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L'articolo di oggi non poteva non far riferimento alla festa del SS. Crocifisso che Pontasserchio si appresta a celebrare, il 28 aprile.Da quella ricorrenza è nata la Fiera del 28, che poi da diversi anni si è trasformata in Agrifiera, pronta ad essere inaugurata il 19 aprile per aprire i battenti sabato 20.La vicenda che viene narrata, con il riferimento al miracolo del SS. Crocifisso, riguarda la diatriba sorta tra parroci per il possesso di una campana alla fine del '700, originata dalla "dismissione" delle due vecchie chiese di Vecchializia. 

. . . non discuto. Voi riformisti fate il vostro cammino .....
. . . l'area di centro. Vero!
Succede quando alla .....
. . . ipotetica, assurda e illogica. L'unica cosa .....
. . . leggo:
Bardi (c. d) 56% e rotti
Marrese ( c. .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Di Gavia
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di Michelle Rose Reardon a cura di Giampiero Mazzini
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di Mollica's
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Di Siciliainprogress
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C'è qualcosa, un tesoro
che tutti cercano.
Non è pietra preziosa
ne' scrigno d'oro:
si chiama semplicemente
LAVORO
Se poi al lavoro
si aggiunge .....
La Proloco di San Giuliano Terme, attenta alla promozione e alla valorizzazione dell'ambiente indice il concorso "il giardino e il terrazzo più bello" .....
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Nuovi costumi con costumi vecchi.

14/11/2023 - 18:41



Gli aironi di "Bocca di Serchio"


Dopo i gabbiani di Bocca di Magra, sono andato a ritrovare i miei aironi di Bocca di Serchio.
La “bella foce selvaggia” è una punta estrema del golfo di Viareggio, fra la Real tenuta di San Rossore e la bandita Salviati di Migliarino; uno dei pochi angoli vergini restati al mondo: un fiume tranquillo, che sfocia fra due grandi spalti di vegetazione.
Di qua l’arcata severa dei pini, di là, folte chiome di lecci e di albatri. Le due sponde sono deserte; v’è solo una grande rete da pesca, che prende la larghezza del fiume: ha qualcosa di preistorico, non si vedono i pescatori, non si vedono capanne; solo, a volte, un barchetto nero traghetta, e un uomo, sbucato non si sa di dove, lo guida, remando in piedi, alla veneziana.
Per raggiungere la foce vi sono due vie: il Serchio, o cinque chilometri di dune, massacranti, implacabili. Invano il piede cerca il solido; sulla sabbia asciutta si affonda, su quella mobile, alla bàttima del mare, che altrove è asciutta, si affonda.
Ma il desiderio di ritrovare quell’oasi benedetta di solitudine, dà animo ad affrontare il deserto.
Solo in agosto e in luglio strani bivacchi di contadini calan giù dal monte o di padule e pren­dono i loro bagni, spogliandosi dietro improvvisati schermi di frasche e di canneggiole.
Spesso si vede, da lungi, una figura strana che si muove lenta, con l’acqua insino al petto, camminando all’indietro, in brevi stratte.
È un pescatore d’arselle, o di «nicchi», come dicon là, che sta in acqua tutto vestito, trainando il suo rastrello a rete, con la martingala di tela, pas­sata attorno alla vita.
Esce dall’acqua dopo ore, vacilla... è un pa­niere che gronda! E allora si vede, spesso, che quel pescatore dai calzonacci a sbrendoli, pesi d’acqua, è una donna... povera creatura invecchiata anzi tem­po, d’età incerta, tipo bizzarro fra il lappone e il pescatore delle lande brettoni.
 
Questo articolo è apparso su “Le vie d’Italia” nel 1930 circa con il titolo iniziale scritto da un giornalista-cacciatore che bazzicava la nostra zona e il cui nome non riesco a ricordare. Aveva scritto, in un articolo precedente,  della strana caccia agli aironi verso Viareggio ed ora si trova in un altro paesaggio da sogno.


Noi che abbiamo vissuto quei tempi abbiamo sempre nel cuore della mente quelle persone e quei modi di vivere il nostro mare.
Non fasciamoci la testa, non illudiamoci che quei momenti ritornino, non ci sono più quelle persone che lo hanno mantenuto per decenni, cerchiamo solo che non diventi una nuova Viareggio o Riccione.

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16/11/2023 - 20:41

AUTORE:
Poldo

Ma voi mette la nostra foce, le dune, la macchia, il fiume, la difficoltà a raggiugere il luogo amato con fatica? È per questo che s'è salvato! Per i lupi solitari come noi, cara Poldina, che si scansa la confusione, noi che si soffre d'allergia soltanto all'odore delle creme solari, che sappiamo goderci i tramonti e le albe, noi che camminiamo nei boschi perche'sappiamo ancora stupirci delle meraviglie della natura, noi che ammiriamo la spiaggia selvaggia e malediciamo tutti gli inquinatori...

16/11/2023 - 20:01

AUTORE:
Poldina

Già...e ti par poco?!
Viareggio era per me la saltuaria pausa lungo la passeggiata nei giorni feriali che potevo godermi, quand'ero fortunata, dall'autunno alla primavera, quelle rare volte che riuscivo a staccare la spina dall'oppressione degli impegni...poi una pizza e un gelato, qualche piccola spesuccia e il cuore restava rigenerato quel tanto che basta.
Rimini mi ha visto una prima e un'ultima volta 45 anni fa...chissà per quale arcano motivo mi ero lasciata coinvolgere, forse per curiosità...e chi lo sa...ma quel mare che pareva brodaglia, la ressa sulla spiaggia, la densità di locali, la ricerca del comune divertimento forzato...mi hanno convinto fin da subito a dirgli addio...e così è stato! Pur riconoscendo che il servizio era quasi impeccabile considerando i prezzi, ma non sono riuscita mai più a tornarci anche se ogni anno mi arrivavano gli auguri di Natale con l'invito a prenotare per la futura stagione balneare.