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In questo nuovo articolo di Franco Gabbani viene trattato un argomento basilare per la società dell'epoca, la crescita culturale della popolazione e dei lavoratori, destinati nella stragrande maggioranza ad un completo analfabetismo, e, anzi, il progresso culturale, peraltro ancora a livelli infinitesimali, era totalmente avversato dalle classi governanti e abbienti, per le quali la popolazione delle campagne era destinata esclusivamente ai lavori agricoli, ed inoltre la cultura era vista come strumento rivoluzionario. 

Sei fuori tema. Ma sappiamo per chi parli. . .
. . . non so se sono in tema; ma però partito vuol .....
Quelle sono opinioni contrastanti, il sale della democrazia, .....
. . . non siamo sui canali Mediaset del dopodesinare .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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di Umberto Mosso
Costi e benefici

30/10/2023 - 20:20

COSTI E BENEFICI.

 

Quando Golda MeIr, indimenticabile premier di Israele, disse ai terroristi palestinesi: “potremo perdonarvi di avere ucciso i nostri figli, ma non potremo mai perdonarvi di averci costretto ad uccidere i vostri”, espresse allora tutto quello che c’è da dire oggi sull’atrocità della guerra scatenata da Hamas, anche per conto degli stati islamisti che l’hanno armata e la sostengono per impedire il processo avviato con la Pace di Abramo.

Ci si chiede quale sia lo scopo delle azioni militari in corso. A quale risultato porteranno? Cosa avverrà dopo? Israele, come sempre negli ultimi 75 anni, è stata attaccata da una forza armata che predica la liberazione della Palestina con la cancellazione sanguinosa dello Stato ebraico. Un obbiettivo impossibile per una forza esigua come Hamas. A meno che qualcuno, come l’Iran, non abbia deciso di provocare un allargamento della guerra come mossa disperata per uscire dall’isolamento internazionale che stava coinvolgendo altri paesi arabi, compresa l’Arabia Saudita, la sua nemica storica, non solo per questioni religiose. Hamas e chi gli ha armato la mano, sapeva perfettamente che la reazione israeliana sarebbe stata durissima. Sapeva perfettamente che l’unica “arma difensiva” in suo possesso sarebbero stati i civili di Gaza usati come scudi umani. Un crimine vigliacco di chi ha programmato, in salvo in Qatar, il martirio del proprio popolo, alla liberazione del quale non è interessato, così come sa di non poter cancellare Israele. Perché allora Hamas? Perché finché c’è guerra c’è speranza per i suoi traffici di armi e droga, per i milioni di dollari che arrivano nelle tasche dei suoi capi corrotti, per mantenere viva la Jihad islamica e gli Stati canaglia che la sostengono, per rendere instabile il mondo e provare a spartirselo tra le potenze dittatoriali che odiano l’occidente e la sua vita civile.

Per questo il cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi va in senso contrario agli interessi di Hamas e di chi la muove dall’esterno. Per questo è giusto unirsi all’appello dei parenti degli ostaggi, chiedere l’apertura di corridoi umanitari a Gaza, chiedere almeno una pausa dei combattimenti per rendere possibile soccorrerne i civili.La ricerca e la repressione di Hamas sarà cosa lunga e complessa, non è questione di qualche settimana di bombardamenti. Richiederà, soprattutto, un impegno politico multilaterale, in particolare dei paesi arabi moderati, per reciderne i legami internazionali.

Ma chiedere la pace inneggiando ad Hamas come combattente per la causa palestinese, considerando l’assassinio di massa, lo stupro, la decapitazione e il rogo perfino di feti e neonati israeliani come un atto di liberazione, piangere i civili uccisi a Gaza senza denunciare chi li usa come scudi umani, è una forma estrema di degrado umano prima che politico. E non porterà né pace, né alcun beneficio al popolo palestinese.

ùDel quale i manifestanti se ne fregano, essendo interessati solo a combattere l’occidente dove vivono in pace.

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