Il successo di lettura delle precedenti serie di articoli, realizzati da Franco Gabbani e Stefano Benedetti, sulle vicende di persone e famiglie del nostro territorio, ci ha spinto a proseguire nel lavoro, con una nuova serie di articoli, frutto del lavoro di Franco Gabbani, che potremmo definire con il titolo “Persone, vicende e curiosità storiche della valle del Serchio e non solo”.
Giornata di contrasto e prevenzione alla violenza maschile sulle donne.
Entro i manipoli qua e là sparsi
dei topinambur lungo gli argini
ogni lustro del giallo si fa intimo
all'autunnale catarsi.
Con affettuoso gusto
i furbissimi topinambur
si affollano al cancello come a scuola,
nel giorno giusto.
Dove ritroverò le mie infelicità
numerose quanto incontrollabili?
– Ma ora coi topinambur
torneranno attutite dai tocchi di altre deità.
Così’ scriveva un poeta italiano tra i più importanti della seconda metà del Novecento, Andrea Zanzotto, in una sua opera: 'Altri topinambur'.
Io provo con un haiku che sa tanto di piacere per il palato oltre che per l’occhio:
Veri amanti del sole
Cuor per farfalle
Cibo per l’uomo.
Ho conosciuto l’heilanthus tuberosus (dal greco fiore del sole con tubero), quelle grossissime margherite gialle, quando da ragazzo andavo a pescare davanti alla chiesa di San Pietro a Migliarino e mi davano fastidio le loro foglie rugose che graffiavano la pelle. Poi passarono gli anni della pesca e cominciarono quelli della pineta e lì ri-rincontrai i topinambur in un campo verso il mare e ne volli provare la commestibilità con il mio amico Paolo. Pulimmo con gran fatica i grossi contorti tuberi, le patate, e li lessammo in una casa di contadini dei Duchi, curiosi di vedere e testare un nuovo alimento. Il profumo era accattivante, il sapore lo stesso ma… notizie del giorno dopo davano “aria”, eufemismo per scorregge, a tutt’andà!
Paolo li chiamava” topini al burro”!
E come topini li lasciammo nei campi!