Il mese scorso è stato presentato un nuovo libro pubblicato dall'Editore MdS, "Il coraggio tra i fiori di ortica", un'opera intensa e profonda cheracconta l'infanzia non solo nella sua dimensione più luminosa, ma anche nelle sue ombre, fatta di giochi e risate, ma anche nelle sue ombre, tra segreti, paure, abusi e battaglie quotidiane che i più piccoli affrontano con straordinaria forza.
Un libro che ci ha subito colpito e per il quale si preannunciava un sicuro interessamento e successo a livello nazionale.
continuiamo la pubblicazione degli scritti che ci arrivano sulla maternità.
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continuiamo la pubblicazione degli scritti che ci arrivano sulla maternità.
continuiamo la pubblicazione degli scritti che ci arrivano sulla maternità.
CONTRO IL NUOVO ANTISEMITISMO.
Vi ho visti nelle piazze e siete la prova della morte male imbandierata di certa sinistra.
Vi prego, da ora in poi non applaudite più la senatrice Segre, non leggete più Hannah Arendt e Edith Bruck, non mandate più i vostri figli in viaggio scolastico ad Auschwitz, non pensate più all’orrore della Shoah, dimenticate il 16 ottobre del 1943 nel Ghetto di Roma e il binario 21 alla stazione di Milano, non scandalizzatevi più della devastazione delle tombe ebree nei cimiteri d’Europa, non dispiacetevi più dell’assassinio di Wolinski e dei suoi colleghi, non scrivete più “Io sono Charlie”, non pensate più ai morti innocenti del Bataclan, o a quelli di Nizza, Madrid, Londra, Stoccolma e altre città europee, africane e asiatiche. Se pensate di non essere antisemiti, ma solo contrari al governo di Israele, ma trovate comprensibile che si brucino le bandiere dello stato ebraico, che si scriva sui muri che la Stella di David è uguale alla svastica nazista, che si marchino le case degli ebrei come facevano i nazifascisti, che si dia fuoco alle pietre d’inciampo, allora completate l’opera della vostra nuova consapevolezza e ditevelo senza altra ipocrisia che non siete solo contro un governo, ma contro l’esistenza di Israele e che questa contrarietà vi ha trasformati oggettivamente in antisemiti. Se pubblicate carte geografiche e storie della Palestina come quelle scritte nei libri di scuola di Teheran o di Gaza occupata da Hamas, non censurate i seguenti richiami alla Jihad e alla cancellazione dello Stato di Israele da realizzare con una nuova Shoah, l’esempio del quale avete avuto con le stragi del 7 ottobre. Scrivete anche quello, complicità per complicità ditevelo che siete antisemiti. Che amavate gli ebrei morti ottanta anni fa, ma non quelli assassinati oggi, neonati compresi. Non avete avuto parole, almeno pietose, sulle stragi del 7 ottobre. Come non le ebbero i benpensanti tedeschi o polacchi, che negli anni ’30 e ’40 si voltarono dall’altra parte mentre si sussurravano, vergognosi e senza orrore di se stessi, come voi oggi, che “infondo gli ebrei se la sono voluta”.
Avete taciuto sul massacro di centinaia di figli ebrei andati, come vanno i vostri, ad una festa con quella musica considerata un sacrilegio dai vostri “liberatori”. Se foste stati liberati da Hamas i figli morti sarebbero i vostri o voi stessi, sorpresi ad un concerto un sacco alternativo in un centro sociale imbandierato alla palestinese. Bandiere palestinesi usurpate dai tagliagole impaccati di soldi rubati al proprio popolo, ridotto in miseria nei tuguri accanto alle loro ville dove gozzovigliavano in segreto col beneplacito dei loro preti corrotti.Se siete LGBTQ+ sappiate che a Gaza vi sarebbero spettati dieci anni di galera e in Iran, dove Don Raisi bacia le mani di Hamas come un Padrino, l’impiccagione. In Israele, come in Italia e nel resto d’Europa, potreste diventare premier. Continuate a tacere sui 240 ostaggi, da ottantenni a meno di un anno di vita, non degni di un pensiero degli sbandieratori di piazza.
A Gaza gli assassini professionali hanno riservato al popolo palestinese la parte, in vece loro, dei martiri di una Jihad non voluta.
A Gaza i mercenari di Hamas sparano alle spalle di bambini, donne e vecchi per impedirgli di mettersi in salvo, di sottrarsi al ruolo di scudi umani dei vigliacchi, rintanati come pantegane nelle fogne sotto ospedali e scuole.
A Gaza le nostre giovani manifestanti per la pace islamica non darebbero vita, come fanno da noi, alla lotta per la liberazione delle donne. Sarebbero soggette al peggiore dei patriarcati, all’arbitrio maschile benedetto dai preti nazisti. E morirebbero come a Teheran per non essersi tradizionalmente mortificate.Infatti avete taciuto sulle donne iraniane, ma solidarizzate con gli stupratori di Hamas, massacratori di bambine e donne ebree.
A Gaza i nostri giovani universitari non sarebbero liberi di sparare minchiate nelle assemblee contro la libertà che stanno esercitando, ma sarebbero costretti a sparare e a farsi sparare per affermare il contrario dello stile di vita che gradiscono qui.
Ditevelo che siete i nuovi antisemiti, qui seduti al Roxy Bar, a Gaza con quattro amici al Bar Hitler. Non abbiate paura, lì il vostro amico Putin non denazifica.
A Gaza è Hamas che ha voluto la guerra, non Israele.
Ed è a Gaza che le bandiere palestinesi dovranno tornare a sventolare, ma libere dalla dittatura di Hamas. In Palestina la soluzione non sarà militare, come hanno voluto provocare i vostri “liberatori”, ma politica e possibile solo con la fine della dittatura di Hamas.
Da noi fu così nel ’45 e “ci sarà un lunedì” anche per i palestinesi liberi.