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La Pro Loco Ripafratta “Salviamo La Rocca” organizza per sabato 18 maggio una conferenza dal titolo “Crocevia di cammini - Il confine pisano-lucchese tra itinerari e cammini, beni storici, turismo sostenibile e volontariato culturale”. L’evento si terrà a Villa Roncioni, nel borgo di Pugnano, comune di San Giuliano Terme, alle ore 10

. . . il sig Marino vuole metter becco dove da anonimo .....
Correva voce, al Circolo, che Bruno della Baldinacca .....
Il tuo forse lo ha guadagnato ultimamente ed il mio .....
Cara manuela
io non so con esattezza i pro e i contro .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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di Mario Lavia
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di Biancamaria Coli seg. PD Circolo di Nodica
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di Umberto Mosso
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IMMAGINA San Giuliano Terme
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Crollo mura di Volterra; mozione di Pieroni (Pd)
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A cura di Erminio Fonzo
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da Museo del Bosco
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Di Gavia
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di Michelle Rose Reardon a cura di Giampiero Mazzini
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Dal 17 al 19 Maggio ore 10.00 - 20.00
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Forum Innovazione di Italia Economy" II EDIZIONE
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Valdottavo, 17 maggio
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Pisa: quartiere delle Piagge
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Pisa, 16 maggio
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Credevo di riuscirci mare
Ma non ti potei solcare
Ma è vero giuro è vero
Pur cambiando la vela e mura
Se gira il vento dritta
Al cuore
Per amarti .....
La Proloco di San Giuliano Terme, attenta alla promozione e alla valorizzazione dell'ambiente indice il concorso "il giardino e il terrazzo più bello" .....
di Mario Lavia
Doppelgänger Il Pd di Schlein contraddice il partito delle origini (anche secondo i prodiani)

24/6/2023 - 8:59

Doppelgänger Il Pd di Schlein contraddice il partito delle origini (anche secondo i prodiani)


Il radicalismo non può essere il faro di una forza politica riformatrice e, come spiega Gianfranco Brunelli sulla rivista Il Regno, la nuova segretaria ha una «leadership debole, confusa, chiusa in uno schema politico settario, alla rincorsa dei Cinquestelle immaginando d’intercettarne il voto»

Il radicalismo non si addice a un moderno partito riformatore, se questo solo al radicalismo ispira i suoi comportamenti. In estrema sintesi è questa la critica che arriva da uno dei mondi di riferimento di Elly Schlein, quel segmento del pensiero cattolico democratico che politicamente si rifà alla figura di Romano Prodi, facendo così scricchiolare sotto i piedi della leader del Partito democratico una delle assi fondamentali della costruzione della sua immagine politica.

E già, perché il fatto che vacilli il consenso proprio dentro uno dei punti forti dell’“amalgama” schleiniano segnala una improvvisa difficoltà laddove meno te lo aspetti. Già nell’intervista a Fabio Martini (La Stampa, 31 maggio), l’inventore dell’Ulivo, molto allarmato per il rischio di «autoritarismo» che questa destra evoca, era apparso un po’ sfiduciato sulla capacità di contrastare questo pericolo da parte del Partito democratico al quale peraltro calava un fendente sulla vicenda della contestazione al Salone del Libro ai danni della ministra Roccella: «È stato un autogol. Istintivamente si può pensare che quelli erano dei “ragazzotti”, ma questo non giustifica nulla. Si doveva dire che una contestazione di quel tipo è inammissibile».

Per capire le ragioni di questa delusione in termini analitici basta prendere l’importante articolo di Gianfranco Brunelli, direttore della rivista Il Regno, quella che organizzava tanti anni fa gli incontri di Prodi a Camaldoli e che è un punto di riferimento culturale molto importante per quell’area. Dopo un lungo excursus sulla fase nuova che si apre adesso dopo la morte di Silvio Berlusconi, Brunelli alla fine giunge alla questione del Partito democratico: «Perché il sistema italiano si normalizzi in chiave bipolare, dando compimento a quella transizione infinita cui neppure il protagonista Berlusconi, soprattutto per interesse personale, ha dato risposte adeguate, è necessario che si costruisca anche il polo di centro-sinistra. Oggi in quell’area c’è il vuoto politico. La riconsegna del Partito democratico che Enrico Letta ha fatto, attraverso la vittoria di Elly Schlein alla segreteria, ai bersaniani di Articolo 1, cioè alla classe dirigente ex-post-comunista, ha di fatto spaccato il partito e lo ha consegnato all’ala neo-radicale».

Nella sua brevità, è sul piano fattuale una ricognizione che diremmo inattaccabile, nel senso che certo si può discutere sulla filiazione, forse qui troppo diretta, tra il post-comunismo e il radicalismo (che, non va dimenticato, è all’origine contro la politica del comunismo italiano), ma è un aspetto secondario.

Qui piuttosto balza in evidenza un cazzotto nell’occhio al cattolico democratico Enrico Letta che «attraverso la vittoria di Schlein» ha combinato un disastro, cioè «spaccato il partito» consegnandolo «all’ala neo-radicale».
Un pensiero rintracciabile anche in un tweet di qualche giorno fa di Arturo Parisi, inventore dell’Ulivo e da sempre vicinissimo a Prodi: «Non è la nuova segretaria Schlein che cancella la storia del Pd ma è la cancellazione del vecchio Pd con la sostituzione di un Nuovo Pd che ha consentito l’elezione di Schlein. A quando l’autocritica di quanti hanno sostenuto e acclamato l’iniziativa di Enrico Letta?».







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