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Il mese scorso è stato presentato un nuovo libro pubblicato dall'Editore MdS, "Il coraggio tra i fiori di ortica", un'opera intensa e profonda cheracconta l'infanzia non solo nella sua dimensione più luminosa, ma anche nelle sue ombre, fatta di giochi e risate, ma anche nelle sue ombre, tra segreti, paure, abusi e battaglie quotidiane che i più piccoli affrontano con straordinaria forza.

Un libro che ci ha subito colpito e per il quale si preannunciava un sicuro interessamento e successo a livello nazionale.

Pas - Marina di Vecchiano
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Cooperativa Teatro del Popolo- Miglarino
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Massimiliano Angori, Presidente
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. . . gredigi🤔 con la vecchia lira ora una pizza .....
X non dimenticare £1936, 27=1€
Grazie a Prodi .....
•Governo Renzi
Presidente Mattarella
•Governo .....
Ricordate il tubo di refrigerazione della nuova pista .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Raccontino di Giancarlo Montin
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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di Angela Baldoni
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Magnifico salvifico silenzio
È il primo maggio, uno splendore
Grazie all'esodo di tutte le persone
che lontane da casa
vivon la percezione
di fruire .....
ad oggi la situazione è peggiorata
ora anche tir, pulman turistici , trattori, camion con cassoni per massi,
etc. . E ad alta velocita,
inquinamento .....
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Trunculus o Donacilla?

27/6/2023 - 21:19

Nel nostro mare, che oggi più che mai voglio considerare nostro, vivono due Famiglie aventi tra di loro affinità sistematica notevole, e con rappresentanti molto noti nelle nostre acque: quelle dei Tellinidi e dei Donacidi.


"I Tellinidi, o volgarmente Telline, hanno la conchiglia poco convessa, asimmetrica, subtriangolare, molto più larga che lunga, percorsa da sottili, fitte strie concentriche, che in molte specie ha colori bellissimi e offre segni decorativi. Internamente essa è di porcellana, non madreperlacea. I Tellinidi, che hanno il  piede subtriangolare appuntito, slanciato e lunghi sifoni, vivono nei fondali sabbiosi dove sono alle volte molto abbondanti. Ovunque vengono pescati perché hanno carni delicate, di ottimo sapore. Genere più noto della famiglia è la Tellina, al quale spettano alcune centinaia di specie diffuse in tutto il mondo. Nei nostri arenili sono assai comuni parecchie specie tra le quali Tellina pulchella, con diametro di due o tre centimetri, e Tellina planata con diametro di anche sei centimetri. I Donacidi  hanno la conchiglia pin convessa, più lunga e meno larga di quella dei Tellinidi, ed inoltre il piede pin largo ed i sifoni più corti. Anche a questa famiglia spettano molte specie, alcune oggetto di pesca sui fondali sabbiosi dei nostri mari. Più comune è Donax trunculus esternamente di colore biancastro, olivastro o violaceo o gialliccio, con raggi scuri ed internamente con lo strato di porcellana di un violaceo acceso. Questi molluschi, noti volgarmente con molti nomi, tra cui più diffuso quello di Arsella o Calcinello, sono pescati per tutto l’anno e consumati anche crudi."

Ecco cosa scriveva Giuseppe Scortecci nella sua monumentale opera  “ANIMALI. Come sono - dove vivono - come vivono” (1953)  nel volume dedicato agli “Animali inferiori” e lo fa con piglio molto tecnico, ma noi siamo di un’altra pasta e peschiamo telline e arselle e le mangiamo cotte e non crude. Noi peschiamo le ARSELLE, nel Lazio pescano le TELLINE e in tutta Italia si fa grande confusione. non nel gustarle e pescarle, ma nell’attribuzione dell’esatto  nome. Le nostre ARSELLE sono al 95% del genere trunculus, molto simile al venustus e al vittatus, anche se la varietà striata nel verso lungo della conchiglia lascerebbe pensare ad un genere diverso da quello con raggi radiali (il colore non fa differenza fra generi) ed hanno carne (l’animella) bianco sporco-gialliccio con una macchia vistosa viola all’interno delle valve, mentre al 5% vengono rastrellate (esclusivamente vicino a riva) le vere TELLINE nelle varietà donacilla (la dice lunga il nome) e variegata, che si riconoscono per la mancanza della macchia viola interna, la carne rossa, il guscio più fine e la colorazione, come dice Scortecci, “di colori bellissimi e segni decorativi”.

Vi è però, in questa famiglia, come in tutte le famiglie del mondo, la “pecora nera”, ma non nel senso cattivo della parola, proprio nera, nera nel colore e non nell’anima. È più grande delle sorelle, un poco più tozza e “tenebrosa” tanto da farla scartare ai puristi dell’arsella, ma niente paura, se non riesco a catalogarla, la mangio lo stesso!

Giorni fa, cercando di fare arselle sulla battima, cosa siano siano, sono dovuto ripiegare a far  le"nere" per il mare grosso che mi impediva la pesca e, alla domanda di un arsellatore sopraggiunto di cosa facessi, risposi "Faccio le nere"!

"Puah"!... e se ne è andato schifato!

 

Un concorrente in meno!

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29/6/2023 - 9:00

AUTORE:
Jon

u.m.con mia moglie abbiamo letto il tuo sonetto, ci siamo divertiti moltissimo, sai pensavo che a mia nonna sarebbe piaciuta tanto quanto a me.
Grazie.

28/6/2023 - 21:48

AUTORE:
u.m.

Tanto tempo fa scrissi un volumetto di sonetti in vernacolo su molti animali e le loro storie: quella che amavo di più è questa

“Ce l’ho bbelle vive, donne! ….vivee!!”

Tu siei de’ nicchi regina e purzella.
E’ ‘ndove ‘r Serchio acqua dórce scudella
tu nasci a mmucchi da fanne corbella
e ‘ndove l’omo ti cerca e rastella:

carzoni rotti e ‘nfirtrita franella
e colla rete legata all’ascella,
‘ndell’acqua diaccia ch’a vòrte sbudella,
o sotto’r sole che ‘r capo sombrella.

Foss’anco solo con una giumella,
coll’agli’er pane da ffa’ nzupparella,
cor pumodoro sartata ‘n padella,

prezzembolino o, a chi vva, gniepitella,
peperocino pe’ ffa’ comunella,
ah ssì l’arsella,.. che bbona… che bbella!

28/6/2023 - 17:59

AUTORE:
Jon

Si.., io le conosco come telline. La mia nonna le chiamava così e così le chiamavamo noi nipoti. Non ricordo di averle mai mangiate, la cosa che ricordo era che conosco solo quelle bianche e le multicolore, ma le nere proprio no. Mi ricordano l'estate della mia adolescenza, trascorsa sempre al mare con nonna. A me piaceva raccoglierne i gusci vuoti che rimanevano sulla spiaggia e con i cugini, quando si giocava a carte sotto l'ombrellone, rappresentavano il bottino da mettere in gioco...che tempi leggeri!!! Grazie per questa foto, per me, ricordo.