Anche per il 2024 si terrà il concorso ideato da MdS Editore dedicato al territorio e all'ambiente, attraverso le espressioni letterarie ed artistiche delle sezioni Racconto, Poesia, Pittura.tpl_page_itolo di quest'anno sarà "Area Protetta".Per questa dodicesima edizione, oltre al consueto patrocinio dell'Ente Parco Regionale Migliarino, San Rossore, Massaciuccoli, che metterà a disposizione la bella sala Gronchi per la cerimonia di premiazione, partner dell'iniziativa saranno la Sezione Soci Versilia-Valdiserchio di Unicoop Firenze e l'associazione La Voce del Serchio.
Lui poverino viene chiamato anche calcatreppola, ma chi si sognerebbe mai di “treppiarlo” (vernacolo pisano che tradotto in italiano significa calpestarlo)?
Per me, oltre al niveo pancrazio e al dorato camuciolo (storpiatura di elicriso), è il più bel fiore delle nostre dune costiere con il suo delicato colore che va dal biancoverde all’azzurrocielo, ed è pianta che più di ogni altra rende compatti i dossi sabbiosi con le sue grandi e vaste radici.
In epoca elisabettiana, mezzo millennio fa, le radici dell’eringio, candite, erano considerate afrodisiache e il grande Shakespeare, nella sua opera “Le allegre comari di Windsor”, lo dimostra con queste parole che fa dire a Falstaff:
«Che il cielo piova patate;
lascia che tuoni al suono delle maniche verdi,
saluta i confetti che si baciano e gli eringo di neve,
venga una tempesta di provocazione...».
Ecco spiegato l’attributo “di neve”, il colore della radice candita.
Quando andate sulle dune scalzi è un problema passeggiare fra le calcatreppole, quando andate sulle dune con le scarpe il problema è per l’eringio!
State sotto l’ombrellone!