Nella prestigiosa Sala Gronchi del Parco Naturale di Migliarino, San Rossore e Massaciuccoli, il 20 ottobre alle ore 16, avrà luogo la cerimonia di premiazione della dodicesima edizione del concorso artistico-letterario "Area Protetta", organizzato da MdS Editore, Associazione La Voce del Serchio e Unicoop Firenze Sezione Soci Valdiserchio-Versilia.
Elly Schlein deve tutto alle primarie
Il Pd e le primarie: l’atto costitutivo dell’identità del Partito Democratico | L’editoriale di Matteo Renzi
Le Primarie sono l’atto costitutivo dell’identità del Partito Democratico. Sono state le primarie a incoronare Prodi, in primis, e poi Veltroni e poi gli altri. Sono state le primarie a marcare la differenza tra il PD e gli altri. Sono state le primarie a decretare il successo delle esperienze amministrative più forti. Il PD senza primarie diventa un’altra cosa. Il PD senza primarie si chiama Ditta.
Elly Schlein ha vinto a sorpresa il congresso perdendo la sfida tra gli iscritti. La comunità che ella dirige aveva scelto un altro. Ma la forza delle primarie ha travolto le decisioni degli iscritti. E per la prima volta nella storia del PD si è trovato alla guida del Nazareno un personaggio che aveva perso la competizione interna.
Elly Schlein insomma deve tutto alle primarie: senza non sarebbe mai stata eletta alla guida del partito. E chi come me ha utilizzato le primarie -da outsider- sa che questo strumento ti costringe a un rapporto vero con la gente, ti fa volare alto rispetto ai ricatti delle burocrazie interne, ti permette di offrire una visione alla tua comunità e al Paese e non solo di fare un elenco della spesa a favore delle correnti. Le primarie insomma sono decisive. Il punto è che il PD ha issato Elly Schlein alla guida con le primarie ma poi – una volta proclamato il risultato – ha pensato bene di tornare alla Ditta, cancellando le primarie e sostituendole con l’indicazione del capo.
L’esempio più eclatante è la Sardegna: Renato Soru, già Presidente della Regione, già Parlamentare Europeo, già fondatore del PD, ha chiesto di candidarsi alla guida della Regione attraverso le primarie. Gli è stato detto: giammai!
E perché?
Perché le primarie quest’anno non si fanno perché basta dare la presidenza a una grillina, l’onorevole Todde.
Soru che ha fondato il PD viene zittito dal PD per dar voce a una, la Todde, che il PD lo ha solo offeso. Che poi se la leggete tutta di fila questa frase è già sintomatica del fatto che il PD di Veltroni, il PD della vocazione maggioritaria non esiste più: uno dei 45 fondatori del PD, storica figura della sinistra sarda, chiede di fare le primarie e gli viene detto di no, e gli viene detto last minute, perché il suo posto tocca a una grillina.
Di Firenze vorrei quasi non parlare. La città che ha prodotto il cambiamento della rottamazione e della parità di genere (non a caso qui il centrosinistra ha tre candidate, tutte donne: Sara Funaro, Cecilia Del Re, Stefania Saccardi, segno che quando si investe sul protagonismo femminile, la generazione successiva raccoglie i frutti dell’idealismo di chi l’ha preceduta) ha scelto di rifiutare le primarie per blindare la candidata imposta dal sindaco uscente.
Quando i leader hanno coraggio, fanno le primarie.
Quando i leader non hanno coraggio, non solo non fanno le primarie, ma in verità non sono neppure leader. E gli accordicchi di queste ore lo dimostrano.
Ma se il PD persino sulle primarie ritorna a fare la ditta, i sedicenti riformisti che ci stanno a fare?
Matteo Renzi
Matteo Renzi (Firenze, 11 gennaio 1975) è un politico italiano e senatore della Repubblica. Ex presidente del Consiglio più giovane della storia italiana (2014-2016), è stato alla guida della Provincia di Firenze dal 2004 al 2009, sindaco di Firenze dal 2009 al 2014. Dal 3 maggio 2023 è direttore editoriale de Il Riformista