Il mese scorso è stato presentato un nuovo libro pubblicato dall'Editore MdS, "Il coraggio tra i fiori di ortica", un'opera intensa e profonda cheracconta l'infanzia non solo nella sua dimensione più luminosa, ma anche nelle sue ombre, fatta di giochi e risate, ma anche nelle sue ombre, tra segreti, paure, abusi e battaglie quotidiane che i più piccoli affrontano con straordinaria forza.
Un libro che ci ha subito colpito e per il quale si preannunciava un sicuro interessamento e successo a livello nazionale.
E noi battiamo il ferro finché è caldo.
E non c’è due senza tre.
Modi di dire che si adattano a me e a voi.
Questo battere si fa per dire di approfittare dell’occasione di aver trovato quel qualcosa di comune, intenso e allo stesso tempo leggero, nel dialogare senza l’assillo della politica e del guardare in cagnesco chi ha la camicia di un altro colore.
Grazie Gabbiani e grazie Marinella, Jonathan e Marina, in ordine di apparizione sulla scena, ma ora rientro nell’altro mio aspetto “carnascialesco”, quello che alleggerisce i miei scritti.
Come?
Un’associazione di idee: Marina e Marinella con l’adattamento di “Marina di Vecchiano” in Mardive, queste con l’Oceano indiano, questo con le esplorazioni e quale la più conosciuta se non quelle(a) inglese in Africa?
Facile ora abbinare il terzo soggetto al gabbiano a sinistra della foto, rincorso da quello di destra e sentire, con la fantasia, urlare da Stanley(!):
“Livingston
(un sommesso “accidenti a te”),
vada piano, si fermi, la devo salutare!”
Non fu esattamente così e Livingstone si chiamava David e non Jonathan e l’acqua non era di mare ma di fiume, beh, quello c’è anche qui!
E la poesia?
Questa (tèra tèra) è opera mia:
L’adattàti
Sono a Ppisa, su’ lungarni a mendià,
arrivin a Vïarello e Samminiato,
‘ngrufiano tutto ‘vello ‘he nni si dà
in cambio d’un lavoro certo ‘ngrato.
Cor sole, freddo, estat’oppure ‘nverno,
‘un si domandin certo der domani
quando stanno di fòri allo sciavèrno.
Se lli scacci cor batte’ delle mani
ti senti d’esse’ come ‘r padreterno
e, ppe’ ffa’ prima, gridi “sciò ...gabbiani!”
(non siamo ancora in estate e se il caldo fa questo effetto, figuriamoci in agosto!)