Il mese scorso è stato presentato un nuovo libro pubblicato dall'Editore MdS, "Il coraggio tra i fiori di ortica", un'opera intensa e profonda cheracconta l'infanzia non solo nella sua dimensione più luminosa, ma anche nelle sue ombre, fatta di giochi e risate, ma anche nelle sue ombre, tra segreti, paure, abusi e battaglie quotidiane che i più piccoli affrontano con straordinaria forza.
Un libro che ci ha subito colpito e per il quale si preannunciava un sicuro interessamento e successo a livello nazionale.
continuiamo la pubblicazione degli scritti che ci arrivano sulla maternità.
continuiamo la pubblicazione degli scritti che ci arrivano sulla maternità.
continuiamo la pubblicazione degli scritti che ci arrivano sulla maternità.
continuiamo la pubblicazione degli scritti che ci arrivano sulla maternità.
continuiamo la pubblicazione degli scritti che ci arrivano sulla maternità.
HO GIA DETTO DI LANDINI
E ora? E adesso con che faccia Maurizio Landini, capo del più forte sindacato italiano, potrebbe condurre con un minimo di credibilità la sua battaglia contro i licenziamenti, Jobs Act compreso?
Lui fa così: licenzia il portavoce della Cgil Massimo Gibelli su due piedi e come motivazione usa le seguenti parole: “È un lusso che non potevamo permetterci”. Una persona che lavora “un lusso”? Ma signor Landini, già il sindacato rappresenta una porzione sempre minore del lavoro (non sempre per colpa sua, ma sempre per colpa della sociologia) e lei si permette il lusso di chiamare “lusso” il reddito e la vita di una persona che lavora da 40 anni nella sua Cgil?
Ma che credibilità pensa che le sia rimasta, sempre con quell’aria arrabbiata, sempre sulle barricate, sempre all’avanguardia della lotta dura, sempre con lo sciopero generale incorporato per una Finanziaria che ancora non esiste, e ora con un lessico, come ha suggerito Mattia Feltri sulla Stampa da “sciur padrun da li beli braghi bianchi”, lei smette la divisa del rivoluzionario per indossare gli abiti dei padroni pingui e crudeli sferzati dai disegni di Grosz nella Repubblica di Weimar?
Questa, più che l’Italia, è la commedia italiana. Ecco, lei con quel comunicato entra a far parte a pieno titolo dei protagonisti della commedia all’italiana, quelli che chiamano “lusso” il lavoro, ma vanno addosso a chi chiamerebbe “lusso che non possiamo permetterci” gli esuberi di un’azienda in difficoltà costretta a licenziare. E in Italia tutto diventa commedia, e non è detto che la commedia faccia solo ridere, talvolta può essere tragica.