none_o

Anche per il 2024 si terrà il concorso ideato da MdS Editore dedicato al territorio e all'ambiente, attraverso le espressioni letterarie ed artistiche delle sezioni Racconto, Poesia, Pittura.tpl_page_itolo di quest'anno sarà "Area Protetta".Per questa dodicesima edizione, oltre al consueto patrocinio dell'Ente Parco Regionale Migliarino, San Rossore, Massaciuccoli, che metterà a disposizione la bella sala Gronchi per la cerimonia di premiazione, partner dell'iniziativa saranno la Sezione Soci Versilia-Valdiserchio di Unicoop Firenze e l'associazione La Voce del Serchio.

Comune di San Giuliano Terme - comunicazione
none_a
Prefettura di Pisa – Ufficio Territoriale del Governo
none_a
Massimiliano Angori
none_a
. . . non discuto. Voi riformisti fate il vostro cammino .....
. . . l'area di centro. Vero!
Succede quando alla .....
. . . ipotetica, assurda e illogica. L'unica cosa .....
. . . leggo:
Bardi (c. d) 56% e rotti
Marrese ( c. .....

per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com

per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
IMMAGINA San Giuliano Terme
I nostri candidati
none_a
IMMAGINA San Giuliano Terme
I nostri candidati
none_a
di Mario Lavia
none_a
Pietro Ichino lunedì 6 Maggio 2024
none_a
di Maria Vincenza Salvi
none_a
da Museo del Bosco
none_a
Di Gavia
none_a
di Michelle Rose Reardon a cura di Giampiero Mazzini
none_a
di Mollica's
none_a
C'è qualcosa, un tesoro
che tutti cercano.
Non è pietra preziosa
ne' scrigno d'oro:
si chiama semplicemente
LAVORO
Se poi al lavoro
si aggiunge .....
La Proloco di San Giuliano Terme, attenta alla promozione e alla valorizzazione dell'ambiente indice il concorso "il giardino e il terrazzo più bello" .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
Vi porto con me, viaggiare con Lea: Abbadia San Salvatore e Santa Fiora
sul Monte Amiata

3/8/2023 - 6:43



Con il caldo cocente degli ultimi giorni della metà di luglio, in famiglia abbiamo deciso che avremmo passato qualche giorno in montagna. La scelta più conveniente sia come tragitto che come collocazione alberghiera è stato il monte Amiata e trovato la disponibilità di un piccolo e dignitoso hotel ad Abbadia San Salvatore siamo partiti. La mia famiglia è composta da tre persone io, mio marito Marco e mio figlio Luca (di quattro anni). Il navigatore di google ci ha indicato la strada! Così partendo da Pontasserchio, facendo un giro lunghissimo tra alture e paesini dopo circa quattro ore finalmente siamo arrivati ad Abbadia San Salvatore, che è in provincia di Siena e sul fianco del monte Amiata.
 
Sfatti i bagagli, a piedi per orientarci e per sgranchirci un po’ le gambe, ci siamo avviati in paese, girando per le vie principali abbiamo subito adocchiato una bella gelateria: “da Nadia” dove ci siamo immediatamente accomodati per gustarci un superbo gelato alla frutta; e dove Luca l’ha mangiato anche con la maglietta e i pantaloni, un bell’inizio per la nostra vacanza!
 
Ripresa la nostra passeggiata ci siamo spostati nella parte antica del borgo dove potevamo ammirare le case costruite con la pietra del luogo, strade strette pulite e fiorite. Qualche anno fa c’è stata una riqualificazione del centro storico che ha trovato riscontro nel nuovo afflusso di residenti e visitatori che ha animato gli abitanti del luogo. Salendo per le stradine lastricate a pietroni si sentiva il profumo del muschio e dell’umidità dei muri all’interno del borgo. Abbiamo ammirato i gerani e le ortensie colorate che ogni casa metteva in bella mostra sui balconi, ai davanzali e sulle scale per entrare ai vari piani delle case.
 
Ci ha sorpreso che tutte le case vecchie del borgo fossero abitate; nei vicoli si percepiva la vita dentro le mura, confermata anche dai panni stesi ai fili alle finestre. Abbiamo ammirato le tante coppie giovani, i tanti bambini e adolescenti che in quei giorni affollavano tutte le strade, i giardinetti e le vie del posto. Mio figlio Luca è riuscito a camminare con il nostro passo, però in cambio ha preteso a cena le patatine fritte e wurstel di cui va matto!
L’indomani aspettando che il piccolo si svegliasse io e mio marito abbiamo studiato un po’ la località, poi verso le dieci e mezza ci siamo messi a girare per il paese. Troviamo la via Roma (che è la via principale del luogo), addobbata con gazebi gastronomici e miscelatori di birra per la festa. Un palco enorme e attrezzato con strumenti musicali e grandi amplificatori pronti per emettere musica per gli eventi canori, accompagnare i gruppi acrobatici e di magia. Ci spiegano che è il proseguo della festa del paese, che comincia i primi di luglio. In quella settimana si è svolta la festa dell'offerta dei Censi, una festa si dice sia di origine antica e pagana; è la rievocazione storica della vita medievale, con artigiani, arcieri e sbandieratori che finisce con la processione dei fedeli fino all'Abbazia per offrire i doni all'abate in cambio della protezione sulle terre del borgo.
 
Nonostante tutto abbiamo avuto l’onore di vedere le qualificazioni nazionali del tiro con l’arco promosso dal CONI (comitato olimpico nazionale italiano) al campo sportivo che è poco distante dal centro storico. È stato bello vedere sfilare tutte le regioni rappresentate da tanti giovani vestiti colorati in corteo nelle stradine del paese.
Il giorno seguente allo stadio Luca era incuriosito e molto contento di vedere tutti quegli arcieri donne e uomini, non è stato facile tenerlo seduto sulla gradinata all’ombra, le scale per lui erano un gioco e tutti i seggiolini vuoti li doveva provare, e noi l’abbiamo lasciato fare…
 
Nel proseguire i nostri giri siamo arrivati al complesso benedettino edificata nel 743 dal re longobardo Rachis dal quale proviene il nome del paese Abbadia di San Salvatore. La facciata della chiesa è alta e stretta, affiancata da due torrioni di cui uno è rimasto incompiuto. La chiesa mostra tutti i segni della storia passata. Interessante è la cripta posta sotto la chiesa che è caratterizzata dalla presenza di trentacinque colonne con capitelli di cui 24 originali e di forma diversa. Dopo qualche giorno il paese piano piano ci è familiare.
 
Decidiamo poi che l’ultimo giorno lo dedichiamo per visitare il monte Amiata e Santa Fiora. Partiti da Abbadia San Salvatore molto presto, con il broncio del piccolo perché aveva ancora sonno, ci inoltriamo verso la vetta del Monte Amiata. Abbiamo scoperto che questa montagna è il più antico vulcano spento in Italia; la strada fatta di curve, immersa nella pace del rinfrescante bosco ci ha accompagnato fino in cima, dove una Croce alta 22 metri in ferro battuto fa la sua bella figura. Ci siamo qui fermati un poco per godere della bella vista sul Parco Faunistico, mangiamo dei panini e giocato un po’ sulle rocce rincorrendo il bimbo che ormai era molto sveglio.
Ripresa la strada per Santa Fiora arriviamo in un parcheggio di fortuna proprio sulla strada principale dietro il curvone del paese dove una scalinata ci fa raggiungere un maestoso portone aperto contornato da delle tende di broccato rosso, dove entrando si ammira un camino gigantesco e una porticina piccola che porta a delle scale, il salone è lastricato da pietroni esagerati, la stanza è enorme. Ci accorgiamo poi, che c’è un altro portone aperto davanti a noi dal quale usciamo e ci troviamo nella piazza principale del paese. Uscendo dal palazzo la torre dell’orologio domina la piazzetta e al suo fianco è collocato un carrello di ferro di una vecchia miniera ormai chiusa del luogo, Luca vuole entrare dentro il vagoncino e ci indica l’entrata dell’ufficio informazioni turistico, chiedendo di comprare un biglietto per farci un giro.
Un signore anziano ben abbronzato ci affianca e comincia a parlare con Marco, ci dice che lui è nato li 76 anni fa, e ci parla della storia del suo paese. Ci racconta che quel luogo apparteneva ai conti degli Aldobrandeschi a cui era assegnata questa contea nel medioevo e che era il fulcro della resistenza ghibellina al governo di Siena, e che addirittura si mise in opposizione ad Abbadia San Salvatore.
Questo signore ci accompagna per farci vedere luoghi a lui cari e ricchi di ricordi e storia; ogni tanto Luca si nasconde nei vicoli e giochiamo a rimpiattino, piano piano scendiamo per un piccolo sentiero che ci porta dietro le case costruite sulla rocca da cui si ammira il bellissimo panorama della valle.
Ci vogliono le gambe buone per visitare questo paese medioevale con le sue salite difficili. Il signor Filippo, che ora sappiamo come si chiama, è allenato a quei percorsi, io e mio marito fatichiamo a stargli dietro, mentre per Luca è un divertimento. I vicoli ci conducono alle varie piazzette e con orgoglio Filippo ci fa entrare nella chiesa delle Sante dove lui è stato battezzato. Bellissime ceramiche Robiane del 1300 raffigurano la Madonna con gli angeli, altre formelle sempre in ceramica bianca racchiudono delle rappresentazioni sacre su ogni parete e anche dietro l’altare. Al fonte battesimale la rappresentazione sulla parete in ceramica è del Cristo mentre viene battezzato da Giovanni Battista e gli angeli hanno un drappo per asciugarlo. Intorno ad arco sovrasta un lungo tralcio di foglie, frutti e pigne colorato. Luca ascolta per un po’, poi da il meglio di sé utilizzando la voce, ci chiama urlando, spenge le candele e si mette a cantare Spider-Man quasi a squarcia gola, noi cerchiamo di portarlo subito fuori e acchiappato usciamo dalla chiesa.
Filippo ci indica la Peschiera, giù in fondo alla valle, nella parte antica, molto famosa come allevamento di trote, costruita nel periodo medioevale. Raggiunta la grande vasca, abbiamo visto di cosa parlava il signore. Attraverso l’acqua cristallina le trote erano smisurate e nuotavano per farsi vedere e fotografare, mai viste prima trote cosi lunghe e grosse!
Il piccolo Luca a quella vista non si reggeva più perché le voleva pescarle tutte, ha cominciato a tirare nell’acqua foglie e poi qualche sassolino per attirare le trotone e prenderle con le mani.
Abbiamo capito che l’acqua del borgo arriva direttamente dalla sorgente del fiume Fiora, scopriamo inoltre che nella cappella accanto a questa piscina c’è la  Chiesa della Madonna della Neve dove nei lavori di restauro hanno trovato una strada lastricata  in cui in antichità si affacciavano laboratori di vasai o tintori, adesso ancora chiusa per la ristrutturazione. La nostra giornata di cammino è giunta al termine, andare in su e in giù per il borgo ci ha messo tanta fame così andiamo a cenare al ristorante il Barilotto, sito in uno dei vicoli vicino alla piazza principale. La pasta fatta a mano, il sugo fatto ad arte e con molta esperienza e i ceci cotti al fiasco, mette tutti e tre in silenzio, che riposando le gambe a poco a poco riempiamo invece le nostre pance. Ormai è quasi buio e torniamo a dormire ad Abbadia San Salvatore, consapevoli che la mini vacanza è finita e che al nostro risveglio è l’ora di tornare a Pontasserchio!
 
Lea Gentile

+  INSERISCI IL TUO COMMENTO
Nome:

Minimo 3 - Massimo 50 caratteri
EMail:

Minimo 0 - Massimo 50 caratteri
Titolo:

Minimo 3 - Massimo 50 caratteri
Testo:

Minimo 5 - Massimo 10000 caratteri

7/8/2023 - 0:48

AUTORE:
Nadia Chiaverini

anch'io ho visitato recentemente i paesi dell'Amiata, che sono una vera meraviglia da scoprire e assaporare:Arcidosso, Castell'Azzara, Castel del Piano, Santa Fiora, Seggiano, Abbadia San Salvatore, Castiglione d'Orcia e Piancastagnaio. Mi rendo conto che in Toscana , a non molti chilometri da Pisa, abbiamo borghi stupendi e pieni di storia che troppo spesso non conosciamo!!