Un paese che amo, il paese della mia mamma.Anche ora quando vado a RIPAFRATTA sono la figlia della "Cocca".
Un paese con una storia importante che conserva vestigia di grande rilievo.
Un paese rimasto inalterato nel tempo, non ci sono insediamenti nuovi, potrebbe essere il set di film d'epoca perché anche le case, le facciate conservano la patina del tempo.Un paese che è ancora comunità.
Intervista a Maria Elena Boschi su La Repubblica di Giovanna Casadio
Maria Elena Boschi, ex ministra delle Riforme, la destra si è convertita all`elezione diretta del premier, che è la bandiera renziana. Contenti?
«A me la destra pare divisa anche sulle riforme. Ci sono state timide aperture sul modello del sindaco d`Italia, ma noto una frattura netta sull`autonomia. L`elezione diretta del premier era nel programma del Terzo Polo. Ilgoverno del primo ministro è una battaglia storica del Pd: il Pds indicava il modello dei sindaci già nel 1994. È la proposta che la sinistra riformista porta avanti da sempre. Poi qualcuno ha cambiato idea, noi no».
Alla ministra Casellati avete consegnato il disegno di legge firmato da Renzi il primo agosto?
«No. Abbiamo depositato in Parlamento il ddl, non lo abbiamo consegnato al governo. Sul salario minimo il Parlamento resta chiuso, ma la Meloni convoca i partiti in Sala Verde e si affida al Cnel. Il presidente della Repubblica fa uno straordinario discorso al Meeting di Rimini e a commentarlo è un generale dell`esercito. Siamo alla follia. Noi seguiamo la grammatica istituzionale».
Avete sentito Casellati? C`è un accordo?
«No. Non hanno l`accordo neppure nella maggioranza, almeno per adesso. Noi l`accordo lo abbiamo fatto con gli elettori».
Ci sarà comunque una intesa tra centrodestra e Italia Viva in Parlamento? La destra vi strizza l`occhio?
«Vedo una intesa costante tra maggioranza e M55 dalla Rai al Decreto legge sull`extragettito delle banche. Se la maggioranza vota le proposte che abbiamo presentato in campagna elettorale, dal sindaco d`Italia alla giustizia, siamo felici e votiamo anche noi. Nessuna strizzatina d`occhio o inciucio».
Nell`opposizione però siete soli su questo modello di governo. Neppure Calenda vede bene il sindaco d`Italia?
«Meno di un anno fa Calenda ha firmato il programma con il sindaco d`Italia. Quando a maggio - dopo la rottura del Terzo Polo siamo andati a Palazzo Chigi ha confermato la linea. Se ora ha cambiato idea, lo rispetto. Ma noi no, noi rimaniamo fedeli ai 2,5 milioni di italiani che ci hanno votato. E comunque qui cambiano idea tutti. Pensi alla Meloni: doveva eliminare le accise e le ha aumentate, doveva fare il blocco navale e ha raddoppiato gli sbarchi, doveva bloccare le trivelle e le ha autorizzate».
Con Azione è divorzio?
«Cosi ha deciso Calenda. Lo considero un errore politico, visto che avremo le Europee tra nove mesi. Ma Carlo ha comunicato che al100% non starà con noi e andrà per la sua strada alle Europee. Auguri, noi andremo per la nostra con il simbolo de "Il Centro" con molti compagni di viaggio».
Le riforme costituzionali dovrebbero essere bipartisan. Come pensate si possa convincere il Pd?
Magari con l`indicazione del candidato premier delle coalizioni sulla scheda, una sorta di premierato light?
«Noi siamo pronti a discutere con tutti in Parlamento. L`indicazione del candidato premier sulla scheda non è l`elezione diretta. IlPd deciderà la propria linea. Speriamo in Parlamento di avere il sostegno più largo».
Tuttavia l`elezione diretta del premier è quasi un inedito. Israele ci ha rinunciato. Perché insistere?
«Israele è il simbolo di un Parlamento balcanizzato: non è che ha fallito l`elezione diretta a Tel Aviv, sta fallendo purtroppo la democrazia israeliana. L`elezione diretta del sindaco d`Italia è l`unico modo per riportare la fiducia dei cittadini nelle istituzioni: è stato così anche a livello comunale».
Da ex ministra delle riforme a cosa darebbe la priorità?
«Non c`è una singola priorità. L`elezione diretta del premier, un sistema di autonomie diverso da quello di Calderoli e che sia capace di superare le storture del Titolo V, l`eliminazione del bicameralismo paritario, la cancellazione del Cnel, il ballottaggio. Sono gli argomenti della riforma del 2016. La destra e la sinistra si misero d`accordo con i populisti per votare contro al referendum con l`obiettivo di far cadere il governo Renzi. Noi, che non siamo populisti, se fanno delle proposte serie, votiamo a favore».