Il nuovo articolo di Franco Gabbani non riguarda un personaggio o un evento in particolare, ma esamina un aspetto sociale e lavorativo che, presente da molti secoli, ebbe grande sviluppo nell'800 ( fino all'inizio del '900), ma che fortunatamente terminò relativamente presto, grazie agli sviluppi economici e scientifici.
Si tratta del baliatico, un'attività spesso vista benevolmente, ma che è stata definita "calamità occupazionale"
L’Estate è la stagione giusta per godersi la lettura, le vacanze estive forse ci aiutano a essere più disposte e recettive perché c’è il desiderio di rallentare e rilassarci dopo un anno frenetico. Leggere in estate è importante perché arricchisce la propria cultura, il vocabolario e la nostra fantasia. Si esplora nuovi mondi nuove storie e si scoprono personaggi che ci fanno sognare.
Leggere sotto l’ombrellone o in un altro momento dove siamo tranquille ci condurrà verso una riflessione profonda atta ad aprire la strada del nostro cuore e illuminare la nostra anima.
Il titolo del libro proposto oggi è: STAI ZITTA
L’Autrice è: Michela Murgia, scrittrice, blogger, drammaturga, critica letteraria e opinionista televisiva italiana. È nata a Cabras il 3 giugno 1972 e ha recentemente rivelato di avere un tumore al quarto stadio. È autrice di romanzi e drammi di successo, tra cui Accabadora, vincitore di vari premi letterari. È anche una personalità di spicco nel panorama politico e culturale italiano.
Sintesi del libro: “Se si è donna, in Italia si muore anche di linguaggio. È una morte civile, ma non per questo fa meno male. È con le parole che ci fanno sparire dai luoghi pubblici, dalle professioni, dai dibattiti e dalle notizie, ma di parole ingiuste si muore anche nella vita quotidiana, dove il pregiudizio che passa per il linguaggio uccide la nostra possibilità di essere pienamente noi stesse. Per ogni dislivello di diritti che le donne subiscono a causa del maschilismo esiste un impianto verbale che lo sostiene e lo giustifica. Accade ogni volta che rifiutano di chiamarvi avvocata, sindaca, o architetta perché altrimenti “dovremmo dire anche farmacisto”. Succede quando fate un bel lavoro, ma vi chiedono prima se siete mamma. Quando siete le uniche di cui non si pronuncia mai il cognome, se non con un articolo determinativo davanti. Quando si mettono a spiegarvi qualcosa che sapete già perfettamente, quando vi dicono di calmarvi, di farvi una risata, di scopare di più, di smetterla di spaventare gli uomini con le vostre opinioni, di sorridere piuttosto, e soprattutto di stare zitta.
Questo libro è uno strumento che evidenzia il legame mortificante che esiste tra le ingiustizie che viviamo e le parole che sentiamo. Ha un’ambizione: che tra dieci anni una ragazza o un ragazzo, trovandolo in una bancarella, possa pensare sorridendo che per fortuna queste frasi non le dice più nessuno”.
Buona lettura!
La Redazione di Spazio Donna