castello visse le sue battaglie e morì e rinacque più volte non prima di aver creato leggende e dato lezioni di civiltà come nel 1490 quando Arrigo da Colonia vi impiantò una stamperia che divenne una delle principali in Europa.
Per moltissimi anni, fino al 1670, fu terra di confine dove i Pisani imperversavano impuniti (è meglio un morto in casa che un pisano all'uscio) e i furti e gli assassinii erano cosa usuale al punto tale che in Nozzano venne istituito un Commissario per il civile e il criminale che giudicava addirittura tutti i paesi della Vai di Serchio e della Freddana.
Questa situazione durò fino al 1802 quando tutte queste località passarono sotto il giudice di Lucca.
Oggi si rivivono i vecchi sapori della cucina d'Oltreserchio e le antiche atmosfere della vita medievale durante la festa che Nozzano organizza ogni settembre.
 

+  INSERISCI IL TUO COMMENTO
Nome:

Minimo 3 - Massimo 50 caratteri
EMail:

Minimo 0 - Massimo 50 caratteri
Titolo:

Minimo 3 - Massimo 50 caratteri
Testo:

Minimo 5 - Massimo 10000 caratteri