L'articolo di oggi non poteva non far riferimento alla festa del SS. Crocifisso che Pontasserchio si appresta a celebrare, il 28 aprile.Da quella ricorrenza è nata la Fiera del 28, che poi da diversi anni si è trasformata in Agrifiera, pronta ad essere inaugurata il 19 aprile per aprire i battenti sabato 20.La vicenda che viene narrata, con il riferimento al miracolo del SS. Crocifisso, riguarda la diatriba sorta tra parroci per il possesso di una campana alla fine del '700, originata dalla "dismissione" delle due vecchie chiese di Vecchializia.
A prima vista sembra una civetta ma se la guardi bene ha le orecchie e allora dici: gufo! Se guardi acora meglio vedi due zampe e propendi per gatto, ma con dei piccoli dubbi.
Quando ho trovato questo graffito, non antichissimo ma sicuramente di un secolo fa, non mi sono scervellato a scoprire il o la modella, ma cosa aveva spinto un giovane manovale a lasciare un segno, un disegno che non aveva nessuna pretesa di passare ai posteri.
In giro nella proprietà Salviati ci sono antichi casolari dove si possono trovare dei passatempi di questo tipo, i più sono firme a volte illeggibili o semplici ghirigori, ma qui c’è stata la volontà di raffigurare qualcosa.
Immaginate il muratore che deve intonacare decine e decine di metri quadrati di pareti, o colonne o muretti, a volte in alto su traballanti palchi di pali di legno o l’aiutante che porta il paiolino della calcina e che davanti a quella bella immacolata lavagna si sentano pervasi da estri pittorici, uno stecco di legno o la cazzuola da pennello bastano.
In questo caso è una maestosa colonna in pietre e mattoni che fa da cavalletto e “tela”, ma a me mi scatta un altro dubbio che non riguarda la “muratura” ed il suo uso che originariamente era un pilastro di un magazzino detto “delle romanine”. Se cercate questo nome sulla rete troverete che l’aggettivo è riferito al frutto dei pini “romani”, alberi simbolo della Città eterna, che in realtà sono “pinus pinea”, quelli dei pinoli, quelli nostri, quelli che hanno dato la “pagnotta” a metà del comune di Vecchiano per il loro impiego nella loro lavorazione.
I nostri pini “da pinoli” sono paradossalmente lontani dal mare mentre sulla fascia costiera nasce il “pinus pinaster” o pino selvatico, quello con gli strobili, le pine coniche lunghe, e che hanno trovato uno sbocco commerciale nei paesi oltralpe tanto da averne fatto un lavoro extra e ben indirizzato.
Ma il gatto cosa c’entra?
A far due chiacchiere in compagnia, come una ditta edile che lavora costruisce, non muri ma arene, a volte patisce ma si diverte!
p.s. lo vedo ora ingrandendo la foto: è una gatta, sotto c'è un micino!