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Nei suoi numerosi articoli sulla storia del territorio, Franco Gabbani ha finora preso come riferimento, personaggi o avvenimenti storici, inquadrandoli nella cornice degli usi e delle norme dell'epoca.

Questa volta prende spunto da situazioni e argomenti curiosi, spigolature come le chiama.

Al di là dei fatti precisi, quello che colpisce particolarmente, è il linguaggio usato nei documenti, non solo formale e involuto, come da sempre ci ha abituato la burocrazia, ma spesso anche di difficile comprensione, esplicitando l'evoluzione continua della lingua e dei termini. 

. . . . . . . . . . . . . . non è secondo a nessuno .....
Ciao Bruno salutaci Renzi.
Non credo che tutte le volte sia come tu dici.
Nelle .....
Bisogna essere chiari e dire democraticamente per chi .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Dalla pagina di Elena Giordano
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storie Vere :Matteo Grimaldi
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Indaco il colore del cielo
non parimenti dipinto
Sparsi qua e là
come ciuffi di velo
strani bioccoli di bambagia
che un delicato pennello
intinto .....
tutta la zona:
piscina ex albergo
tutto in stato di abbandono

zona SAN GIULIANO TERME
vergogna
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Dalle stelle …alle stalle!

22/12/2023 - 8:58


 
T’ariòrdi ‘ver nostro biscugino
che tti stragiava giovani e donzelle,
fregato poi da ‘n filo di ‘ordino
come dïano tutte le novelle?
 
E ll’artro, sempre fiss’ar seggiolino,
che ni rompevin ‘velli a sstrisc’e stelle,
miss’a pposto ‘ver brodo di biondino
manca pòo ci lasci’anco la pelle?
 
Ora s’en persi ll’avi co’ ‘oglioni.
E c’è rimasto ‘r nome da puttane,
con puppe tutto ‘r giorno penduloni.
 
Ma ‘ver che ppiù cci brucia, mondo ‘ane,
‘un è passà’ lla vita a bbuo punzoni,
ma ppiù d’un esse’ di metìdio sane!
 
In un bel prato verde e giallo di trifoglio e camomilla, al confine del comune di Vecchiano con quello di Massarosa, nell’azienda agricola dello Studiati, alcune mucche  pascolano, ruminano, sbavano, meditano sulle ultime notizie e ricordano i gloriosi tempi passati.
Nei loro ritenuti “piccoli” cervelli si affollano ricordi di cavalcate in immensi branchi fra le colline del Nord Europa, della loro discendenza dal leggendario Uro, della loro parentela (nostro biscugino) con il sanguinario mitico Minotauro che ebbe però la malasorte di essere ucciso da un tale che subdolamente aggeggiò qualcosa con un filo (‘ordìno): la cosa non è mai stata tanto chiara, bisognerebbe indagare a fondo!
E quei discorsi venuti fuori dall’incontro con le colleghe americane quando ci fu il gemellaggio, quella volta ad Alberese, proprio quella volta che l’Italia batté l’America 3 a 0 nella partita “Butteri-Caoboi”?
“Ti ricordi, dice la prima mucca che aveva smesso di ruminare perché un aeromodello di quelli che fanno le evoluzioni vicino a Menotti era cascato sul ciglio della fossa, ti ricordi delle storie che ci raccontavano le “cao” a proposito di quello detto “Toro seduto” (sempre fiss’ar seggiolino)? Ti ricordi che dicevano che ce l’aveva con i prepotenti soldati americani, là nelle immense praterie dove viveva libero con la sua gente, e che tonfò bene bene un generaletto galletto e biondino?”
“Come si chiamava ’ver brodo? Castere? Ni fecero ma ‘r cristere, artr’e Castere! “
La seconda mucca, quella che aveva smesso dopo di ruminare perché un rogiolo le aveva soffiato minaccioso a un centimetro dalla lingua, ribadisce sconsolata con un pensiero che la turba tanto da non farle fare più latte.
“Hai ragione Morina. Ora non solo non abbiamo più parenti potenti, leader carismatici, ma non sappiamo neanche più a chi chiedere aiuto, non possiamo neanche più andar fiere del nostro nome che viene sempre più spesso abbinato, e fatto sinonimo, alle prostitute. 
Quelle giovanine “vacche” che girano per le nostre strade lungomonte però a puppine stanno bene!
Noi invece: fare latte, fare latte, sempre più latte, a costo di farci venire le mammelle da strusciare per terra. 
La nostra indole è docile, remissiva, dolce, buona (a bbuo punzoni) a tal punto da perdonare tutto e tutti, ma c’è una cosa che non ce la facciamo più a sopportare.

Sarà l’ora di farla finita di chiamarci e farci passare, oltre che per puttane, anche per Pazze (‘un esse’ di metidio sane)?”  

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23/12/2023 - 23:15

AUTORE:
Madera

Non ho mai capito per quale arcano motivo
le vacche vengono paragonate alle prostitute
alle passeggiatrici, alle puttane, alle mignotte
Le vacche di sera sono stanche, non girano di notte
se ne stanno quiete a dormire nelle stalle
non si espongono ignude cosce e spalle
Che io sappia non si fanno pagar la prestazione
le baldracche invece, si danno con rimunerazione
Le vacche sono fattrici non pagate meretrici
sono allevate per la carne e per il latte
le squillo calzano i tacchi a spillo, hanno gli zoccoli non le ciabatte!

23/12/2023 - 9:51

AUTORE:
Morena

Vorrei tanto pascolare tra le stelle
spedire il "triolescano" nelle stalle
per renderlo mite, mansueto
e godere in pace questo giorno lieto
Il bue del trio scalpita come un toro
l'asino crede di fare un buon lavoro
la giovenca invece rumina e muggisce
ma se non si tiene a bada, mi sa che poi nitrisce
Care amiche mucche, schernite come vacche,
siete creature meravigliose basti pensare al latte!