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Il mese scorso è stato presentato un nuovo libro pubblicato dall'Editore MdS, "Il coraggio tra i fiori di ortica", un'opera intensa e profonda cheracconta l'infanzia non solo nella sua dimensione più luminosa, ma anche nelle sue ombre, fatta di giochi e risate, ma anche nelle sue ombre, tra segreti, paure, abusi e battaglie quotidiane che i più piccoli affrontano con straordinaria forza.

Un libro che ci ha subito colpito e per il quale si preannunciava un sicuro interessamento e successo a livello nazionale.

Speriamo che succeda come per il referendum sulla preferenza .....
. . . le chiacchiere le porta via il vento e le biciclette .....
Due lavoratori, stessi turni, stesso mare, stessa .....
LETTERA APERTA AL PRESIDENTE DI ACQUE S. P. A.

p. .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com

continuiamo la pubblicazione degli scritti che ci arrivano sulla maternità.

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Raccontino di Giancarlo Montin
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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di Angela Baldoni
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Lentamente, gradatamente
mi affiorano i ricordi.
La tua testimonianza,
mamma carissima,
e non la donna
cinica e prepotente
ormai assente
e così .....
ad oggi la situazione è peggiorata
ora anche tir, pulman turistici , trattori, camion con cassoni per massi,
etc. . E ad alta velocita,
inquinamento .....
di ANDREA VENANZONI
Il Riformista
Pornografia dello strazio

27/10/2023 - 0:47


Le autorità israeliane sono state costrette ad organizzare uno scre-
ening pubblico, a beneficio della stampa internazionale, per mostrare ai giornalisti i video delle nefandezze commesse da Hamas lo scorso 7 ottobre.

Un carnaio osceno, immortalato spesso dagli stessi terroristi, altre volte dalle vittime o dalle videocamere di sicurezza dei kibbutz e delle abitazioni, andato in onda per cercare di dissipare la coltre di propaganda terroristica o la ritrosia nel condannare gli eventi da parte di chi dimostra un qualche strumentale scetticismo.
Una mostruosità umiliante per le vittime e per chiunque si sia
dovuto sottoporre a uno show incuneato nella visionaria dimensione snuff alla Videodrome, di Cronenberg, o tra le pagine più crude de La mostra delle atrocità, di Ballard, ma reso necessario
dalla ostinazione pregiudiziale di una parte di intellettuali, commentatori e giornalisti, i quali sembrano pendere dalle labbra di Hamas qualunque cosa i terroristi dicano, dimostrando invece
ottusa insensibilità per la comunicazione istituzionale di Israele. Paradosso di tempi in cui la presunta informazione pluralizzata e orizzontalizzata dal web ha talmente saturato lo spazio informa-
tivo da generare un sanguinolento rumore di fondo, caotico, a volte percorso da falsità e interpretazioni artatamente di parte che rende indistinguibile il fatto dall’opinione, il pregiudizio partigino dalla analisi. Il rischio è ovviamente quello di strutturare una pornografia dello strazio, delle carni martoriate, in cui non conta più il fine sottostante, mostrare l’atrocità nella sua nuda barbarie, ma a prendere il sopravvento è il voyeurismo. Esecuzioni con la motosega caricate online dai Cartelli della droga messicani, prigionieri russi decapitati dai Ceceni, il video delle uccisioni col martello dei maniaci di Dnipropetrovsk, le mostruosità dell’ISIS da anni hanno ormai pervaso gli angoli oscuri, e persino meno oscuri,
di Internet. Un muro grottesco di morte vera, puntellata da un livello assoluto di morbosità, in grado di distruggere persino gli assunti più radicali della società dello spettacolo. Per Debord,
la società dello spettacolo è imperniata sulla merce che contempla se stessa. Internet ha spinto la soglia emotiva di partecipazione ben oltre questo assunto, facendo pornografia, in termini di impatto emotivo, di colate laviche di un orrore difficilmente pronunciabile, l’orrore conradiano che mozza il fiato e lascia a contemplare la carne resa ombra.
Dávila lo ha scritto in maniera cristallina; il futuro appartiene alla pornografia. E ogni teatro di guerra, ogni scena del crimine, dal Bataclan al massacro di Atocha, fino alle immagini rivoltanti
che ora ci giungono da Israele, vengono risucchiati nel gorgo del sensazionalismo e dell’intrattenimento.
Quando iniziarono a circolare le prime vivide descrizioni di cosa fosse accaduto davvero all’interno del Bataclan, quella orrenda carneficina di occhi strappati dalle orbite e viscere srotolate come festoni di carnevale, una delle prime preoccupazioni di diversi utenti internet fu chiedere se esistessero video di tutto ciò.

Lo aveva capito il mostruoso al-Zarqawi, fondatore dell’ISIS, uno tra i primi a mettere in scena un reale Grand Guignol di prigionieri decapitati. E quei video, i prigionieri attoniti, inermi, vestiti con le tute arancioni usate dall’esercito americano per contraddistinguere i miliziani islamici catturati, in un detour debordiano stordente, i proclami e le preghiere, e poi i coltellacci spuntati, il sangue, la morte, i macabri trofei esibiti con piglio da boia medievale, sono divenuti parte di un frame che si eterna sui canali digitali e che viene riprodotto in un istante ininterrotto. I mostri di Hamas, ormai
divenuti dispositivo di morte assoluta e di caos, lo sanno bene. Sanno che avrebbero costretto Israele, per scalfire la cortina di scetticismo, a questo ulteriore passo, contando sulla spettacola-
rizzazione pornografica della sofferenza e della oscenità di quanto fatto dai loro militanti. Un altro elemento da mettere
sul piatto, quando saranno chiamati a pagare il conto finale.

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