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In questo nuovo articolo di Franco Gabbani viene trattato un argomento basilare per la società dell'epoca, la crescita culturale della popolazione e dei lavoratori, destinati nella stragrande maggioranza ad un completo analfabetismo, e, anzi, il progresso culturale, peraltro ancora a livelli infinitesimali, era totalmente avversato dalle classi governanti e abbienti, per le quali la popolazione delle campagne era destinata esclusivamente ai lavori agricoli, ed inoltre la cultura era vista come strumento rivoluzionario. 

. . . altrimenti in Italia tutto il potere centrale .....
Sei fuori tema. Ma sappiamo per chi parli. . .
. . . non so se sono in tema; ma però partito vuol .....
Quelle sono opinioni contrastanti, il sale della democrazia, .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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IMMAGINA San Giuliano Terme
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di Umberto Mosso
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di Riccardo Maini (vedi risposta al sig. Bertelli)
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Comunicato congiunto FdI, Lega, FI.
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“Interrogazione del consigliere provinciale Roberto Sbragia”
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Ripafratta, 25 maggio
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di Fabiano Corsini
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Prato
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Dal 17 al 19 Maggio ore 10.00 - 20.00
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Forum Innovazione di Italia Economy" II EDIZIONE
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Nei tuoi occhi languidi
profondi, lucenti
piccolo mio
inestimabile tesoro
vedo il futuro
il tuo
il presente
quello del tuo babbo
il passato
quello .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
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Vi porto con me, viaggiare con Paola: Lisbona di IERI (prima parte)

19/6/2023 - 13:28



Anche questo racconto fa parte della nuova rubrica di Spazio Donna pensata per chi non può viaggiare: Vi Porto Con Me.
 
A maggio 2023 io e mio marito per festeggiare il nostro 41esimo anno di matrimonio abbiamo deciso di andare a Lisbona. Prima di partire ho trovato e mi sono interessata alla pagina facebook di “visitare Lisbona”. Qui tanti italiani che vanno in vacanza postano informazioni sulla città e grazie ai loro consigli ho recuperato il contatto di una guida italiana molto richiesta. Una volta arrivata a Lisbona ho chiamato la guida e ci siamo dati appuntamento per il giorno dopo in Piazza del Marchese di Pombal vicina al nostro albergo.
Ho riconosciuto la guida dall’ombrellino bianco un po’ vecchiotto che riparava dal sole la sua testa. Ci siamo presentati io e mio marito felici che qualcuno ci portasse in giro, Tommaso è il suo nome.
Io sono molto curiosa e poi l’incontrare una persona che parla italiano in un posto dove il parlato rimane un mistero mi è stato naturale fargli qualche domanda… La prima è stata “da quale città vieni?” Lui mi ha risposto “da Pisa”, io sorpresa ho aggiunto “anche noi venivamo da Pisa”. Poi io incuriosita “da quale quartiere di Pisa provieni? e Tommaso ha risposto” da Metato”. Allora, tutta esaltata “dai! io sono nata a Migliarino”
E qui la sorpresa nelle parole di Tommaso “mio padre è di Vecchiano” Ho spalancato gli occhi” di chi sei figliolo?”
e Tommaso mi ha detto che di cognome faceva Lunardi.
Ho riflettuto un attimo e ho gli ho riferito che mi veniva in mente l’ex sindaco di Vecchiano, a questo punto la guida di Lisbona ridendo pronunciava: “SI È IL MI BABBO!
Il mondo è piccino!


Io e mio marito ci siamo sentiti sollevati e accolti da questo nostro conterraneo qui a Lisbona. Tommaso ci ha proposto di cominciare l’escursione prendendo la metropolitana; non siamo abituati a viaggiare e l’idea di viaggiare sotto terra ci metteva dei dubbi, ma ci siamo fidati. Scesi per le lunghe scale e appresa la modalità di fare il biglietto alla gettoniera automatica siamo riusciti a passare i tornelli. Alla fermata indicata da Tommaso Baixa-Chiado siamo scesi e risalendo in superfice ci siamo affacciati in un quartiere moderno ed elegante nel il cuore del centro storico di Lisbona. Una pavimentazione disegnata a mosaico con pietre bianche e nere ospita la statua di Pessoa in bronzo seduto ad un tavolino con una sedia libera davanti al bar storico A Brasileira. Qui si avverte l'eco dell'opera letteraria del nostro conterraneo Antonio Tabucchi (di cui avevo letto articoli sulla pagina della Voce del Serchio tempo addietro), lo scrittore di “Sostiene Pereira” e “Requiem”, traduttore dal portoghese all’italiano proprio dell'opera di Fernando Pessoa. Mentre Tommaso ci descriveva il luogo alcuni signori italiani si sono messi a chiacchierare con noi raccontando e chiedendoci. Fatta la foto di rito al tavolo con la raffigurazione questo poeta, ci siamo spostati notando le tante librerie storiche e i vari altri caffè letterari, davvero un salotto europeo ed illuminista della città, dove ancora oggi si incontrano personaggi e intellettuali. I nostri piedi proseguono il cammino e arriviamo fino alla Piazza Don Pedro IV (conosciuta anche come piazza del Rossio), centinaia e centinaia di persone affollano la piazza e a parer mio sono tutte e tutti turisti come noi perché ammiccano, fanno le foto si mettono in posa, in piccoli cerchi e parlano. Tommaso ci racconta di come dopo la pandemia sia avvenuta una vera e propria invasione di  turisti e ha cambiato anche il modo di vivere degli abitanti di Lisbona.
All'Elevador Santa Justa troviamo una grande fila come in piazza dei Miracoli sotto la Torre, gente che vuol salire per vedere il panorama da questo ascensore che ricorda nella sua struttura in ferro e bulloni la Tour Eiffel. Ci spostiamo verso la Chiesa dei Domenicani che fa parte di un vecchio monastero e passa in quel momento il trammino giallo n. 12 caratteristico mezzo pubblico di Lisbona.


Ci dirigiamo verso la parte bassa di Lisbona dove alcune strade sono costruite in modo geometrico e noto come questa città abbia edificato molte di queste e, i marciapiedi con i sampietrini bianchi e neri che raffigurano stemmi, stelle, punti cardinali, animali imbarcazioni ecc. descrivono in modo creativo la città e lasciano spazio alla fantasia di chi come me li calpesta.  Ci dice Tommaso che queste vie eleganti sono dovute alla ricostruzione dopo il terremoto del 1755.  Quello fu così devastante da buttar giù quasi tutta Lisbona. Quanto riceviamo dalla nostra guida è un corso accelerato di storia del Portogallo tutto per noi! Con grande curiosità facciamo domande su quel poco che conosciamo della capitale lusitana e la storia più recente della Rivoluzione dei Garofani del 25 aprile del 1974 dove ci fu il colpo di Stato militare; mio marito conosce più di me quel periodo storico.
 
Per una mia urgente necessità …ci fermiamo in un piccolo bar dove non sarei mai entrata, ma Tommaso ci invita a sederci, prendiamo un caffè, ci rifocilliamo e facciamo riposare i nostri piedi che già hanno fatto tante migliaia di passi. Mi sto appassionando a questa città e alla sua storia, avere qualcuno che te la illustra te la descrive e la vive è qualcosa che affascina. Incantati riprendiamo a camminare verso il quartiere di Alfama, il quartiere delle origini della città di Lisbona e, a questo punto vengo a scoprire che i fondatori della città sono stati i navigatori del Mediterraneo Orientale, i Fenici, i Greci, i Cartaginesi, i Romani e i facenti parte del l’Impero Islamico(al-Andalus). Che dire? Mi rendo conto di quanto c’è da imparare e ne sono molto contenta.
 
Più scendiamo nel quartiere di Alfama più riconosco di quanto la struttura originaria popolare di medina Islamica lasci intravedere angoli che custodiscono una bellezza improvvisa e poetica. Nel mese di giugno qui festeggiano Santo Antonio ed è la festa popolare dell’anno che coinvolge tutto il quartiere; i preparativi cominciano in questo mese e, tanti uomini ormai maturi con pali, martelli, teli, viti bulloni, chiodi e nastri colorati preparano delle tettoie che ospiteranno cibo e tavolini per mangiare il cibo caratteristico preparato soprattutto dalle donne del posto.
Scendendo una scalinata, la nostra guida ci fa notare che il muro della parete che tocchiamo è quello della Muraglia Araba, all’interno della quale  sono stati rinvenuti  reperti di popoli antichi: Lusitano-Romano, Visigoto e, soprattutto, di quello Islamico e Cristiano.


A tutta questa informazione intensiva io non sono abituata e mi frastorna un po’, non credo di poter archiviare tutto velocemente nel cervello, non è mai successo!
Continuiamo a camminare ma i miei passi rallentano e così anche gli uomini accorciano il loro passo, la Cattedrale di Lisbona del XII secolo è davanti a noi imponente ma non perdiamo tempo ad entrare, seguitiamo fino al Miradouro de Santa Luzia, qui ci sorprende una buganvillee rosa fuxia che troneggia in fondo al terrazzo e vari  fiori tappezzano il pergolato di questo romantico belvedere, la chiesa che porta lo stesso nome è tutta piastrellata di ceramica smaltata azzurra, chiamato questo ornamento AzuleJos. Con gli occhi saluto la foce del fiume Tago il fiume più lungo della Penisola Iberica, supero con la vista i tetti rossi e le case bianche di Alfama; un suggestivo e incantevole panorama. La nostra conversazione si sposta sul Fado, la musica tradizionale portoghese, diventata Patrimonio Immateriale UNESCO dal 2011. Io uso in biodanza nella fase regressiva alcune musiche di un gruppo portoghese che unisce le influenze del fado con la musica folk moderna:i  Madredeus.
La musica languida triste e nostalgica del fado sembra nascere
all'inizio del diciannovesimo secolo nei bassifondi dei quartieri popolari di Lisbona, cioè nella Mouraria e ad Alfama.
 
Passa il tempo, io e mio marito rimaniamo coinvolti dai profumi i colori dalle espressioni che ci vengono regalate in poche ore e ci innamoriamo come tanti altri turisti di questa città: capisco perché Tommaso si è trasferito qui.  In poche ore è nata una grande stima per questo ragazzo che ha avuto il coraggio di fare una scelta determinante per la sua vita.
 
Salutiamo con grande simpatia la nostra guida per un giorno, che  ci dà delle informazioni per tornare indietro da soli con la metro blu e soprattutto ci fa delle raccomandazioni per non smarrire la strada. Io e mio marito come fossimo ancora piccoli seguiamo le sue parole alla lettera.
L’indomani mattina prendiamo un taxi e ci facciamo portare alla Piazza del Commercio imponente, maestosa di forma rettangolare a U aperta verso il fiume Tago, dove Re Giuseppe I è rappresentato con una statua equestre in bronzo al centro. Gli edifici che fiancheggiano la piazza nei tre lati concedono la vista dei porticati che oggi sono sfruttati dai bar e ristoranti. Domina magnifico tra gli archi delle gallerie l’Arco Trionfale di Rua Augusta simbolo della ricostruzione del dopo terremoto 1755. Ci muoviamo a piedi tornando indietro per le vie centrali cercando souvenir per la famiglia in qualche negozietto di gruppi asiatici che come in altri parti del mondo hanno fatto la loro fortuna. Poi verso il Rossio, Piazza dos Restauradores che ci porta dritti sulla strada della Liberdade, entrando nel lungo viale alberato affiancato da grandi alberghi a quattro o cinque stelle e negozi di grande firme, io mi sento fortunata perché è la giornata del mercato dell’antiquariato. Tutti i banchetti espongono merce recuperata e molto vecchia e antica, molte cianfrusaglie, ma anche oggetti e gioielli bellissimi. Di solito si dice la strada del ritorno è sempre più breve, in questo caso si è allungata di molto…
 
In questa giornata ci trastulliamo e godiamo i giardini, ci sorseggiamo un bicchiere di porto e assaggiamo qualche dolcetto tipico. La sera arriva presto e dopo cena ci riposiamo.
 
Incoraggiati dal sapersi orientare con la cartina l’indomani partiamo dalla Piazza Marchese di Pombal dove c’è la stazione degli autobus rossi turistici, e qui ci accoglie un signore napoletano (bigliettaio della linea) che sentendoci parlare italiano ci spiega i tre itinerari dei bus: Lisbona città storica, Lisbona moderna, Lisbona Belém. Presi i posti per noi migliori, ci avviamo per la conquista del quartiere di Belém.
Scesi dal pullman faccio notare a mio marito che non ci sono venditori extracomunitari di ninnoli come da noi, qui sono le donne con età matura vestite tutte di scuro con capelli ormai grigi o bianchi legati con il ciuffo o con in una treccia lunga dietro alla testa. Tengono davanti alla pancia un grembiule con delle grandi tasche ricamate, dentro alle quali mettono i soldi delle vendite, noto anche qualche uomo anziano che si presta a vendere qualche oggetto e mi chiedo se hanno una pensione per vivere.
Superiamo i grandi giardini con alberi e tante panchine pronte per ospitare gente in questa giornata che fa un gran caldo, si arriva  alla torre fortificata di Belém che servì sia per porto sia da fortezza per i primi esploratori portoghesi ed europei ci bagnamo i piedi nella foce del fiume come tanti altri turisti. Mi immaginavo una mega torre invece rimango delusa da questo piccolo fortino da difesa sulla foce del fiume Tago da tutto il mondo ammirato per il tipico stile dei Manuelino. Finalmente all’orizzonte della nostra vista c’è l’Oceano Atlantico che aspetta di congiungersi al grande fiume Tago ormai arrivato a fine destinazione. Tra le domande che mi faccio è quella di come fu possibile per un piccolo regno come quello portoghese divenire la prima talassocrazia (dominio sul mare, militare e commerciale) dell'epoca moderna.


Il sole è alto e brucia noi approfittiamo del fresco e della panchina adiacente per goderci il luogo, respirare la gente e guardare ciò che succede intorno a quello spazio.
Con calma molta calma come usa in Spagna e in Portogallo, dove le cose si fanno senza fretta, dove i negozi si aprono alle 10 della mattina, dove la gente si incontra e parla ancora, dove le cose hanno una dimensione umana, ci spostiamo in Piazza Afonso de Albuquerque. La fila chilometrica di persone che attendono di entrare all’interno della Cattedrale Chiesa di Belém ci scoraggia e decidiamo di goderci i giardini e l’atmosfera festosa dei turisti.
Comprendiamo che è l’ultimo giorno che ci fermiamo a Lisbona, non siamo riusciti a vedere tutto quello che volevamo, ad esempio Sintra, che è la capitale del romanticismo portoghese e dell’Europa sud occidentale, ma ci rendiamo conto della nostra bravura e, ridendo io e mio marito ammettiamo che non ci siamo mai persi; e non potevamo fare di più!
 
Paola Magli
Nella prossima puntata: Lisbona di OGGI  
 
Note.
Per  informazioni
www.facebook.com/tommaso.lunardi10)
lisbonaditommaso@gmail.com

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21/6/2023 - 0:14

AUTORE:
Tommaso Lunardi

Grazie di cuore Paola! Un ottimo resoconto della nostra meravigliosa giornata a Lisbona ad inizio maggio! Il nostro incontro di conterranei, avvenuto in modo molto fortunoso a dire il vero, mi ha portato alla mente una frase di Antonio Tabucchi tratta dal libro "Piccoli equivoci senza importanza" (1985):

"La vita è un appuntamento [...], solo che noi non sappiamo mai il quando, il chi, il come, il dove."

Tommaso Lunardi,
guida turistica a Lisbona
+351937941137

20/6/2023 - 17:11

AUTORE:
AUTRICE Paola D.C.

Grazie per averci portato con te a Lisbona. Mia nipote anni fa, al ritorno mi disse di aver trovato un luogo ideale dove poterci un giorno trasferire definitivamente, ma senza questa dovizia di particolari con cui tu ci hai fatto conoscere e vivere Lisbona.

20/6/2023 - 10:24

AUTORE:
AUTRICE Claudia

brava mi sembrava di girottolare con voi

19/6/2023 - 16:31

AUTORE:
AUTRICE Gaia

Mi hai fatto assaporare il clima del viaggio.

19/6/2023 - 15:36

AUTORE:
AUTRICE Nadia Chiaverini

Bello questo articolo , che mi fa venire in mente nell’immediato una lista di immagini portoghesi -
- il tram giallo che arranca su per i colli di Lisbona ( sette? Come Roma?) con le sue stradine strette e antiche
- il ponte 25 aprile , grandioso tipo “ ponte di Brooklyn “ delle chewing-gum di qualche anno fa
- il bacalao, sempre e comunque, di mattina , pranzo e cena
- le mercerie e i negozi dove si trova tutto - lo spaccio- ( come da noi negli anni 60, prima dell’avvento delle catene di supermercati )
- la semplicità delle persone e degli oggetti
- le piastrelle Azulejos , dipinte a mano
- il Barrio Alto , con locali e apericene fino a notte
- la torre di Belém ( e non di Belen , che tutta un’altra cosa 😄) . Grazie della tua condivisione e di avermi fatto memorizzare un breve viaggio di qualche anno fa !!